Dimissioni volontarie: fino al primo anno di vita del bimbo spetta l’indennità di disoccupazione

Rientrare al lavoro dopo la maternità e non trovare più il posto di lavoro.
A quante di voi è capitato? Purtroppo a tante. Ne abbiamo parlato già tante volte in passato.
Per questo sono certa che  l’articolo pubblicato oggi sul blog il “Professionista risolve” interesserà molte di voi. Il titolo è già esaustivo: “Dimissioni volontarie: indennità di disoccupazione per il primo anno di vita del bambino” Continua a leggere

Una neomamma su 4 perde il lavoro nel 2012

Vi ricordate l’intervento del ministro Fornero di qualche giorno fa? Quello in cui si ribadiva il concetto che in una famiglia hanno diritto a lavorare entrambi i genitori. Anzi, diceva il ministro, DEVONO portare il pane a casa entrambi. E la donna non deve mai essere messa in condizione di dover scegliere tra lavoro e maternità.
Che belle parole!
Quanti giorni sono passati? 8. Solo una settimana.
Giusto il tempo per fantasticare un po’. 
Ora, però, è già tempo di tornare alla realtà. Alla dura e differente realtà. E ad infrangere i nostri sogni ci ha pensato l’Istat che ha pubblicato il Rapporto annuale sulla situazione del Paese.
I numeri dicono cose diverse da quelle predicate dal ministro delle Pari opportunità.
Ecco cosa è emerso dal Rapporto: “Quasi una madre su quattro perde il lavoro in Italia nel 2012, a due anni dalla nascita del figlio. Le neomamme che mantengono il posto di lavoro sono pari al 77,3%, in calo rispetto all’81,6% del 2006”. Continua a leggere

Fornero: “Le donne non devono scegliere tra lavoro e maternità”

“La famiglia tradizionale rischia di diventare un’eccezione, non più la regola” e “sta affrontando una crisi di identità, una crisi di valori e una crisi economica”. Lo ha detto il ministro Elsa Fornero a Montecitorio, al convegno ”E’ possibile un’alleanza italiana per la famiglia?”.
“Oggi le famiglie si fanno e si disfano e le famiglie tradizionali neppure si formano. Le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie. Ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie” sottolinea Fornero che ricorda: “io so e non lo posso dimenticare: io sono ministro anche delle pari opportunità”. “Non mi pronuncio a favore di una cosa o dell’altra, ma dico solo che esiste un problema di identità familiare. Continua a leggere

Pannolino addio? Sì, ma senza forzare i bimbi

Ho notato che negli ultimi vostri commenti avete parlato molto di pannolini e bisognini dei bambini. Ebbene l’intervento di oggi di Tata Lucia a Mattino Cinque cade proprio a fagiolo. La prima domanda posta alla tata, infatti, è di una mamma di un bambino di 4 anni che non riesce a far fare al piccolo i bisognini nel water. Continua a leggere

La maternità raddoppia lo stress sul lavoro

La maternità raddoppia lo stress sul lavoro.
In generale la sindrome da “stress lavoro-correlato” colpisce un lavoratore su quattro, ma l’indice raddoppia non solo tra le donne in maternità, ma anche tra i loro colleghi d’ufficio a causa delle mancate sostituzioni.
Insomma quello che, teoricamente, dovrebbe essere il momento di vita più bello della donna, se la persona in questione è una donna che lavora, si può trasformare in un periodo difficile e carico di ansia non solo per la futura mamma, ma anche per coloro che lavorano con lei.

I motivi? Per la gestante c’è la preoccupazione della ricollocazione dopo il parto e le possibili tensioni legate all’aggravio di lavoro.
Per i colleghi c’è lo stress per la mancata sostituzione che di fatto aumenta la loro mole di lavoro per un periodo piuttosto lungo. Continua a leggere

Nuove relazioni industriali e di lavoro a sostegno delle politiche di conciliazione

PREMESSO:

– che l’effettività del rilancio delle politiche di conciliazione trova uno snodo centrale nella evoluzione della contrattazione collettiva e, in particolare, della contrattazione collettiva di prossimità;

– che la contrattazione collettiva deve farsi carico delle esigenze della famiglia ricercando e implementando soluzioni innovative, tanto di tipo normativo che organizzativo, che possano agevolare la cura dei bambini e degli anziani e contribuire alla realizzazione di ambienti e contesti lavorativi tali da garantire la piena conciliazione delle responsabilità lavorative e di quelle familiari per le donne e gli uomini;

– che la legge Biagi prevede per i lavoratori affetti da patologie oncologiche, nonché per i familiari che prestano loro assistenza, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale verticale od orizzontale.


RILEVATO:
– che la modulazione degli orari e dei tempi di lavoro e, in generale, le politiche aziendali di conciliazione possono beneficiare delle misure fiscali di detassazione del salario di produttività con riferimento alle somme erogate dal datore di lavoro nell’ambito di accordi territoriali o aziendali di produttività ed efficienza organizzativa.

Tutto ciò premesso e rilevato, le parti firmatarie della presente intesa CONCORDANO in merito alla importanza della modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro, tanto nell’interesse dei lavoratori che della impresa, così come in merito alla necessità di incentivare un maggiore e migliore utilizzo, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze aziendali, del telelavoro e delle tipologie contrattuali a orario ridotto, modulato e flessibile (part-time, lavoro ripartito, lavoro intermittente). A questo fine, compatibilmente con le esigenze organizzative e produttive aziendali e fatta in ogni caso salva l’autonomia di ciascun attore negoziale per gli specifici ambiti di competenza (nazionale, territoriale e aziendale), le parti firmatarie della presente intesa intendono valorizzare e incentivare le buone pratiche di conciliazione nell’ottica della responsabilità d’impresa.

A questo specifico fine DEFINISCONO E CONCORDANO le seguenti linee guida per l’avvio di nuove relazioni industriali e di lavoro a livello decentrato a sostegno della famiglia, della donna e delle politiche di conciliazione:

– introduzione di regimi di orario di lavoro modulati su base semestrale o annuale a fronte di impegni contrattuali per la conciliazione;


– possibilità dell’impiego del telelavoro in alternativa ai congedi facoltativi o al congedo parentale;



– possibilità per il lavoratore padre e la lavoratrice madre di beneficiare, entro i primi tre anni di vista del bambino, di particolari forme di flessibilità di orario in entrata e in uscita fermo restando il monte orario complessivo previsto dalla contrattazione collettiva di riferimento;



– possibilità della trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale per il periodo corrispondente ai primi cinque anni di vita del bambino ovvero per oggettive e rilevanti esigenze di cura di genitori e/o altri familiari;


– possibilità di concordare orari flessibili in entrata e in uscita dal lavoro quando necessità oggettive e rilevanti di cura e accudimento dei familiari lo rendano necessario;


– utilizzo dei permessi accantonati in flessibilità individuale o banca delle ore da attribuirsi, in via prioritaria ai lavoratori con oggettive esigenze di conciliazione;

– possibilità di concordare con il datore di lavoro, nel caso di documentata grave infermità del coniuge o di in parente entro il secondo grado, diverse modalità di espletamento temporaneo della attività lavorativa, anche a risultato, in alternativa all’utilizzo di giorni di permesso o congedo per gravi motivi familiari;

– impegno, al rientro dalla maternità, di assegnare la lavoratrice alle stesse mansioni ovvero a mansioni che non vanifichino la professionalità e l’esperienza acquisite dalla lavoratrice;

– possibilità di concedere permessi non retribuiti al dipendente in caso di malattia del figlio entro i primi otto anni di vita;