Come possiamo capire se una persona vuole ingannarci?

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“E’ sincero o mi vuole ingannare?” Vi siete mai fatti questa domanda guardando la persona che vi sta di fronte?
Difficile capirlo.
Ma da oggi, grazie ai consigli della nostra grafologa Candida Livatino, avremo un mezzo in più per capirlo: osservare il linguaggio del corpo.

Ci sono, infatti, dei gesti dettati dal nostro inconscio che manifestano chiaramente la volontà di raggirare, manipolare l’interlocutore.

E sono gesti… ve lo svelo in anteprima, che un sacco di persone fanno…

Vi stupirete.

Ecco cosa ci svela Candida Livatino:

 

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Mi fai le strisce?

strisceIeri pomeriggio ho portato Marco e Luca dal parrucchiere.

“Per favore, questa volta i capelli tagliali corti corti perché fa caldo e sudano molto”, mi sono raccomandata.

A quel punto Luca, che era già pronto sulla poltrona l’ha guardato e gli ha chiesto: “Mi fai le strisce?”

“Cosa vuoi?”, ha chiesto il parrucchiere.

“Cosa vuoi?” gli ho chiesto io sbalordita e sorpresa

E Luca, con fare deciso: “Te l’ho detto, le strisce. Proprio qua”, ha indicato portandosi le mani proprio sopra le orecchie.

“Tu guardi troppe partite di calcio. I calciatori sono estrosi, esibizionisti. Per questo si fanno quelle cose ai capelli!”, ha ribattuto Cosimo, guardandomi e strizzando l’occhio

“Calciatori? No, le strisce ce l’ha il mio compagno di classe, il mio amico del cuore” ha detto Luca, convinto di tornare a casa con la stessa “acconciatura” Continua a leggere



Quello che i figli non dicono…

tappeto2Qualche giorno fa ho letto questo avviso sul diario di Marco: “Giorno 27 maggio alle ore 17:00 tutti i genitori sono invitati a scuola per ammirare i lavori del progetto di arte realizzati durante l’anno”.

La mia prima reazione (ammetto profondamente egoistica) è stata: “Cavolo, alle cinque del pomeriggio… uff. Altro permesso. Potevano almeno organizzarlo per le sei! Ma gli altri genitori non lavorano?…”

Presa dai mille doveri, dai mille impegni, l’avviso così come l’ho letto, l’ho dimenticato.

Ultimamente, lo ammetto, sto perdendo colpi e sto perdendo anche pezzi…
Sarà l’età che avanza, sarà la memoria che mi abbandona… Ma il risultato è mestamente sconsolante.

Per fortuna ieri, sul diario, avevano scritto un secondo avviso: “L’uscita degli alunni è regolare, alle 16.30. Poi alle 17:00 i genitori e i bambini potranno entrare”

“Caspita! E’ vero, l’appuntamento a scuola!…”
Allora ho chiamato la tata avvisandola. E una volta arrivata in ufficio ho chiesto al mio responsabile il permesso di uscire prima.

Ma come puntualmente accade ogni volta, ci sono stati piccoli imprevisti, piccoli ritardi, piccole sviste e così alle cinque ero ancora seduta esattamente qui, da dove adesso vi sto scrivendo.

Alle 5 e 10 ancora qui. Alle 5 e un quarto sempre qui. Alle cinque e venti ho spento il pc in maniera brutale, senza neanche chiudere le applicazioni aperte e sono scappata. Ascensore più lento di una lumaca. Ho preso l’auto. Via di corsa.
E invece no. Un vecchietto davanti andava a 20 all’ora con la sua Panda su una strada piena di curve, impossibile sorpassare. ARGHHHHHH….
Sono arrivata a scuola alle cinque e mezza passate. Per fortuna lavoro a due passi da casa… Continua a leggere



Perché un bambino piccolo vuole stare sempre in braccio?

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Amano da morire essere cullati, abbracciati e coccolati dalla mamma e dal papà. Dormono come ghiri quando li si tiene in braccio, ma appena vengono appoggiati, anche con la massima cura e delicatezza,  su un comodo materasso si svegliano e piangono come pazzi.
Ovviamente sto parlando dei bebè.
Vi riconoscete in queste scene? Chi ha avuto un figlio sicuramente sì.

Mio marito diceva che Marco aveva l’altimetro incorporato: se lo teneva in braccio, ma con lui in piedi, dormiva sonni profondi. Ma se si sedeva, il piccoletto si svegliava all’istante.

Momenti indimenticabili, carichi di tenerezza. Ma anche molto molto faticosi.

Ma perché i bambini piccoli vogliono stare sempre in braccio? E soprattutto: è giusto accontentarli o sarebbe meglio lasciarli piangere per un po’, per non viziarli?

Non so voi, ma io non sono mai riuscita a rimanere impassibile di fronte al pianto dei miei figli. Andavo in tilt. Scattavo come una molla al primo urletto e correvo da loro. Sempre.
“Così li vizi”, “Così vorranno stare sempre in braccio”, “Così non si scolleranno più”… Mi sentivo dire.
Ma io ho fatto quello che mi suggeriva l’istinto di neo mamma.

Di questo ci parla oggi la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli: bimbi in braccio, giusto o no?

Ecco cosa ci dice:

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L’esercizio fisico in gravidanza riduce il rischio del cesareo del 20%

yoga-gravidanzaIn Italia, lo sappiamo bene, nascono tanti, troppi bambini con il taglio cesareo. Dati alla mano, circa un bambino su quattro.
In pratica deteniamo il triste primato mondiale dei parti medicalizzati.
In questa sede non voglio approfondire il perché, il discorso ci porterebbe troppo lontano, ma vi vorrei invece parlare del risultato di una ricerca canadese, dell’Università di Alberta, pubblicata sulla rivista Obstetrics and Gynecology, che ci dà qualche speranza sulla possibilità di partorire naturalmente.
Pare, infatti, che l’esercizio fisico in gravidanza riduca il ricorso al taglio cesareo e le chance di avere un bambino più grande rispetto a un peso normale.

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Come capire se annoiamo

candida-bluVi è mai capitato di parlare parlare parlare rapiti dalle vostre idee, dai vostri discorsi e non accorgervi che il vostro interlocutore ha la bolla al naso?

Chissà quante volte abbiamo annoiato senza accorgercene.

Oggi la nostra grafologa Candida Livatino ci aiuterà a capire quali sono i gesti che il nostro corpo inconsciamente fa e che esprimono noia e insofferenza.

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Adolescenti e interventi estetici: sì o no?

Senza-titolo-1L’adolescenza, si sa, è un periodo difficile per tutti: per gli adolescenti, perennemente insoddisfatti e in lotta con sé stessi e con il mondo, e per i genitori, spesso in difficoltà, perché non sanno come agire, come comportarsi.

Ma se vostro figlio o vostra figlia a 14, 15 o 16 anni vi chiedesse sostegno per un intervento di chirurgia estetica, voi che fareste?

Bella domanda vero?

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Gli spasmi affettivi: quando il “no” dei genitori turba il bambino fino allo svenimento

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Può essere che un “no” detto da mamma e papà possa contrariare così tanto un bambino piccolo da causargli una crisi di pianto fino allo svenimento?
Sì, è proprio possibile. Si chiamano spasmi affettivi.
Ma dire sempre di sì non è possibile. E allora che fare?
Ecco cosa consiglia la psicologa, la dottoressa Francesca Santarelli.

 

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Niente più vezzeggiativi quando parlate ai bebè, non vi comprendono!

bebè2“Amore vuoi il bibe?”, “Che brutta bua hai sul braccino!”…
Quante volte rivolgendovi ai vostri figli, quando erano piccoli, o a dei bebè, avete usato espressioni come queste oppure quella vocina sottile…quasi stridula?

Vi siete mai chiesti perché lo fate?

Vezzeggiativi graziosi e paroline dolci e mielose fanno parte del repertorio che gli adulti sfoggiano quasi naturalmente in presenza di bebè.
Se lo fate perché tutto questo vi diverte, perché vi piace o per fare ridere il bambino…ok. Ma se il vostro intento è quello di rendere più facile la comprensione al bebè, meglio che cambiate registro. Continua a leggere