Schiaffi, un italiano su 4 ha la mano pesante Save the Children: “Nell’Ue vietati per legge”

Quante volte abbiamo parlato di schiaffi e ceffoni?
Ci siamo posti la domanda se sia giusto o no ogni tanto mollarne uno, se sia un gesto educativo o diseducativo, se faccia male più al culetto o all’orgoglio del bambino, se può essere considerato un atto di violenza o no, … se… se.
Ebbene da una ricerca di Save the Children, attraverso un’indagine di Ipsos è emerso che in Italia oltre un quarto delle madri e dei padri (27%) fa ricorso più o meno di frequente alle punizioni fisiche, che risultano educative per un quarto dei genitori, anche se il dialogo e l’ascolto restano i valori educativi fondamentali per la gran parte delle famiglie.

Insomma, anche se i figli sono “piezz ‘e core”, accanto all’affetto c’è sempre il rimbrotto e alla carezza lo scappellotto!

Per Save the Children, però, le cose non stanno proprio così. A loro avviso ogni forma di punizione corporale potrebbe, se reiterata nel tempo, creare anche seri danni ai bambini.

Ma vediamo nel dettaglio cosa è emerso dallo studio di Save the Children.
Per il 50% dei genitori italiani la ricerca del dialogo resta un pilastro fondamentale del rapporto con i figli e per il 35% lo è l’ascolto.

Tuttavia, il 22% di padri e madri di bambini da 3 a 16 anni ricorre allo schiaffo qualche volta al mese e il 5% quasi tutti i giorni; a questi si aggiunge un 49% che lo utilizza eccezionalmente.

In generale, un quarto di madri e padri italiani vede nel ceffone un gesto con una valenza educativa.

Rispetto a una precedente ricerca di Save the Children (2009), c’è un aumento del ricorso allo schiaffo fra i genitori con figli tra 6 e 16 anni e un calo dell’uso del ceffone verso i bambini più piccoli.

Tra le principali motivazioni che spingono allo schiaffo, c’è, per circa un genitore su due, “l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento”.

Per quanto riguarda le conseguenze dello schiaffo sui bambini, non sono considerate necessariamente negative: per il 57% dei genitori dare uno schiaffo una volta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno e per il 26% può addirittura aiutare a renderli adulti educati.

Eppure Save the Children mette in guardia padri e madri e avvisa che qualunque punizione fisica è una violenza, che può avere pesanti ripercussioni sul futuro del figlio.

In realtà le conseguenze di uno schiaffo, soprattutto se reiterato, non sono neutre. Un bambino può diventare con l’andare del tempo aggressivo e nervoso o, al contrario, deprimersi ed è importante che i genitori siano consapevoli di ciò – ha spiegato il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri – dunque noi diciamo no alle punizioni fisiche di qualsiasi entità esse siano e sì ad una genitorialità positiva, autorevole e fondata su un’educazione non violenta”.

“Dalla ricerca nel suo complesso emerge l’immagine di genitori che ce la mettono tutta per svolgere al meglio il loro ruolo e che ricorrono al ceffone soprattutto quando sono esasperati – prosegue Neri – tuttavia si evidenzia anche una non piena consapevolezza dell’impatto di questa loro condotta sui figli e anche una certa solitudine e assenza di supporti adeguati alla loro genitorialità: il 20% dei genitori sostiene di essere lasciato solo nel suo difficile ruolo”.

Per questo Save the Children ha lanciato la campagna “A mani ferme”, con la quale intende coadiuvarli e aiutarli nell’apprendimento di un’educazione non violenta. Nell’ambito della campagna è stata creata una “Guida alla genitorialità positiva“, che verrà diffusa anche grazie alla Società italiana di pediatria e all’Associazione Nazionale Pedagogisti.

Neri ha infine ricordato che l’Italia è uno dei pochi Paesi europei senza un divieto legislativo di punizioni corporali in ambito familiare.
Nella maggior parte dei Paesi Ue gli schiaffi sono vietati per legge
!

Che ne pensate?

50 risposte a “Schiaffi, un italiano su 4 ha la mano pesante Save the Children: “Nell’Ue vietati per legge”

  1. @ Antonio: era dietro o davanti? Quando ero piccola, i miei mettevano la sicura agli sportelli posteriori della macchina e si potevano aprire solo dall’esterno.
    Se tentavamo di uscire, non ci saremmo riusciti. Non so se adesso le macchine moderne hanno questo sistema di sicurezza, ma in caso fosse possibile, mettilo.

    Certo lo schiaffo in questo caso agisce da deterrente…

  2. Leggevo questo articolo perché proprio stamattina ho mollato uno schiaffo (devo ammettere con rammarico un po pesantuccio) al mio diavolo di 3 anni. Eravamo in auto per andare a scuola e ha iniziato a non voler allacciare la cintura del seggiolone; alla fine dovendo pensare a guidare nel traffico non mi sono acccorto (parlo di di secondi) che ha sciolto la cintura e contestualmente ha aperto lo sportello cercando di uscire dall’abitacolo….. ora a 3 anni che gli spiego ???? È un’età in cui non si rendono conto del pericolo. Spero, quindi, che il ceffone gli rammenti di stare tranquillo quando siamo in auto. Posto che in questo caso è meglio il ceffone che ritrovarmelo investito da qualche scooter che sorpassa sottomano….

  3. @Mario: che dispiacere……un abbraccio…spero tu diventi un adulto diverso dai tuoi, almeno per le botte.

    Io sono contraria alle botte, totalmente. Mio figlio ha 4 anni e mezzo, e ci siamo sempre capiti senza botte. Le regole sono riuscita a insegnarle lo stesso, anzi….credo che vedere il mio sguardo da arrabbiata faccia su di lui un effetto peggiore…invece alle botte ci si abitua (vedi Mario poco sopra…) e si perde la stima dei genitori.
    Come è triste per un figlio la sensazione di un genitore che gli usa violenza…anche se è uno scapaccione! Se arriviamo a doverglielo dare vuol dire….che qualcosa non ha “funzionato” prima!
    Oh…non è che con Filippo sono tutte rose e fiore eh! A volte mi fa arrabbiare eccome. ma, ripeto, capisce benissimo anche senza botte! le parole arrivano dentro e ci rimangono, anche se a noi può sembrare che non è così. Capiscono eccome!

    mia madre non mi picchiava spesso, anzi raramente, ma quando lo faceva….una volta sono finita in ospedale. La rabbia e la violenza con cui si scagliava su di me me la ricordo ancora. ma ai fini educativi…..non è servita. per distruggere il nostro rapporto….ha contribuito parecchio invece!

  4. @Vincenzo: la tua richiesta non e’ chiara…non si capisce chi e’ stato querelato, quanti anni ha il minore e se la prognosi del minore e’ di 6 giorni!!!!??? quindi violenza gravissima altro che schiaffo…
    @Elena: con 2 anni di ritardo ti dico che condivido parola per parola quello che hai scritto…

  5. @vincenzo: non sono avvocato ma penso che visto che è stata sporta querela si rischia abbastanza. Non vorrei dire idiozie ma presumo che si vada anche sul penale….su un minore ancora di più. Scusa ma se è guaribile in 6 giorni vuol dire che la bambina è stata picchiata in maniera esagerata. O no?

  6. Io non sono un genitore, ma sono un figlio….forse l’unico che ha avuto la decenza di andare a guardare su internet
    se le sberle che ci prendiamo sono a norma…(ho 13 anni.) Sono rimasto sconcertato leggendo che su questo blog non si fa altro che discutere di ‟spolverate sul sedere‟ mentre mio padre molla ceffoni sul capo così forti che mi fischiano le orecchie (non scherzo) mentre mia madre usa calci e colpi di battipanni. qualche mese fa addirittura la cintura. Eppure non faccio mica crollare la casa………a volte le prendo per colpa di mio fratello minore. Secondo i miei genitori il maggiore (perche è il responsabile degli altri 2) paga per tutti. è giusto?

  7. Davvero, mi conforta sapere che noi mamme e papà italiani siamo più saggi di tutti i dottoroni che sdottorano a Save the Children o in altre sedi istituzionali. Anche io di solito “conto fino a tre” (e mi è piaciuto molto il commento di SilviaFede che si chiede chissà cosa pensa suo figlio che venga dopo il 3). Il fatto è che anche contare fino a 3 per il bambino significa che la tua pazienza si sta rapidamente esaurendo e dopo il 3 arriva la sberla, o la sculacciata o la “spolverata” come alcuni la definiscono. Quindi è evidente che la “spolverata” ha un fondamento educativo. Il bambino comprende che essa è l’estremo limite cui arriva il nostro intervento educativo. e pertanto deve esistere ma deve essere, appunto l’estremo limite. Una volta che il bambino ha capito questo, allora davvero, basta il famoso approccio del “contare fino a tre ” o il “vengo lì?”, e probabilmente la necessità effettiva dell’intervento è già scongiurata a priori, perché il bambino ha fatto l’esperienza e ha capito. E per amor del Cielo, se ogni tanto invece la sberla ci scappa per esapserazione o delusione o rabbia, non è mica un dramma! Prendiamo in qual momento coscienza che siamo umani e possiamo sbagliare, e secondo me, quando capiamo che magari, per stanchezza o fragilità nostra abbiamo esagerato, si può anche dopo chiarire con nostro figlio chiedere scusa, facendogli però presente che se siamo arrivati a tanto è anche perché il suo atteggiamento ci aveva esasperati. I bambini comprendono molto meglio di quanto crediamo quando sono loro in torto e quando invece (raramente, mi auguro) siamo in torto noi. Auguri a titti i genitori. E concludo concordando ancora in pieno con SiviaFede, bambini e genitori non possono e non devono mai essere messi sullo stesso piano, non c’è “pariteticità” di diritti e di doveri. E quindi nemmeno di comportamenti. Io faccio sempre l’esempio delle parolacce. Mi sento sempre dire che noi adulti non le dobbiamo dire altrimenti i bambini le ripetono. Per me ciò non è ammissibile. Un adulto consapevole piò consapevolmente usare parole che ai bambini sono per definizione PRECLUSE, a prescindere! E anche questo deve essere chiarito con i propri figli.

  8. C’e’ una cosa su cui non sono proprio d’accordo: e’ vero che i nostri figli tendono ad imitarci ed in generale ad imitare i comportamenti degli adulti, pero’ credo che bisogna far loro capire che non tutto quello che fanno gli adulti con delle motivazioni possono farlo anche loro. Il fatto dello sculaccione e’ una di queste cose, se la mamma o il papa’ lo danno in casi estremi oppure li puniscono, non devono sentirsi autorizzati a fare altrettanto. Io queste cose le ho spiegate a Fede, qualche volta ha preso qualche sculaccione, ma non l’ha mai ridato a nessuno, ne’ alza le mani con nessuno. Un conto e’ quello che possono fare gli adulti, un conto quello che possono fare i bambini non e’ detto che le due cose coincidano e bisogna essere molto chiari in questo e farlo capire bene ai nostri bimbi.

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