Una Barbie calva negli ospedali pediatrici

Una bambola senza capelli, ma ugualmente bella può aiutare i bambini in ospedale ad avere maggiore autostima e fiducia? Ad accettare psicologicamente con più facilità i cambiamenti del corpo dovuti alle terapie?
A quanto pare sì.
Così la casa produttrice Mattel, dopo una campagna virale lanciata su Facebook da due donne (Beautiful and Bald Barbie! Let’s see if we can get it made‘) che ha raccolto oltre 150mila adesioni, ha ceduto alle pressioni e ha deciso di produrre la bambola più famosa al mondo in versione calva.
Un nuovo giocattolo in commercio? No. O almeno, ancora no.
La Barbie calva sarà solo donata gratuitamente ai reparti di oncologia degli ospedali pediatrici e nelle strutture ospedaliere che ospitano bambini malati di cancro, che hanno perso i capelli a causa delle terapie.

I bambini si sentiranno meno “diversi” e i grandi saranno sensibilizzati su uno dei mali più devastanti che purtroppo colpisce anche tanti tanti piccoli.

Questa è la forza dei social network. La Mattel, infatti, inizialmente non aveva abbracciato questa campagna. Ha motivato il diniego spiegando che non accettava idee da fonti esterne all’azienda.

Ma un po’ per la forte pressione, un po’ perchè comunque si tratta di uno scopo nobile, la casa di giocattoli ha fatto una eccezione e ha dato l’ok alla produzione.

E così dall’idea di queste due donne lanciata sul social network più famoso al mondo è nata questa bambola.

Un giorno la vedremo anche tra gli scaffali nel negozi? Chissà!

Voi che ne pensate?

3 risposte a “Una Barbie calva negli ospedali pediatrici

  1. Grandissima iniziativa! I bimbi malati si sentiranno meno “diversi” dagli altri bimbi e anche loro si potranno identificare nella bambola piu’ famosa al mondo.
    E in caso, il nuovo prodotta venga messo in commercio, sarebbe un’ottima iniziativa anche per i bimbi sani, i quali possono sin da piccoli capire quanto sono fortunati a essere in buona salute e puo’ servire anche per far capire loro che la diversita’ non va discriminata, ma che anzi accresce la loro esperienza. Chissa’ se le nuove generazioni avranno un’apertura mentale maggiore rispetto alla nostra 🙂
    Concordo con Vale82 quando dice che la Mattel avrebbe potuto accettare subito perhe’ avrebbe fatto una figura migliore, ma penso – ed e’ solo la mia opinione – che magari la Mattel temeva ripercussioni negative sull’immagine e attacchi da parte delle organizzazioni dell’infanzia e mamme. Si sa che le multinazionali sono spesso mirino di critiche e gravi attacchi possono nuocere una reputazione duramente costruita negli anni. Cmq, l’importante e’ che alla fine la Mattel sia stata favorevole nel sostenere questo progetto fantastico…meglio tardi che mai 🙂

  2. che se puo’ servire benvenga. male non fara’, no?
    e penso anche che la mattel poteva anche accettare subito, avrebbe fatto una figura migliore!

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