Oggi con la nostra psicologa Francesca Santarelli parliamo di gelosia tra fratelli.
Io conosco perfettamente il problema, Marco è sempre stato supergeloso di Luca. Una gelosia morbosa che lo ha ha fatto soffrire tanto e che in momenti di esasperazione lo ha portato anche a dire frasi dure come: “Io non ho mai detto di volere un fratello. Io non ho mai chiesto un fratello“. Oppure: “Non può tornare da dove è venuto?”
Probabilmente io non sono stata in grado di gestire la situazione e pensavo e speravo che il tempo avrebbe sistemato le cose.
Sono passati gli anni, ma la gelosia è rimasta. Sono cambiati i modi in cui viene manifestata, questo sì. Ma non posso dire che non abiti più con noi.
Forse se mi fossi comportata diversamente io… Chissà!
La psicologa Santarelli ci spiega come affrontare al meglio le situazioni di gelosie tra fratelli. E ci suggerisce cosa fare, ma soprattutto cosa NON fare:
“Chiunque sia genitore di due o più figli si è trovato ad affrontare situazioni o comportamenti più o meno frequenti e spiacevoli dovuti alla rivalità tra fratelli.
Conoscere le dinamiche che si instaurano all’interno della famiglia con la nascita di un secondo o terzo figlio può aiutare ad affrontarle in maniera più consapevole e serena.
La gelosia è un sentimento normale che emerge nel bambino alla nascita di un nuovo fratello o sorella. Esprime il timore di perdere l’esclusività dell’amore delle figure amate. E’ come se il bambino ritenesse di poter essere il solo a fornire l’amore necessario ai propri genitori e a sua volta di essere il solo al quale i genitori possano rivolgere il proprio amore e le proprie attenzioni.
L’emergere di questa emozione sebbene sia spesso fonte di tensione e conflitto sia tra i fratelli che di conseguenza tra i figli e genitori, a causa delle manifestazioni più o meno intense che possono essere messe in atto, consente anche di affrontare e superare una fase dello sviluppo del bambino che lo porterà verso un’adeguata maturazione sociale ed emotiva. Infatti imparare a gestire questa emozione fin da piccoli in maniera positiva faciliterà e renderà più serene le future relazioni sociali in età adulta. Il rapporto tra fratelli e sorelle può dunque essere considerato ed utilizzato come una sorta di palestra emotiva attraverso la quale si costruiscono la fiducia reciproca, la tolleranza, l’adattabilità piuttosto che la diffidenza e l’individualismo nel rapporto con gli altri.
Solitamente soffrono maggiormente di gelosia i primogeniti in quanto hanno vissuto per un periodo più o meno lungo l’esclusività del rapporto con i genitori. Il secondo o il terzo figlio hanno dovuto sempre dividere l’amore e le attenzioni dei genitori con gli altri fratelli, ma ciò non significa che non possano sperimentare gelosia nei loro confronti. Anche i figli unici possono provare gelosia nei confronti dei genitori ed è perciò importante che anche in questo caso essi imparino ad individuare e gestire tale sentimento nel figlio.
Quali sono i segnali?
Quando il bambino soffre di gelosia può manifestare questo sentimento in diversi modi. In parte dipendono dalle sue caratteristiche di personalità, dal temperamento, dall’età, dalle sue competenze. E’ importante che i genitori colgano questi segnali e li interpretino come espressione del sentire del proprio bambino, senza giudicarlo o punirlo per questo.
Il bambino può manifestare comportamenti regressivi: fare la pipì a letto, sporcarsi, chiedere il ciuccio, parlare con una voce infantile, chiedere maggiori attenzioni ai genitori, lamentarsi spesso, chiedere più coccole.
Può manifestare comportamenti aggressivi: fare dispetti, mettere il broncio, stuzzicare sia fisicamente che verbalmente, lanciare o rompere oggetti o giocattoli, picchiare, morsicare, criticare o rimproverare apertamente i genitori.
Che cosa si può fare allora…
Innanzi tutto è bene ricordare che i genitori giocano un ruolo fondamentale nell’aiutare i bambini, specialmente se molto piccoli, a comprendere le proprie emozioni e a gestirle nella maniera più adeguata. Questo avrà il doppio vantaggio di risolvere i conflitti attuali all’interno della famiglia ma anche di aiutare il bambino a crescere e maturare, ad avere cioè maggiore facilità nella gestione delle relazioni interpersonali future. Se le esperienze con i fratelli e con i genitori saranno positive imparerà ad avere fiducia in ciò che sente e a gestire i sentimenti via via emergenti nei confronti delle persone con le quali entrerà in relazione.
Per ottenere questi risultati ed evitare di cadere in alcuni diffusi comportamenti che non fanno altro che peggiorare la capacità del bambino di avere fiducia in sé e di regolare autonomamente la propria emotività i genitori possono seguire alcuni suggerimenti.
Cosa, invece, è meglio non fare mai?
Punire il bambino, specialmente fisicamente. Questo trasmetterebbe al figlio il messaggio che non si deve provare gelosia (quindi non si riconosce e accoglie il suo sentimento) e ciò potrebbe farlo sentire cattivo o sbagliato. Inoltre potrebbe farsi l’idea che il più forte ha la meglio sul più debole e che attraverso l’aggressività si può ottenere ciò che si vuole.
Ascoltare e rassicurare: queste sono le due parole d ordine. Cercare di mettersi nei panni del bambino geloso, non mostrandosi sorpresi o impauriti dalla sua gelosia. Capire i bisogni del figlio e dunque anche le sue difficoltà consente ai genitori di mostrarsi più sereni e disponibili nei suoi confronti, pur rimanendo determinati nel porre dei limiti e nel non assecondare le pretese del figlio. Accogliere e comprendere non significa infatti darla vinta, ma aiuta al contrario a rendere anche i rimproveri o le regole, con le loro conseguenti frustrazioni, meno dolorose e più comprensibili per il bambino geloso”.
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com