Primi dentini, che piacere mordere tutto!

Piccoli e affilati sembrano innocui, ma invece fanno un male incredibile! E il titolare di questa “arma impropria” prova un piacere infinito nell’affondarla nella mano di mamma e papà o peggio, come capita di tanto in tanto, nel collo o nella spalla. Sì, esattamente, sto parlando dei primi dentini e del godimento che i bambini provano quando cominciano a mordere.

Luca, 10 mesi, ha ben sei dentini. E ieri a tradimento ha azzannato il mio polpaccio. Non vi dico il dolore!
Lui sa che fa male, infatti prima morde senza dare il minimo preavviso e poi ride come un pazzo!
E se dico “Ahi”… ride ancora di più a crepapelle…
Rimpiango le sue belle gengive sdentate! Continua a leggere

Il miele ai neonati? Meglio evitare

I nonni con i loro consigli dei tempi che furono e con i rimedi naturali degli avi, gelosamente tramandati di generazione in generazione, ci azzeccano molto spesso. Ma ogni tanto toppano di brutto. E quando lo fanno possono anche fare danni.
Il consiglio da non seguire, in questo caso, è la tettarella con il miele da dare ai neonati.
Mia madre mi ha fatto una testa infinita con queste perle di saggezza!
“Se il bambino piange tanto e non vuoi dargli ogni volta la tetta, prendi un fazzoletto, mettici dentro un po’ di pane e miele, chiudi bene il tutto e dallo al bambino. Ciuccerà e si calmerà”. “Oppure se rifiuta il ciuccio intingilo nel miele, gli piacerà”.
Peccato però che il miele ai neonati sarebbe meglio non darlo. O meglio sarebbe meglio non dare il miele a tutti i bambini che non hanno spento la prima candelina.
Perché? Perché il miele può contenere un batterio irritante per l’intestino dei piccolissimi.
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I carrelli della spesa? Fra gli oggetti più sporchi al mondo

Lo sapete che i carrelli dei supermercati sono fra gli oggetti più sporchi al mondo? Addirittura più sporchi dei bagni pubblici. Questi ultimi infatti vengono comunque disinfettati e puliti. Invece i carrelli rare volte vengono portati a lucido. E così, soprattutto le maniglie, diventano ricettacolo di germi. E noi, invece, con molta nonchalance appoggiamo i nostri bimbi dentro, gli alimenti, e rare volte ci ricordiamo di lavare le mani dopo aver lasciato il carrello!

Quindi non sarebbe proprio una cattiva idea portare con sé un po’ di disinfettante al supermarket per una “passatina” veloce alle maniglie. A consigliarlo è il professor Charles Gerba, dell‘università dell’Arizona (Usa) che ha condotto uno studio su 85 carrelli, in quattro diversi Stati d’Oltreoceano. Continua a leggere

La paghetta settimanale ai bimbi, sì o no?

Voi avete mai ricevuto la paghetta settimanale dai vostri genitori? E ai vostri figli la date? Io sinceramente non l’ho mai ricevuta e i miei bambini sono ancora troppo piccoli.
L’età giusta per la paghetta è intorno ai 10 anni.
Ma credo sia arrivato il momento di fargli capire, pian pianino, “il valore dei soldi”. Almeno al più grande, che ha già 3 anni e mezzo!
Per questo, infatti, non c’è una età giusta, prima si inizia meglio è!
Ovviamente non parlo di lezioni a tavolino. Ma di gesti, di comportamenti, di discorsi e di esempi, soprattutto da parte nostra, che gli facciano capire che il denaro è solo un mezzo, non un fine. Continua a leggere

Il papà migliore? Quello autoritario e severo!

“Nel tuo blog parli solo di mamme”. Questa la critica di mio marito.
“Beh!”, gli ho risposto: “Si chiama Viva la mamma!”.
“Ma ogni tanto potresti scrivere qualcosa sui papà. Ci siamo anche noi”.
“Ve bene. Quando troverò uno spunto… lo farò”.
E’ arrivato. Mi sono chiesta: “Che ruolo ha il papà nella famiglia moderna?”

Effettivamente la figura del padre negli ultimi anni è cambiata tanto, parecchio. Ma in meglio o in peggio?
Meglio un padre “mammo” oppure uno tosto e severo? Gli esperti di Riza non hanno dubbi. Il migliore è sicuramente quello autorevole e autoritario! Continua a leggere

Le Regioni più feconde? Le più fredde: Trentino e Valle d’Aosta

Abbiamo ingranato la marcia giusta: l’Italia è sempre più feconda. Dopo il picco minimo del 1995 (con 1,2 figli per donna), ora siamo arrivati a 1,4. Certo, siamo sempre sotto il cosiddetto ‘livello di sostituzione’ (ossia quello, circa 2,1 figli per donna, che garantirebbe il ricambio generazionale), ma un passetto dopo l’altro, magari fra qualche anno lo acciufferemo!
Tutto merito delle donne in bianco, rosso e verde? No, anche delle straniere che da questo punto di vista danno al nostro Paese un grosso contributo.
A rivelarlo sono i dati del Rapporto Osservasalute 2010.
La cosa che mi ha sorpresa di più è che a fare più figli non sono le donne del Sud, ma quelle dell’estremo Nord, dei paesi più freddi. Le Province autonome del Trentino-Alto Adige e della Valle d’Aosta hanno, infatti, il primato di fecondità. Qui l’indicatore raggiunge il valore di circa 1,6 figli per donna. Continua a leggere

Rinnoviamo la cameretta dei bimbi: come scegliere il colore delle pareti?

Sembra una cosa banale, ma non lo è affatto. Tinteggiare la camera dei bimbi con i toni giusti è fondamentale perché proprio la scelta del colore può influire ed incidere sulla loro concentrazione nello studio, sulla bontà del riposo, eccetera. Alcuni colori, più di altri, attraggono l’attenzione e provocano sensazioni piacevoli o spiacevoli. Il rosso, ad esempio suscita agitazione ed irritabilità. Il giallo e l’arancio rispettivamente ottimismo ed energia. Il verde favorisce la concentrazione. Il blu rilassa.

E allora come scegliere? Ce lo dice l’architetto Roberta Canestro. Una regola su tutte: per favorire il relax ed il riposo si devono privilegiare le tinte in tonalità pastello. Continua a leggere

I bambini non fanno sport? Facciamoli giocare con le console interattive

Si sa, i bambini vanno matti per i videogame e la tv. Ma sono proprio tastiere e monitor i ‘cattivi maestri’, quelli che portano ad una maggiore sedentarietà nei piccoli e, in molti casi, anche ad una maggiore obesità infantile. E allora come unire l’utile al dilettevole? Come permettere ai ragazzini di giocare con le console e fargli fare un po’ di movimento? Secondo alcuni ricercatori americani una soluzione potrebbe essere quella dei videogiochi interattivi dotati di rilevatori di movimento, come quelli che permettono di cimentarsi nella danza e nella boxe. A loro avviso questi “aggeggi” potrebbero rivelarsi addirittura salutari: in questo modo i bambini bruciano veramente energie. E’ scritto tutto nero su bianco su “Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine”. Continua a leggere

Nuove relazioni industriali e di lavoro a sostegno delle politiche di conciliazione

PREMESSO:

– che l’effettività del rilancio delle politiche di conciliazione trova uno snodo centrale nella evoluzione della contrattazione collettiva e, in particolare, della contrattazione collettiva di prossimità;

– che la contrattazione collettiva deve farsi carico delle esigenze della famiglia ricercando e implementando soluzioni innovative, tanto di tipo normativo che organizzativo, che possano agevolare la cura dei bambini e degli anziani e contribuire alla realizzazione di ambienti e contesti lavorativi tali da garantire la piena conciliazione delle responsabilità lavorative e di quelle familiari per le donne e gli uomini;

– che la legge Biagi prevede per i lavoratori affetti da patologie oncologiche, nonché per i familiari che prestano loro assistenza, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale verticale od orizzontale.


RILEVATO:
– che la modulazione degli orari e dei tempi di lavoro e, in generale, le politiche aziendali di conciliazione possono beneficiare delle misure fiscali di detassazione del salario di produttività con riferimento alle somme erogate dal datore di lavoro nell’ambito di accordi territoriali o aziendali di produttività ed efficienza organizzativa.

Tutto ciò premesso e rilevato, le parti firmatarie della presente intesa CONCORDANO in merito alla importanza della modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro, tanto nell’interesse dei lavoratori che della impresa, così come in merito alla necessità di incentivare un maggiore e migliore utilizzo, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze aziendali, del telelavoro e delle tipologie contrattuali a orario ridotto, modulato e flessibile (part-time, lavoro ripartito, lavoro intermittente). A questo fine, compatibilmente con le esigenze organizzative e produttive aziendali e fatta in ogni caso salva l’autonomia di ciascun attore negoziale per gli specifici ambiti di competenza (nazionale, territoriale e aziendale), le parti firmatarie della presente intesa intendono valorizzare e incentivare le buone pratiche di conciliazione nell’ottica della responsabilità d’impresa.

A questo specifico fine DEFINISCONO E CONCORDANO le seguenti linee guida per l’avvio di nuove relazioni industriali e di lavoro a livello decentrato a sostegno della famiglia, della donna e delle politiche di conciliazione:

– introduzione di regimi di orario di lavoro modulati su base semestrale o annuale a fronte di impegni contrattuali per la conciliazione;


– possibilità dell’impiego del telelavoro in alternativa ai congedi facoltativi o al congedo parentale;



– possibilità per il lavoratore padre e la lavoratrice madre di beneficiare, entro i primi tre anni di vista del bambino, di particolari forme di flessibilità di orario in entrata e in uscita fermo restando il monte orario complessivo previsto dalla contrattazione collettiva di riferimento;



– possibilità della trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale per il periodo corrispondente ai primi cinque anni di vita del bambino ovvero per oggettive e rilevanti esigenze di cura di genitori e/o altri familiari;


– possibilità di concordare orari flessibili in entrata e in uscita dal lavoro quando necessità oggettive e rilevanti di cura e accudimento dei familiari lo rendano necessario;


– utilizzo dei permessi accantonati in flessibilità individuale o banca delle ore da attribuirsi, in via prioritaria ai lavoratori con oggettive esigenze di conciliazione;

– possibilità di concordare con il datore di lavoro, nel caso di documentata grave infermità del coniuge o di in parente entro il secondo grado, diverse modalità di espletamento temporaneo della attività lavorativa, anche a risultato, in alternativa all’utilizzo di giorni di permesso o congedo per gravi motivi familiari;

– impegno, al rientro dalla maternità, di assegnare la lavoratrice alle stesse mansioni ovvero a mansioni che non vanifichino la professionalità e l’esperienza acquisite dalla lavoratrice;

– possibilità di concedere permessi non retribuiti al dipendente in caso di malattia del figlio entro i primi otto anni di vita;