Come aiutare i figli vittime di bullismo

bullismo
La settimana scorsa con la dottoressa Francesca Santarelli abbiamo parlato di fobia scolare, ossia di quando un bambino non ha più tanta voglia di andare a scuola.
La psicologa, volutamente, non ha affrontato un argomento difficile, spinoso che è quello del bullismo, perché merita un’attenzione particolare.
Una mamma, però, ha chiesto alla nostra psicologa di parlare esplicitamente anche di bullismo.
Ecco che cosa ci racconta:


“Nel precedente post, quando ho parlato della fobia scolare, non ho voluto appositamente affrontare un tema spinoso: uno dei motivi che purtroppo molto spesso spingono i bambini a non voler più andare a scuola o comunque a fare i capricci tutte le mattine per non volerci andare: quando ci sono casi di bullismo.

Santarelli2014_piccola

Dott.ssa Francesca Santarelli

Ringrazio per questo, una mamma che mi ha invitato a parlarne così che possa parlare di questo argomento così difficile, ma purtroppo presente in molte realtà scolastiche. Innanzitutto diciamo che le manifestazioni del bullismo cambiano molto in base alle fasce di età sia del bullo che della vittima. Magari la prossima volta vi aiuterò a capire il profilo di un bullo, ma questa volta volevo concentrarmi maggiormente sui bambini che sono vittime di queste aggressioni e cercare di aiutare voi genitori ad avere almeno una linea guida su come intervenire .

I bambini che vengono scelti come vittime, sono quelli che solitamente hanno qualche differenza rispetto al resto del gruppo ( un paio di occhiali, le lentiggini, l’apparecchio, il sovrappeso) e che per questo, vengono designati come più fragili o deboli da parte di chi invece si percepisce con un potere dominante e quindi più forte (il bullo).

Gli atti di bullismo si possono dividere in quattro  categorie:

  1. fisico (spintoni, botte);
  2. psicologico (esclusione, pettegolezzi )
  3. Verbale (offese)
  4. E in ultimo oggigiorno, purtroppo anche l’utilizzo del web con foto o post su Facebook.

Non è sempre facile capire che nostro figlio puo esser  vittima di reali atti di bullismo. Ma quello che posso fare per aiutarvi, almeno inizialmente, è delineare degli  spunti di osservazione che possono essere come dei campanelli di allarme. Ad esempio:

  1. cambiamenti improvvisi: non vuole più andare a scuola mentre prima ci andava tranquillamente, non riesce più a dormire da solo, non mangia più o mangia all’improvviso troppo.
  2.  Comportamenti strani o diversi dal solito: ci chiede soldi in casa o li sottrae di nascosto, si priva di giochi e non vi dice dove li porta.
  1. Cambia atteggiamento con i coetanei in termini di maggiore isolamento o all’improvviso non vuole più frequentare i suoi amici e non vi spiega il perché.
  2. Può cominciare ad avere tutta una serie di disturbi fisici che non si riconducono a nessun tipo di disturbo organico, ma sono tutte somatizzazioni e si manifestano di solito, la mattina prima di andare a scuola.
  3. Non ne parla, cambia umore e sembra non sia più vostro figlio, praticamente come se non lo riconoscete più.

Attenzione però a non confondere il bullismo con comportamenti aggressivi o conflittuali tipici tra bambini perche per parlare di bullismo vero e proprio, occorre che un atto di violenza sia volontario, da parte di un “forte” (si crede tale) nei confronti di un bambino piu debole che di solito è colui che soccombe. Questi atti devono avvenire ripetutamente per un lungo periodo di tempo e spesso di fronte ad un pubblico di coetanei che solitamente non reagisce o che rinforza involontariamente  il comportamenti del bullo stesso.

Quando un bambino vive costantemente paura, tensione, impotenza (emozioni tipiche del trauma) non è in condizione di parlare con voi né di condividere cio che vive e che prova per timore che l’intervento adulto confermi ulteriormente la sua percezione di debolezza.

Quello che può fare un genitore è di mantenere il più possibile le basi per un dialogo e una comunicazione aperta e spontanea in cui non ci deve essere pressione di nessun tipo e nessuna insistenza.

Anche se sembra assurdo,  bisogna partire con il rispettare il suo silenzio e i suoi tempi, in modo che sia lui gradualmente ad aprirsi con noi perche si fiderà del rispetto che abbiamo avuto nel percepire il suo malessere.

Si può inoltre essere maggiormente presenti a scuola nell’accompagnarlo o andarlo a prendere e naturalmente devono essere informati subito gli insegnanti, in modo che possano sviluppare un’attenzione maggiore nei confronti della classe e del bambino stesso.

Dobbiamo sempre rassicurare e spiegare al bambino che non è colpa sua e non c’è nessun motivo di vergognarsi. Chiedere aiuto è un atto di coraggio e non vuol dire essere deboli o fare la spia.

Può essere utile a trovare con lui delle strategie utili in modo di valorizzare le sue idee (come ad esempio evitare i momenti in cui ci può essere il maggior rischio o dirgli che se vogliono rubargli ad esempio il cellulare, è meglio non opporre resistenza, ma informare subito l’adulto).

Insegniamogli anche che, allontanarsi fisicamente dalla situazione, può essere una strategia utile e questo non vuol dire scappare, ma evitare per proteggere se stesso.

 

Dovremo stare attenti a rafforzare costantemente la sua autostima in questo momento, utilizzando più possibile rinforzi positivi per ciò che fa e non rimproveri o critiche.

Possiamo aiutarlo a raccontare per iscritto i fenomeni e gli episodi che vive o semplicemente possiamo invitarlo a disegnarli: questi sono tutti i modi per elaborare il trauma molto utili ai fini terapeutici.

E naturalmente, non dimentichiamoci di valutare se la sofferenza di nostro figlio diventa importante, di chiedere aiuto ad uno psicologo che possa aiutare non solo il bambino, ma anche noi genitori a imparare delle strategie e degli interventi davvero utili ed efficaci.

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

 

 

50 risposte a “Come aiutare i figli vittime di bullismo

  1. Cri: ho gia commentato ieri sera con Monica quello che penso, sei stata e sei un OTTIMA mamma e il risultato si vede, sono di aprte??? si e allora?????!!!

  2. aLE : no comment che schifo e che vergogna, hai proprio ragione se tutti imparassero il significato di educazione rispetto forse di certi epidìsodi non en sentiremmo parlare.
    mio papà mi ha detto che quando era giovanotto lui e lui ha 77 anni nella sua via un ragazzino faceva cose simili, i genitori degli altri ragazzi lo hanno preso e emsso a pulire il marciapiede con uno spazzolino da denti…. risultato? non lo ha piu fatto!
    si potrebbe rifare no? mica male!

  3. @CriCri e @sofia: qualche mese fa, parlando con un’insegnante di un istituto superiore, mi ha raccontato di un preside che ha sospeso un alunno perché ha ripetutamente bestemmiato in classe. La mattina dopo, il padre di questo alunno, si è presentato nell’ufficio del preside accompagnato dall’avocato che gli ha fatto notare che in Italia la bestemmia non è più reato!
    Che messaggio passiamo ai nostri figli??? 🙁

  4. @Ale: esatto. Io non condanno i bambini o ragazzi appunto xkè ragazzi ma i loro genitori che andrebbero internati a mio avviso.

  5. @sofia: bellissimo comportamento delle insegnanti…infatti non so se avessero potuto però solo x il fatto che ci hanno provato esponendosi in prima persona sono da ammirare ed elogiare. A me hanno detto solo di non cambiare sezione altrimenti passava un messaggio sbagliato. Certo avrebbero controllato di più….si come no? Che poi quando sei coinvolta emotivamente spesso perdi anche la lucidità.
    Cmq la cosa che mi addolora è come dici tu…è migliorata ma non finita. Perchè? Secondo me xkè le insegnanti hanno poco potere purtroppo. Se potessero espellere per questi atteggiamenti o cose così avrebbero anche degli strumenti in più a loro favore. Invece no, anzi devono stare attenti ai genitori che non denuncino loro…che tristezza. Grazie di aver condiviso la tua esperienza, anche se a me è passata non sai quanto non mi faccia sentire sola. Mi sono sentita aliena x parecchio tempo.

  6. @CriCri: io noto una certa indifferenza o tentativo di sminuire la cosa da parte dei genitori dei bulli!!!!
    I miei figli per ora (e mi auguro mai) non sono mai stati vittima di bullismo ma lo è l’intera via in cui abitiamo. C’è un gruppetto di ragazzini che costantemente vandalizza auto, abitazioni, esercizi commerciali … Manca di rispetto agli anziani (ma anziani anziani veramente), deride e sfida gli adulti che si permettono di riprenderli. Sfidano persino le forze dell’ordine quando intervengono perché interpellate …. I genitori di alcuni di questi ragazzi, una volta avvisati, ovviamente hanno sminuito se non addirittura negato …
    Credo che il grosso problema dei bulli di questi tempi siano proprio i loro genitori: sono loro che andrebbero rieducati …. 🙁

  7. cricri e antonella: vorrei spezzare una lancia a favore delle insegnanti. Mio figlio e’ in quarta elementare e in classe sin dall’anno scorso, una bimba , figlia di una mia carissima amica e’ stata presa di mira dal bulletto di turno solo perche’ era molto brava a scuola. Prima dei genitori, le maestre si sono rese conto di quanto stava accadendo alla bimba, hanno convocato i genitori di entrambi i bambini e hanno spiegato il tutto. Ovviamente i genitori del bulletto alla prima convocazione, cosi’ come alla seconda non si sono presentati ma alla terza le maestre hanno detto che se non sarebbero andati avrebbero informato le assistenti sociali di quanto stava accandendo. Non so se ne avrebbero avuto la facolta’ , ma minacciati i genitori del bulletto si sono presentati, ovviamente come dice Cricri difendevano a spada tratta il bambino definendolo solo molto vivace…. Comunque dopo quell’incontro la cosa non e’ finita ma parecchio migliorata.

  8. @Ale: dici che sia legato all’età? Non so, me lo auguro xkè ho notato invece una sorta di indifferenza generale, in giro intendo. Anche raccontando in generale come si dice facendo 2 chiacchiere e senza entrare nello specifico notavo che le persone cambiavano discorso o apparivano non interessate. Forse non interessa finchè non ti tocca o finchè non ci sono casi gravi trattati dai giornali. Lo trovo alquanto squallido.
    Non centra nulla ma quando andavo a scuola io ci facevano corsi di questo tipo (anche alle elementari), spesso fatti da poliziotti o assistenti sociali in cui partendo da casi realmente accaduti si introducevano problematiche serie come la violenza (una volta non si chiamava bullismo), droga ecc. I ragazzi per così dire “ribelli” non è che cambiassero eh ma spesso prendevano coscienza che qualcosa (magari all’interno della loro famiglia) stava scatenando la loro violenza. Boh.
    @SilviaFede e Maria: una volta l’ho affrontata cercando di avere tutta la calma possibile xkè odio le piazzate beh la risposta è stata che suo figlio queste cose non le fa e se pure le avesse fatte era per un momento di “sbandamento” e poi se la preside non dice nulla vuol dire che va bene….l’ammazzavo? Non so quale santo mi abbia fermata…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *