Ho letto sul Tgcom l’articolo “Niente uomini in sala parto”. Sono rimasta di stucco!
Secondo il ginecologo francese Michel Odent, tra i più famosi al mondo e pioniere del parto naturale, durante il parto la figura maschile dovrebbe essere bandita. Niente futuri papà, infermieri o ginecologi del sesso forte, metterebbero ansia alle partorienti rendendo così il tutto più lungo, difficile e doloroso. In alcuni casi estremi la presenza dei maschi porterebbero addirittura al cesareo.
Odent ha sottolineato che l’evento della nascita è un fatto molto particolare, molto intimo e personale della donna una sorta di “rintanamento”, ed è per questo che la futura mamma ha bisogno di solitudine e tranquillità. Quindi di un posto poco affollato, silenzioso in cui sentirsi in intimità.
Il ginecologo d’Oltralpe ha spiegato la sua teoria al quotidiano inglese ‘Observer’ dando una spiegazione scientifica: “Il bilanciamento ormonale della madre è scompensato in presenza di uomini, anche se appartenenti al personale medico. La presenza maschile porta infatti le madri a produrre adrenalina e a ridurre la produzione di ossitocina (un ormone fondamentale)”. E “senza ossitocina non ci sono le contrazioni necessarie, così il travaglio diventa più lungo, difficile e doloroso”.
A dire il vero Odent è da tempo che sostiene questa tesi. E non è neppure l’unico. Un altro medico francese Frederick Leboyer, “guru” della nascita dolce, lo aveva già affermato nel lontano 1992: “No ai padri in sala parto!”. “La gravidanza è per la madre come un viaggio mistico, un pellegrinaggio al quale l’uomo non può partecipare” ma soltanto “dirsi pronto ad attendere la fine di esso”, aveva detto Leboyer nel corso di un seminario a Verona.
Pur rispettando profondamente questi luminari, devo dire che la mia esperienza personale mi ha insegnato tutt’altro. Sinceramente credo che molto dipenda dal carattere di ognuno di noi.
Per quanto mi riguarda, la presenza di mio marito durante il travaglio e il parto è stata fondamentale. Anzi indispensabile. Mi ha aiutata tantissimo.
Lui lo racconta come il momento più bello della sua vita ( e io che pensavo che fosse quando mi ha conosciuta, o quando mi ha sposata, sigh!).
Quindi non sarei così perentoria come Odent o Leboyer, ma lascerei il libero arbitrio ai diretti interessati.
Per quanto riguarda i medici maschi, beh, anche in quel caso credo che dipenda tutto dal rapporto e dalla sintonia che c’è tra medico e paziente.