Speriamo che non sia femmina…

“Sarà femmina? A Milano cinesi e indiane costrette all’aborto selettivo dai parenti”.
Questo il titolo di un articolo del Tgcom24 che per un attimo mi ha tolto il respiro e che mi ha fatto molto pensare.
Sapevo che quello dell’aborto selettivo in caso di femmina, fosse un fenomeno ricorrente in India e in Cina.
Ma mai avrei pensato che a Milano, nella civilissima metropoli lombarda, nella città del fashion, della moda, della finanza, succedesse la stessa cosa. E invece pare proprio di sì!

Indiane e cinesi sono spesso costrette all’aborto da mariti e fratelli quando scoprono di essere in attesa di una figlia femmina.
E spesso, poiché in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza può essere praticata solo entro il terzo mese (legge 194), queste donne spesso ricorrono a metodi pericolosi pur di riuscire ad abortire.

Povere donne. Povere figlie.

7 risposte a “Speriamo che non sia femmina…

  1. @vale82: certo se gli aborti sono clandestini ti do’ ragione e assolutamente sono fuorilegge oltre che incivili, ma se tutto avviene all’interno di strutture ospedaliere nel rispetto della legge sull’aborto purtroppo non ci si puo’ fare niente…e dico purtroppo perche’ mi sembra mostruoso decidere di non far nascere un bambino, maschio o femmina (come in questi casi) che sia, per motivi del genere. Spero davvero che le nuove generazioni riescano a cambiare mentalita’ e questo si ottiene solo attraverso la convivenza e il confronto

  2. @silviafede: capisco la tua opinione sul rispetto delle tradizioni, e qui ti do ragione, ma credo solo che si dovrebbero rispettare queste tradizioni quando queste rispettano almeno la legge italiana, cioe’ civile.
    tutto qua.
    purtroppo spesso non e ‘cosi’.

  3. Per quanto sono inorridita da questa notizia, che tra l’altro avevo gia’ letto, non sono d’accordo con quanto affermato da romana, sarebbe come dire che se mi trasferissi in un paese arabo dovrei diventare musulmana o in Cina buddista, quindi perdere le mie tradizioni ed i miei credo per adattarmi alla cultura del posto in cui vivo. Penso che uno possa integrarsi anche mantenendo la propria identita’ culturale non rinnegando le proprie origini, solo che purtroppo la loro cultura prevede una cosa orribile ossia la discriinazione (che arriva fino alla volonta’ di non far nascere) verso il genere femminile. Forse solo le prossime generazioni studiando in paesi occidentali riusciranno poco a poco a vedere quanto di negativo portano certi comportamenti ed avranno il coraggio di cambiare, ma l’imposizione non credo serva a nulla

  4. Notizie che non si possono sentire!!!!!!!!!!!
    Perchè le bambinE non avrebbero il diritto alla vita ed invece i bambinI si????
    Gli esseri umani sono tutti uguali quanto ai diritti ed il diritto alla vita è innegabile e non si può certo fare distinzioni in base al sesso.
    Sono molto amareggiata e sono d’accordo con romana: ben vengano gli stranieri ma, se scelgono di vivere in Italia, lo devono fare nel rispetto delle regole del vivere CIVILE!!!!!

  5. sono stufa di leggere ancora di queste cose!! siamo in Italia? ebbene per contrastare tutto ciò si dovrebbe fare: nei quartieri indiani e cinesi istituire un centro comunale fisso che faccia trimestralmente un censimento di tutte le donne residenti, distribuire loro la costituzione italiana, avviare trimestralmente corsi obbligatori pomeridiani, per insegnare loro diritti e doveri di donna, di madri, di lavoratrici, di cittadine. Tutte quelle che non partecipano ai corsi immediata espulsione dal’italia assieme alla famiglia.

  6. A dire la verità, detta così non è proprio carina.
    Innanzitutto quando dici “a Milano sono costrette” o “avrei pensato che la civilissima Milano”, va chiarito che non sono i milanesi a costringerle ad abortire….
    Povere donne è vero e poveri figli, altrettanto vero, segno però di una “civilità” (se così si può chiamare) che non cambia e che non vuole cambiare (!) che ha tanti bei proverbi, frasi profonde e aforismi spirituali e poi mangiano cani e usano le donne come oggetti.
    Ma se danno loro il primo imput al cambiamento, certo non lo farà il resto del mondo.
    Abortiscono anche al loro paese, ed in condizioni peggiori. con la differenza che a Milano fa più notizia.

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