Meno bimbi anemici se si aspettano tre minuti prima di tagliare il cordone ombelicale

Meglio aspettare qualche minuto dopo il parto prima di tagliare il cordone ombelicale al neonato: in questo modo si riduce il rischio che il bambino soffra di anemia più avanti, senza andare incontro a particolari effetti collaterali, come l’itterizia.
L’indicazione arriva da uno studio pubblicato sul British medical journal.

Complessivamente nel mondo circa un quarto dei bambini in età prescolare ha un deficit di ferro grave, in Europa è il 3-7%. Il che può comportare anche rischi di sviluppo cerebrale. Continua a leggere

Il giallo? Estroversione e voglia di muoversi

Eccoci arrivati all’appuntamento con la nostra grafologa Candida Livatino.
Oggi ad essere esaminato è il disegno di Emma, una bimba di tre anni e mezzo.
Letizia, la sua mamma ci scrive:
“Questo è il primo disegno che ha fatto Emma quando le ho chiesto di disegnare la sua famiglia e vorrei sapere, tramite questo, qualche particolare in più sul carattere della mia bambina.
Ora in realtà ci disegna già in modo diverso: io per esempio ho le braccia, ma la testa sempre grande, rispetto a lei e al padre.
Emma ha iniziato a settembre la scuola materna, che frequenta molto volentieri e si è integrata subito bene con i suoi amichetti.
Nel disegno quella al centro sono io, quello a destra (guardando il foglio) è mio marito e quella a sinistra è ovviamente Emma.
Le sarei molto grata se potesse rispondere a questa e-mail.
Grazie”
Ecco l’analisi di Candida Livatino: Continua a leggere

I bambini e le loro prime piccole frustrazioni: che fare? Che atteggiamento assumere?

Silviafede la settimana scorsa ci ha scritto: “Volevo cogliere l’occasione per fare una domanda alla dottoressa: da quando è iniziata la scuola materna Federico si arrabbia moltissimo quando non riesce a fare qualcosa.  Ha fatto grandissimi progressi nel disegno ma se mentre disegna qualcosa non gli riesce come vorrebbe fa una tragedia, strappa il foglio, smette di disegnare o si mette addirittura a piangere. Così pure nel vestirsi da solo (sta imparando adesso) se si mette le scarpe al contrario o non riesce ad infilarsi la felpa… Come devo comportarmi? Io cerco di rassicurarlo dicendogli che sta imparando cose nuove è normale non fare subito tutto bene, ma lui si mortifica e a me dispiace tanto. Ho pensato che forse vorrebbe essere già come i suoi compagni di 5 anni, ma ovviamente non è possibile… può aiutarmi?”

 La risposta della nostra Psicologa amica, dottoressa Francesca Santarelli, non si è fatta attendere. Ecco cosa ci dice: Continua a leggere

Generazione di bambini adulti

Stamattina mentre portavo Marco a scuola ho sentito un papà che riprendeva suo figlio: “Non fare sempre il bambino, non sei più piccolo, dai, avanti!”.
Perché? Il figlio stava salterellando sul vialetto, rallentando i ritmi del babbo!

Ma quel piccolo è un bambino

Ok che la mattina siamo tutti un po’ presi, spesso in ritardo, e quindi scatta il nervosismo e la tensione. Ma dire a un bimbo di 4 anni “non fare sempre il bambino” mi ha fatto sorridere nell’immediato e riflettere mentre venivo in ufficio.

Cercati fortemente, desiderati fortemente, oggi però i bambini spesso si trovano a vivere un’età che non è più a misura loro. Hanno mille stimoli, mille giochi, ma non hanno l’esperienza del vuoto e della scoperta.

Un fenomeno che dagli esperti di Riza viene definito “Adultizzazione precoce”. Sono in pratica come i frutti fuori stagione, le cosiddette primizie: belli da vedere ma insapori. Messi sotto pressione fin dalla tenera età rischiano poi di diventare adolescenti fragili, con la paura di crescere. Continua a leggere

Gianna Nannini e il suo modo di essere mamma

Felicemente mamma, tenera ma non troppo, dolce ma non sdolcinata, grintosa e frizzante. Questa è la Gianna Nannini che si racconta a Vanity Fair.

Quando è nata Penelope, così si chiama sua figlia, ho pensato: chissà che ninnananne fantastiche gli canterà.
E invece la Gianna nazionale ha inventato una filastrocca un po’ ‘sui generis’: ‘Parapaponzi Parapaponzi la ninnananna degli stronzi’. A suo dire funziona sempre e la bimba ride!

La Nannini ha svelato che per un po’ uscirà di scena, niente stadi, né teatri, ma solo tante coccole con la figlia che, ha ammesso, le consuma un sacco di energie. ( Ci credo… :)) Continua a leggere

L’adozione a distanza, un gesto prezioso

La settimana scorsa mi avete chiesto di parlare di un argomento molto importante e nello stesso tempo delicato: l’adozione a distanza.
Grazie a voi ho scoperto un nuovo mondo. Un mondo fatto di solidarietà, di voglia di fare e aiutare gli altri. Di gente che fa dell’amore per il prossimo la propria missione di vita. E soprattutto di organizzazioni che lavorano non per dare semplice sussistenza, ma per fornire alle famiglie bisognose gli strumenti e la cultura per crearsi un futuro, si spera, migliore.

Potete obiettarmi: “Ma finora hai avuto il prosciutto davanti agli occhi?”
Ovviamente no. Sapevo a grandi linee della loro esistenza e del loro funzionamento. Ma fino a quando non ci sbatti il naso sulle cose, spesso tanti particolari sfuggono…

L’associazione che ho contattato per avere info è stata Terre des Hommes.
Le mie domande sono state le più comuni e banali, le loro risposte no, sono state illuminanti e li ringrazio per la disponibilità!
Ho chiesto: “Ma i soldi vanno direttamente al bambino o alla famiglia? C’è un limite minimo di tempo richiesto per il sostegno o anche un anno, due, vanno bene? E raggiunta la maggiore età che fine fanno questi ragazzi? E una famiglia che adotta a distanza un bambino può conoscerlo dal vivo andando nel suo paese?”

Mi hanno risposto con un articolo lungo, bello, completo, che merita attenzione.

A voi: Continua a leggere

Dal lettone, alle urla, al fratellino in arrivo: ecco i consigli di Francesca

Il vostro bimbo preferisce il lettone?

Per convincerlo a rimanere nel suo lettino bisogna creare dei rituali. Un bel rituale per la buona notte e un bel rituale anche per il risveglio. Parola di Tata Francesca che dal salotto di Verissimo ci dà qualche consiglio su come gestire i bambini e risolvere al meglio quei piccoli problemi quotidiani che alla lunga, però, diventano insormontabili come, appunto, la condivisione del lettone matrimoniale.
Alla fine in tre si dorme tutti male e senza un buon riposo affrontare la giornata diventa difficile. Che fare? Secondo Francesca la soluzione potrebbe essere proprio quella di inventare un rituale.
Un esempio? Anche una filastrocca come questa: “Uno, due, tre sto arrivando da te, uno, due, tre sto arrivando da te, uno, due, tre un abbraccio tutto per me”. Continua a leggere

“Ma perché mio figlio non mi ascolta?”

“Ma perché mio figlio non mi ascolta?”
Ogni mattina mi faccio questa domanda. La risposta? Ancora non l’ho trovata. Ma ho trovato un articolo interessante su questo tema su “Figli Felici”. Ve lo propongo.

Di una cosa sono certa: più strillo, più urlo e più minaccio punizioni e più Marco fa finta di non ascoltarmi! Alcune cose, almeno così mi sembra, gli scivolano addosso.
Il momento di massima disperazione? La mattina.
Quando le lancette dell’orologio mettono il turbo, i minuti volano, ci sono mille cose da fare lui… anzichè sbrigarsi, diventa lento come una lumaca addormentata.

E allora comincia la tiritera: “Marco sbrigati, Marco bevi il latte, Marco lava i denti, Marco mettiti le scarpe, Marco il giubotto!”. E lui: caaaaaalmo! Alla fine, presa dalla disperazione, faccio tutto io.
Non posso aspettare i suoi tempi biblici: mezz’ora per bere il latte, mezz’ora per mettere le scarpe, almeno un quarto d’ora per lavare i denti e un buon 10 minuti per infilare il giubbotto.
Dovrei farlo alzare alle 5 del mattino per uscire alle 8:30!

E allora? La soluzione? Secondo gli esperti di Riza dovrei “cambiare musica!”. Continua a leggere