Cominciamo la settimana con argomento spinoso, ma sul quale, ne sono certa, ognuno di voi avrà da dire la propria:”Separazioni”.
Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, dopo il caso del bambino di Cittadella prelevato da scuola con la forza, ha proposto di introdurre “per legge” la figura dello psicologo nei casi di separazioni con figli.
A suo avviso questo potrebbe essere un modo per tutelare meglio il minore e fargli vivere questa dura esperienza senza traumi irreparabili.
Quando una coppia con figli decide di separarsi “inizia un cammino difficile e molto pericoloso soprattutto per i bambini. Per tutelare i più piccoli sarebbe opportuno, per legge, che genitori e figli venissero da subito seguiti da uno psicologo”.
“La separazione in una coppia ha conseguenze emotive molto forti sia sui genitori sia soprattutto sui figli – continua la Vinciguerra – Purtroppo però molto spesso madri e padri che hanno deciso di separarsi sottovalutano la salute psicologica dei figli dando importanza al proprio stato d’animo“. Secondo l’esperta “in casi come questi c’è la tendenza, a volte anche inconsapevole, di uno dei genitori di voler far allontanare il figlio dall’altra figura genitoriale per infliggere una punizione, o addirittura per proteggerlo da colui o colei che viene vissuto come negativo e minaccioso. Niente di più grave per un bambino che vedere un genitore odiare l’altro; la separazione coniugale non deve essere in alcun modo separazione genitoriale”.
“La psicoterapia è fondamentale in un momento come quello della separazione ma lo è soprattutto per le figure della madre e del padre che potrebbero mettere in atto comportamenti sbagliati che andrebbero inevitabilmente a pesare sui figli”, continua la psicoterapeuta.
“Il modo migliore per rendere minimi sui bambini gli effetti negativi legati ad una separazione – aggiunge la Vinciguerra – è che entrambi i genitori riescano comunque a garantire loro una relazione stretta e sicura. I genitori separati hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare i figli ad adattarsi alla nuova situazione assumendo degli atteggiamenti adeguati.
In particolare è importante: dire ai figli esattamente ciò che sta accadendo intorno a loro e perché , rispondere alle loro domande in maniera onesta e spontanea; evitare di incolpare apertamente l’altro coniuge; chiarire ai bambini che loro non sono in alcun modo responsabili della separazione e che invece la decisione e’ lo sbocco naturale dei problemi che si sono venuti a creare tra i genitori”.
E ancora: “Rispondere a tutte le domande dei figli quando vengono prese decisioni; ascoltarli e incoraggiarli a parlare ed esprimere i propri sentimenti per cercare di capire come vivono la separazione e che cosa ne pensano. Infatti possono facilmente farsi idee sbagliate”.
Che ne pensate?
Secondo me quella dello psicologo per legge potrebbe è una buona idea. Io non ho molta esperienza (per fortuna, direi) su questo tema. Ma nei casi di separazioni di coppie di amici e parenti che ho visto da vicino, ho potuto toccare con mano questa differenza. Coloro che si sono fatti aiutare da uno psicologo hanno affrontato il percorso, comunque difficile e doloroso, con più coscienza e consapevolezza. E sono riusciti, nel tempo, a mantenere anche dei buoni rapporti. Fondamentale per la serenità dei figli.
In altri casi mi è sembrato di assistere a scene del film “La guerra dei Roses”. Urla, parolacce e accuse fatte davanti ai bambini. Terribile… Povere creature.
@Claude. Ciao Claude, amch’io credo che la cosa che non devi assolutamente perdere è l’affetto dei tuoi figli. Fai di tutto, anche se questo dovesse costarti. prima di tutto loro. Da adulti ragioneranno con la loro testa e si renderanno conto delle situazioni.
Anche nella mia famiglia si è respirato quest’aria, non ne sono sicura, se la casa è di tua proprietà, rimane assegnata a lei solo fino a che i bambini non compiranno 18 anni, poi lei dovrà trovarsene una. Discorso diverso se è in comunione.
Comprendo il tuo stato d’animo, hai tutta la mia solidarietà. Dispiace sempre sentire queste storie.Ma non devi perderti d’animo, io spero che il futuro ti riservi nuove e più belle opportunità.
Sii un bravo papà per i tuoi figli. In bocca al lupo!
@CLAUDE: purtroppo è successa la stessa cosa anni fa ad un mio parente. All’epoca i figli erano poco più che bambini, come dici tu casa ed affido alla mamma. Anche lui è stato costretto a tornare dai suoi genitori.
La sua ex inoltre lo ricattava a livello psicologico, per esempio quando toccava a lui vedere e tenere i bimbi chissà come mai usciva sempre qualcosa tipo “sai devono andare ad un compleanno e sai ci tengono così tanto…” tanto per dirne una. Oppure lei voleva uscire con le amiche allora telefonava all’ex marito e diceva “se ti va bene li puoi tenere stasera e domani, altrimenti questa settimana non li vedi….” e cose così. Noi da ignoranti ad incoraggiarlo non cedere, non ti far ricattare ecc. Sai invece cosa ha fatto lui? Ha accettato tutte le condizioni dettate da quella sgualdrina solo per il semplice fatto di non perdere i figli, inoltre siccome i ragazzi non sono stupidi dopo qualche anno hanno capito le manovre della mamma e tutti e due sono voluti andare a vivere con il papà (un maschio ed una femmina). Onestamente lui in quegli anni è invecchiato di colpo per i rospi che ha ingoiato ingiustamente ma ha ottenuto la fiducia completa dei suoi figli che l’adorano come non mai. Non posso permettermi di giudicare se abbia fatto bene o meno e non mi permetto di darti suggerimenti ma una cosa te la posso dire cerca di non perdere l’affetto dei tuoi bambini perché con una donna tipo quella del mio parente c’era solo da perdere…In bocca al lupo.
HO TROVATO MIA MOGLIE A CASA HA LETTO CON L’AMANTE.
IL GIUDICE GLI HA ASSEGNATO LA CASA CONIUGALE E I FIGLI COMUNQUE.
DOPO ANNI DI SACRIFICI PER PAGARE IL MUTUO SONO STATO COSTRETTTO A TORNARE DAI GENITORI, DELLO STIPENDIO NON MI RESTANO CHE LE BRICIOLE.
LA ODIO CON TUTTO IL CUORE …. DEVO ANCHE PAGARE LO PSICOLOGO PER AVERE UN BUON RAPPORTO CON QUELLA ……
Volevo specificare che in realtà la figura del mediatore è un titolo che non è equivalente ad titolo di specializzazione post-laurea per psicologi. E’ qualifica che si consegue a seguito di un master post universitario e che però è aperta anche a assistenti sociali, sociologici, avvocati, quindi a figure con un presupposto di studio molto variegato.
La competenza psicologica mi sembra quindi quella più accreditata per supportare un momento difficile come quello della separazione poichè consente non solo di leggere il conflitto di coppia ma anche di fare una valutazione del disagio dei diversi componenti della famiglia, figli compresi.
sono una psicologa ed ho fatto un ulteriore corso per diventare mediatrice..vorrei dire ad ettore che non esiste un’ università per diventare mediatori..è una specializzazione post laurea..quasi tutti i mediatori sono psicologi..il metodo è lo stesso..proprio non capisco che senso ha dire ‘il mediatore si e lo psicologo no’!!!
Non conosco la figura del mediatore familiare, quindi posso esprimermi solo per quello che conosco, ovvero la figura dello psicologo…ci vado da 3 anni per problemi con mio marito…in questo periodo però mi sta aiutando anche a capire come gestire e, soprattutto, affrontare la malattia terminale di mia suocera con mia figlia…quindi, sulla base di questo, ritengo sia utile avere un supporto di questo tipo per affrontare una situazione delicata, qualunque essa sia…
Credo sia utile per tutti gli “attori” coinvolti, genitori e figli, sia in caso di separazione “difficile” che consensuale.
@Ettore: concordo con te, non sulle affermazioni riferite a psicologi e psicologia , ma sul fatto che la persona piu’ indicata ad aiutare nel percorso debba essere un mediatore familiare ed in caso di coppie con figli lo renderei obbligatorio. Se come ha detto sere c’e’ la volonta’ di venirsi incontro tanto meglio, non puo’ che essere un aiuto in piu’, ma dove non si riesce a gestire la conflittualita’ lo ritengo fondamentale, per il bene di tutti in primis dei figli
La situazione mi tocca da vicino. Posso solo dirvi che tutto sta nel buon senso delle persone. non è nell’obbligarle a fare qualcosa che si risolvono i conflitti tra ex coniugi. Io ho mandato giù, e tutt’ora lo continuo a fare, tantissimi rospi pur di mantenere un rapporto + che civile con il mio ex. Il bimbo adesso ha 3 anni e mezzo e ne sono passati già due dalla separazione. Vive un affido condiviso senza problemi, tra noi c’è comunicazione e l’uno fa riferimento all’altro per qualsiasi cosa. Cerchiamo di fargli vivere la cosa come se fosse naturale e comunque vede che i suoi genitori si parlano naturalmente e possiamo fare cose insieme (anche se le limitiamo sotto consiglio di uno specialista interpellato in sede di separazione in tribunale).
Quindi posso dirvi che se la volontà c’è si riesce a fare tutto con o senza psicologo, ma se non c’è volontà non c’è aiuto che tenga. Poi sicuramente avere una persona che dia consigli ecc fa sempre comodo e forse in alcune situzioni in bilico può aiutare… ma purtroppo deve partire prima dai diretti interessati la voglia di relazionarsi in modo corretto…