E’ una persona affidabile o inaffidabile? Chiedi al neonato, lui conosce la risposta!

I bambini moderni hanno una marcia in più: sanno, capiscono, riconoscono tante, tantissime cose.

L’altro giorno vi ho parlato dell’ultima scoperta dei ricercatori, quella che ha rivelato come i neonati anche prima dei sei mesi siano dotati di memoria. Ora vi parlo di un altro studio altrettanto importante e incredibile: i ricercatori della Concordia University (Canada) hanno dimostrato che i piccolissimi, seppur nati da mesi, riescono a distinguere le persone affidabili e quelle inaffidabili.

Sesto senso? Fiuto?
Chiamatelo come volete, ma è stato provato che i bambini già ad un anno di età riescono a scoprire quando un adulto sta dicendo loro la verità o li sta ingannando. Continua a leggere

La bugia di Babbo Natale

I vostri bimbi credono a Babbo Natale?
E a che età è giusto far sapere la verità ai bambini?
Luca, quasi 20 mesi, è ancora troppo piccolo per comprendere certe cose.
Certo, vive l’atmosfera di festa, osserva ammirato il presepe e cerca costantemente di smontare l’albero, ma null’altro!
Di Babbo Natale, dell’omone grosso dalla barba bianca, ha addirittura paura.
Ma è normale per i bimbi di quella età. Continua a leggere

Scrivete a Babbo Natale e a Rhémy de Noel, vi risponderanno!

Qualche settimana fa vi ho parlato del Babbo Natale, quello vero che abita nel Villaggio di Santa Claus, a cui poter scrivere per ricevere una lettera direttamente dalla lontana Lapponia Finlandese.
Oggi, invece, vi parlo di due iniziative un po’ più “nostrane”: i postini di Babbo Natale e Rhémy de Noel, ossia il Babbo Natale di Courmayeur.
In entrambi i casi i vostri bimbi scrivendo la letterina all’omone dal vestito rosso e la barba bianca riceveranno una bella risposta!
Certo, la busta non avrà il francobollo finlandese… ma non credo i vostri piccoli se ne accorgeranno! 😉 Continua a leggere

Cosa possiamo fare quando il neonato piange e si dispera?

Con i bambini più grandi si parla. Se accusano dei dolori loro ci spiegano, ci fanno capire cosa è che non va.
Ma con un neonato no. Lui non favella!
L’unico modo che ha per comunicare un bisogno, una esigenza è quello di piangere. Un pianto estenuante, ininterrotto che spesso, soprattutto nei primi giorni di vita, manda nel panico mamme e papà.
Avrà fame? Sete? Freddo? Caldo? Doloretti? Ha fatto i bisognini? Oppure vuole solo una dose massiccia di coccole extra?
E se neppure prendendo il piccolo in braccio, cullandolo, facendogli sentire il calore umano smette di piangere? Che fare? Qual è l’atteggiamento giusto che devono usare i genitori?
Tata Simona lo ha chiesto ad una nota psicoterapeuta, Christine Rankl, che le ha risposto così:
Per calmare un neonato nei primi tre mesi di vita è necessario ricreare l’ambiente che aveva nel grembo materno, ossia avvolgente e con rumori attutiti”. Continua a leggere

A Natale pioggia di giocattoli? Sì, ma occhio alla sicurezza dei bimbi!

“I giocattoli sono strumenti fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei bambini e durante le Festività Natalizie diventano i protagonisti assoluti della vita dei piccoli. I genitori devono però prestare molta attenzione per capire se un giocattolo sia sicuro o no per il proprio figlio”. Lo dichiarala Società Italianadi Pediatria Preventiva e Sociale.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto Rapex1, il sistema di sorveglianza europea dei prodotti pericolosi, nel corso del 2010 i giocattoli sono stati la seconda categoria di articoli più ritirati dal mercato (dopo l’abbigliamento) per i rischi per la salute che comportano. Continua a leggere

Baby consumatori già da piccoli! Che fare?

Qualche giorno fa Ale 10 ha lasciato un commento che mi ha fatto pensare tanto. Ci ha scritto: “Stamattina Mattia non voleva mettersi assolutamente una felpa che avevo scelto per lui per andare in asilo, così come sono settimane che lotto per fargli mettere delle scarpe più comode e appena comprate. Dopo varie urla mi ha detto: “Non voglio questa felpa e queste scarpe, perché quando vado al nido, Matteo mi dice che la mia maglia non è di niente e anche le scarpe!”. Insomma l’amichetto lo prende in giro perché non mette ogni giorno una maglia dei vari Ben10, Spiderman ecc… Ma mi chiedo: si può già cominciare con queste cose a 3 anni? Ha solo 3 anni e già di pensa alle firme? Assurdo!”
Ebbene, sull’ultimo numero di “Figli Felici” ho trovato un articolo che fa per lei e per tutte le mamme che si trovano nelle stesse condizioni, ossia che lottano quotidianamente con i “Baby-consumatori”!
Come comportarsi?
La regola numero uno è: “Non cadere in questa trappola”.
Il bambino vuole l’ultimo modello di un gioco? Oppure un altro pacchetto di figurine? Va bene! Ecco il gioco e le figurine. In fondo, che c’è di male? Fino a che si può… si fa.
E poi? Al primo no, apriti cielo. Crisi isteriche, pianti disperati. Sembra la fine del mondo.

Cari genitori non perdiamo di vista una elemento importante: si tratta di capricci
E allora? Continua a leggere

I libri aiutano i bambini a crescere meglio

Avete mai sentito la canzone “Il topo con gli occhiali” dello Zecchino D’Oro di qualche anno fa? Era un inno alla lettura dei libri. Ad un certo punto, nel ritornello i bimbi cantavano “Evviva la lettura! Comincia l’avventura, un sogno ad occhi aperti nel mondo che vuoi tu. I libri sono ali che aiutano a volare, i libri sono vele che fanno navigare, i libri sono inviti a straordinari viaggi con mille personaggi l’incontro sempre c’è”.
Ed effettivamente è proprio così. I libri aprono le porte della fantasia. Ma da che età si possono leggere i libri ai bambini?
Si può cominciare già molto presto, a partire dai sei mesi. E in ogni fase di crescita le diverse abilità vengono sollecitate dal libro e dal racconto.

Ecco alcuni consigli sulla lettura che variano a seconda dell’età del bambino: Continua a leggere

Una sberla è veramente la fine del mondo?

Su tutte le riviste che parlano di bambini (e vi assicuro che in quest’ultimo anno ne ho fatto una scorpacciata considerevole, al limite con l’indigestione ;)) ogni volta che si affronta l’argomento schiaffo o sculacciata la posizione degli esperti è la stessa: un NO categorico.
Le sculacciate non servono e sono solo diseducative. Bisogna invece parlare, dare poche regole, certe e chiare e soprattutto dare il buon esempio!

Ok, siamo d’accordo su tutto.

Ma se scappa uno scappellotto è poi così drammatico? E’ la fine del mondo?

Ovviamente no! Ma una cosa deve essere chiara: lo schiaffo serve solo se è “eccezionale”. Continua a leggere

Una bambola che dice le parolacce!

Quando si dice: dare il buon esempio!
Passiamo le ore a rimproverare i nostri figli, cercando di fargli capire che le parolacce non si dicono!
Cerchiamo di moderare noi stessi, e anche quando ce l’abbiamo sulla punta della lingua, praticamente sulla rampa di lancio, ingoiamo tutto per non farle sentire (anche se, diciamocelo, ogni tanto scappano … e i bambini come se avessero dei radar fatti apposta le captano immediatamente, le memorizzano e le ripetono all’istante, grrrr!).
E ora, dall’America arriva una bambola che anziché piangere, fare la pipì, avere la febbre, chiamare mamma o papà… dice proprio le parolacce!
Ma dico: dove stiamo arrivando?
Passi pure la bambola “Pippa”, passino pure le bambole con le tette e le labbra siliconate e quelle che fanno la cacca, ma una bambola volgare proprio no!
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Generazione di bambini adulti

Stamattina mentre portavo Marco a scuola ho sentito un papà che riprendeva suo figlio: “Non fare sempre il bambino, non sei più piccolo, dai, avanti!”.
Perché? Il figlio stava salterellando sul vialetto, rallentando i ritmi del babbo!

Ma quel piccolo è un bambino

Ok che la mattina siamo tutti un po’ presi, spesso in ritardo, e quindi scatta il nervosismo e la tensione. Ma dire a un bimbo di 4 anni “non fare sempre il bambino” mi ha fatto sorridere nell’immediato e riflettere mentre venivo in ufficio.

Cercati fortemente, desiderati fortemente, oggi però i bambini spesso si trovano a vivere un’età che non è più a misura loro. Hanno mille stimoli, mille giochi, ma non hanno l’esperienza del vuoto e della scoperta.

Un fenomeno che dagli esperti di Riza viene definito “Adultizzazione precoce”. Sono in pratica come i frutti fuori stagione, le cosiddette primizie: belli da vedere ma insapori. Messi sotto pressione fin dalla tenera età rischiano poi di diventare adolescenti fragili, con la paura di crescere. Continua a leggere