Ecco perché non aspetterò che i miei figli crescano per godermi la vita

Stamattina leggendo in Rete notizie su mamme, figli, pappe e pannolini, la mia attenzione è stata rapita da un titolo: “Perché non aspetterò che i miei figli crescano per godermi la vita”. E’ un post scritto dalla blogger Jennifer S. White e pubblicato su HuffPost Usa.

Il titolo, secondo me, è fantastico. “Perché non aspetterò che i miei figli crescano per godermi la vita”

Pensateci. Quanta verità in una manciata di parole!
Spesso quando arrivano i figli la nostra vita, o meglio quella che era prima del loro arrivo, si mette in modalità stand by.

Tutto viene ritarato mettendo questi piccoli esserini al centro del nostro universo.

La vita dei neo-genitori si azzera in attesa di…
In attesa che i figli crescano, che i figli abbiano meno necessità, meno bisogno dei genitori.
Quante volte ci è capitato di dire: “Quando i bambini diventeranno grandi… tornerò a fare questo, piuttosto che quello”

A me migliaia di volte. Fosse solo per una questione di tempo da dedicare a me stessa che mi manca.

Ma quando i figli non hanno più bisogno dei genitori?


In realtà i bisogni cambiano, crescono e si evolvono con loro.

Ma non credo ci sia un momento in cui si possa dire: non ho più bisogno di mamma e papà.
Ho 43 anni e non so cosa pagherei per avere i miei a un isolato da me, anziché a mille chilometri da me.
Io ho bisogno di loro esattamente come loro hanno bisogno di me.
In quest’ottica questo titolo è illuminante. Perché aspettare?

Non sappiamo cosa la vita abbia in serbo per noi. Magari cose meravigliose, magari no.
E allora perché aspettare che crescano i figli che goderci la vita?

Godiamocela, con loro, ma godiamocela appieno.

E un invito che rivolgo soprattutto a me stessa, che pur avendo tanto, non sono mai soddisfatta…

In questi giorni sto ricevendo un sacco di brutte notizie, di piccoli angeli volati in cielo per tanti motivi diversi…
E ogni volta mi assale l’angoscia e penso: quanto tempo perdo ogni giorno a urlare, sbraitare… potrei impiegare quel tempo a strapazzarmeli di coccole e a baciarmeli, invece di essere sempre arrabbiata e isterica. Vivrei meglio io, vivrebbero meglio loro.

Proprio due sere fa Marco mi ha guardata e mi ha detto: “Mamma, ma perché sei sempre così nervosa. Arrivi dall’ufficio che sei già incavolata con noi e non sai neppure se abbiamo fatto i bravi o i monelli…!

Ha solo 8 anni ed è più saggio di sua madre!

Perché non aspetterò che i miei figli crescano per godermi la vita?
Perché me la sto già godendo. E da oggi cercherò di godermela ancora meglio.
Di godermela con loro che, nonostante tutte le preoccupazioni e i grattacapi che mi danno, sono il regalo più grande che la vita mi abbia dato!

21 risposte a “Ecco perché non aspetterò che i miei figli crescano per godermi la vita

  1. Ah dimenticavo, per riuscire a smettere di fumare, mi premiavo. Vi spiego:
    all’epoca le nostre finanze non erano molto floride, tante cose non potevo permettermele, si pensava sempre prima ai figli. Mi piaceva tantissimo leggere, e mi facevo prestare i libri da amiche e conoscenti, ma se vedevo un libro in vetrina… aspettavo e non è detto che potevo poi comprarmelo, voi direte : ma le sigarette te le compravi, e sì i soldi per le sigarette uscivano.
    Allora ho pensato, metto via i soldi delle sigarette e poi vado in libreria a comprarmi i libri, E così ho fatto, ho un sacco di libri comprati in quel periodo. Il primo libro che comprai fu DIECI PICCOLI INDIANI capolavoro di Agatha Christie. (Ho dovuto ricomprarlo ultimamente, perché non è tornato indietro dopo averlo prestato)
    Rinunciavo a qualcosa per qualcos’altro. Può essere una spinta per provare.
    Buon fine settimana a tutti.

  2. @Marco.
    Ha detto bene, una cosa veramente difficile. non è stata per niente una passeggiata, (certe sere volevo dare le capocciate al muro, chiusa in bagno da sola, anche perché mio marito fuma ancora, ho provato a dirgli smettiamo insieme, aiutami, niente non c’è stato niente da fare. Chiedimi tutto, ma non togliermi la sigaretta. Quindi per un po’ di tempo niente chiacchierate sul divano alla sera, altrimenti gli avrei strappato le sigarette. Da notare che avevo tentato di smettere una decina di volte, un mese, due, 15 giorni… gravidanze, allattamenti… per poi ricominciare sempre.
    Non so se può esserle utile io ho smesso pensando in questo modo:
    Il pacchetto di sigarette sempre in cucina, in bellavista, in modo che se mi prendeva la frenesia da non poter resistere erano lì, dovevo solo allungare una mano. Se mi fossero mancate, se non le avessi viste sotto gli occhi, correvo il rischio di commettere lo stesso errore e uscire a comprarmele, invece erano lì, se volevo potevo prenderle. (sono state in cucina per 8 mesi, mio marito non fumava le mie)
    Altro pensiero che mi ha aiutato. Stavo bene in salute, nessun problema. Si era ammalato mio zio, poi morto per un cancro ai polmoni. Andavo a trovarlo in clinica, gli avevano detto di non fumare già dall’inizio della malattia, non ci riusciva e ha continuato fino alla morte.
    Ho pensato se andando avanti con l’età mi prende una qualsiasi malattia, devono operarmi e non possono perché i miei polmoni non lo permettono (per l’anestesia per intenderci), mi dicono di smettere e io non ci riesco, al male si aggiungerebbe la frustrazione, il dolore (non mi fa paura la morte, il dolore si). Carmela, cogli l’occasione e prova a smettere adesso che stai bene.
    Una volta stavo cadendo in tentazione, il pacchetto era là, lo guardo, mi chiama, stavo lottando…. ma si chi se ne frega, ma perché non devo fumare? Presi il pacchetto, prelevai una sigaretta, sentii dietro di me Luca. Con una vocina delusa: “Mamma mi avevi detto che non fumavi più!” Già da tempo mi diceva “Ha detto suor Eleonora che non devi fumare, se no ti viene il tumore” che palle ste suore che dicono ste cose ai ragazzini! Mi sono sentita di nuovo m…non potevo deluderlo.” Infatti amore non fumo, guarda la butto nel secchio. Però ricordati quando sarai grande quanto è stato difficile per la mamma, tu non devi neanche iniziare.” Infatti lui non fuma.
    Era destino, dovevo smettere.
    Scusate tutti, non c’entra niente con il post, ma se qualcuno sta tentando di smettere magari aiuta.

  3. Buonasera.
    @ carmela.
    Grande ! smettere di fumare, credo che sia la cosa più complicata e frustrante al mondo. Mi inchino alla sua forza di volontà. Veramente encomiabile. Ho provato a smettere per un giorno intero, ma vedevo il mondo in bianco e nero. A parte gli scherzi. Tutti gli oggetti che mi circondavano, assomigliavano a una sigaretta. Ha gettato un pacchetto di sigarette, con quello che costano ? dolore, tremendo dolore ! un caro saluto.
    Cordialmente.

  4. @Marco
    Non mi sono spiegato bene. Non mi sono sentita una mer… perché fumavo, no anzi a me piaceva tantissimo e non mi importava di quello che mi dicevano gli altri.
    Mi sono sentita così perché per un mio vizio avevo messo in pericolo la vita dei miei figli. Al piccolo avevo fatto prendere freddo e pioggia. L’altro poteva svegliarsi da un momento all’altro, rompere qualcosa, aprire la porta di casa, uscire, fare qualsiasi altra cosa pericolosa, parliamo di bambini piccoli la differenza tra loro è di due anni.
    Ho capito in quel momento che il vizio mi avrebbe fatto fare cose che normalmente non facevo, ero molto attenta alla salute e benessere dei bambini, e invece quella volta no. ha avuto il sopravvento il vizio.
    E allora ho detto no, sono più forte io…e a malincuore ho gettato il pacchetto di sigarette.
    Buona giornata a tutti.

  5. Buonasera
    @ Carmela
    Cara sig.ra, per prima cosa vorrei chiarire un punto del suo commento. Ho cominciato a fumare all’età di quattordici anni e all’età di cinquantasette, non ho ancora smesso. Fumo due pacchetti di sigarette al giorno, ma non per questo mi considero come la parola che lei ha usato. Mi considero un dipendente da nicotina e sono consapevole di quello che faccio. Sono certo che morirò di una brutta malattia, ma della mia scelta non rimpiango nulla. Il fumo mi piace e mi rilassa. L’aggettivo che lei ha usato, lo riservo ad altri personaggi, non certamente ai fumatori. I sacrifici che ha fatto per suo figlio e quelli che continuerà a fare, sono serviti e serviranno per l’accrescimento morale, suo e del suo compagno. Come ho già detto, sono molte le sfumature per godersi la vita. Certamente ci sono cose che si potranno fare insieme ai figli (piccoli) e certe altre che verranno abbandonate. E su questo, esiste una logica ben precisa. Con questo non voglio dire che l’arrivo di un figlio, comporti per i genitori la rinuncia alla loro libertà. E’ chiaro che certe cose che prima si facevano senza pensarci su, con l’arrivo di un neonato e indubbio che le cose vadano riviste. Il sacrificio verso i nostri figli, io lo considero gratificante. Non deve essere un peso, ma una passione interiore. Mi scusi cara Carmela, sto inevitabilmente complicando il commento. Se dovessi rinunciare a tutti i godimenti della vita, per il bene di mio figlio, lo farei senza un minimo di esitazione. come genitore è mio dovere farlo. Un caro saluto.
    Cordialmente.

  6. @Marco. Io le credo, eccome!

    I bambini un po’ ti cambiano la vita. Ma solo un po’, all’inizio, per forza di cose. Io dormivo anche 15 ore e più se mi si lasciava dormire, quindi per me è stato un trauma non riuscire a dormire almeno le 8 ore; non mi svegliavano neppure le cannonate, dopo bastava un loro sbadiglio ed ero in piedi, e loro dormivano nella loro stanzetta non accanto a me, sarebbe stato più plausibile svegliarmi con loro accanto, no li sentivo anche a distanza. Ho dovuto smettere di fumare durante la gravidanza e l’allattamento, riprendevo immediatamente appena smesso di allattare. ecco queste sono state le mie rinunce, recuperate con gli anni, tranne il sonno che adesso me lo disturba il russare del marito. (Il fumo l’ho abolito tanti anni fa, quando imbaccuccai l’ultimo dei miei figli e usci a comprarmi le sigarette con pioggia vento e freddo, lasciando gli altri a casa, chi dormiva e uno lo avevo lasciato a telefono con mia sorella, al rientro guardai il pacchetto e mi sentii una merd…, e buttai le sigarette)
    Per tutte le altre abitudine diciamo che le ho mantenute. Si andava in vacanza se si avevano i soldi, si sceglievano i posti che piacevano ad entrambi. Se si andava in posti che bisognava camminare per visitare, mi portavo dietro qualcuno per aiutarmi. Se volevo fare qualcosa che piaceva solo a me, marito e figli rimanevano sulla spiaggia con nonni e baby sitter, ed io mi godevo un bel volo facendo parasaling, oppure scalando una parete, l’unico inconveniente che dopo volevano farlo anche loro. Mi stancavo a restare chiusa in casa? Invece dei soliti Km. a piedi sul lungomare, meno km. con il marsupio. E mi godevo la vita e il figlio.
    Certo a me non piaceva la discoteca, non piaceva fare troppo tardi la notte, e ho cercato sempre di portarmeli dappertutto, tranne qualche cena o fine settimana per me e mio marito.
    Non ho mai pensato voglio godermi la vita quando sono grandi, no voglio godermi la vita facendo le cose con loro, rispettando le esigenze un po’ di tutti. Perché la mia famiglia, è la cosa più bella che il Signore mi ha donato, bisogna custodire con amore questo dono. io poche volte mi sono arrabbiata, perché non mi piace la sensazione di distacco che si viene a creare, e se poi non si ha più il tempo di fare pace? (Scusate ma io ogni tanto ci penso). Hai ragione Maria impieghiamo quel tempo a coccolarli e strapazzarli di baci.

  7. @jj: bellissimo il tuo commento lo condivido in pieno!!!
    Speso c’e’ questa idea di rinuncia e sacrificio obbligato, sembra quasi che un genitore debba snaturarsi senno ‘ non ama abbastanza il figlio….beh io non lo credo affatto….
    Penso che nella vita ci si trasforma continuamente, che magari quello che era fonte di divertimento a 20 anni non lo e’ piu’ a 40, per cui se prima non era we se non si facevano certe cose, ora non e’ we se non se ne fanno delle altre, spesso completamente diverse…ma tutto qui…
    Penso che quella che deve rimanere intatta e’ la voglia di godersi la vita e non cio’ che si fa , o non si fa, per godersela…basta avere lo spirito giusto, la curiosita’, la voglia di fare scoperte, la voglia di vivere la coppia oltre che l’essere mamma e papaì di qualcuno ….tutto qui, godersi la vita non vuol dire rimanere sempre uguali nel tempo
    Come ha detto jj ma anche jinger andare al parco e rotolarsi nell’erba puo’ essere divertente quanto una serata in discoteca di un diciottenne….

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