Niente più vezzeggiativi quando parlate ai bebè, non vi comprendono!

bebè2“Amore vuoi il bibe?”, “Che brutta bua hai sul braccino!”…
Quante volte rivolgendovi ai vostri figli, quando erano piccoli, o a dei bebè, avete usato espressioni come queste oppure quella vocina sottile…quasi stridula?

Vi siete mai chiesti perché lo fate?

Vezzeggiativi graziosi e paroline dolci e mielose fanno parte del repertorio che gli adulti sfoggiano quasi naturalmente in presenza di bebè.
Se lo fate perché tutto questo vi diverte, perché vi piace o per fare ridere il bambino…ok. Ma se il vostro intento è quello di rendere più facile la comprensione al bebè, meglio che cambiate registro.

Usare toni diversi, sillabe scandite, vocine strane e vezzeggiativi è assolutamente controproducente.

La cosa migliore è parlare con lui nello stesso modo in cui vi rivolgete agli adulti: infatti un ampio studio svolto tra Parigi e Tokyo e pubblicato sulla rivista Psychological Science dimostra che lo stile del linguaggio di mamma e papà quando si rivolgono al proprio figlioletto è tutt’altro che chiaro.

Condotto presso l’Istituto Riken giapponese e il parigino Centre National de la Recherche Scientifique, si tratta di uno studio senza precedenti basato sul confronto del linguaggio di un campione di mamme quando si rivolgevano al proprio piccolo (di 18-24 mesi) e del linguaggio usato quando invece il proprio interlocutore è un adulto.

Gli esperti hanno analizzato e confrontato tra loro la chiarezza (comprensibilità) di ore e ore di questi approcci linguistici delle mamme coi propri bimbi e con altri adulti (gli sperimentatori stessi) ed hanno visto che il contrasto sonoro tra sillabe tra loro simili e quindi facili ad essere confuse (come ‘ba’ e ‘pa’) – indice di comprensibilità – è in realtà maggiore quando ci si rivolge a un adulto che non quando ci si rivolge a un bimbo piccolo. In altri termini una frase pronunciata con voce cantilenante e scandendo bene le parole, magari accentuando i suoni, è meno comprensibile della stessa frase pronunciata normalmente senza tutti questi infantili adattamenti.

Quindi da domani se incontrate un bebè… rivolgetevi pure a lui come ad un adulto… ma senza chiedergli se desidera un bicchiere di birra o un grappino 🙂

4 risposte a “Niente più vezzeggiativi quando parlate ai bebè, non vi comprendono!

  1. credo si faccia solo perché si è sempre fatto così!
    Ma secondo me è una cosa un po’ stupida anche perché se il bambino deve imparare a parlare è giusto usare le parole giuste e non i vezzeggiativi, poi ovviamente sara’ lui a storpiarle ma proprio perché non è in grado di pronunciare bene le parole.
    Mi ricordo con la mia prima figlia: quando era piccola diceva “tuto” anziché ciuccio. Mio marito le diceva :” vuoi il “tuto”? mammamia quanto mi arrabbiavo! ok lei non parlava bene (aveva un anno e mezzo!) ma io pretendevo che noi adulti le parlassimo con i termini giusti.

  2. Mah.. parlare chiaro ai bambini per insegnargli a parlare bene si,ci sta… ma ho 3 figli e ognuno di loro ha sempre capito la parola “bua”.. dico un minimo di distinzione tra piccoli e grandi ci deve essere nel dialogo altrimenti crescono come macchinette. . Ovviamente avere il giusto equilibrio, come in tutte le cose. .

  3. A me il bambinese non è mai piaciuto. Io non sono mamma, ma ho sempre pensato che con i miei figli avrei parlato come si parla con gli adulti, e infatti è quello che faccio con i bambini che conosco. Non so perché non mi è mai piaciuto, forse perché sono molto precisina in fatto di lingua come naturale conseguenza del fatto che sono sempre stata una lettrice avida e che a scuola ero brava in italiano, e quindi ho sempre pensato che se avessi avuto un figlio gli avrei insegnato ad esprimersi in italiano corretto.

  4. sinceramente non mi sono mai posta i problema se lo facevo x far ridere o altro, l’ho sempre fatto senza troppi pensieri!!!cmq d’ora in poi offrirò grappa a volontà aahhahhhhhhahahaahahahha scherzo a volte senza rendersene conto si fanno errori che poi hanno un seguito.

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