Un pomeriggio da ricordare: ho “perso” mio figlio alla fiera!

Mi piacerebbe iniziare questo pezzo dicendovi: “Ho sentito dire…”, oppure “Ad una conoscente di una mia amica è successo…”. E invece vi dico che da mamma ho vissuto una delle esperienze più brutte che si possano vivere (o almeno così mi è sembrato): “Ho perso mio figlio alla fiera di San Martino”. Anzi: “Abbiamo perso nostro figlio alla fiera”, visto che c’era anche mio marito.
Per fortuna in questa storia c’è un lieto fine, ma ho imparato una lezione. Una grande lezione che vorrei condividere con voi.

Sabato scorso abbiamo portato i bambini ad una manifestazione molto carina in un paese vicino al nostro. C’erano tutti gli animali da cortile: oche, galline, faraone, pecore, asini, cavalli, ecc. La mostra degli antichi mestieri, la sfilata dei trattori. Insomma tutte le cose che possono affascinare piccini, ma anche grandi.
Abbiamo assistito pure all’elezione della mucca più bella. (Inutile dirvi che mio marito mi ha invitata a partecipare, visto che allatto ancora, incoraggiandomi: “Vedrai… ti daranno il primo premio!”. Simpatico).

Ma è bastato un attimo, un solo attimo di distrazione e il bambino più grande (3 anni) non c’era più.

Panico. Ci siamo divisi per cercarlo. Ma i minuti passavano e del bambino neppure l’ombra. Mi sono rivolta alla polizia municipale. Sono scattate subito anche le loro ricerche. Ma nulla.

Allora sono andata dai vigili del fuoco, che si sono messi subito all’opera. Abbiamo fatto la comunicazione con l’altoparlante. Ma niente di niente. Del bambino non c’era traccia.

Non so quanto sia durato questo incubo. Forse un’ora, forse di più. Avevo perso completamente la cognizione del tempo e anche la lucidità. Ero in preda al panico. In testa mi frullavano tanti pensieri, uno più brutto dell’altro.

D’altro canto la cronaca ci insegna che ogni anno migliaia di bambini, o meglio di persone, scompaiono nel nulla e non vengono più trovate. E io mi vedevo già a fare le fiaccolate o a partecipare alle trasmissioni televisive per lanciare appelli.

Terribile. Terribile. Terribile.

Per fortuna ad un certo punto è arrivata la telefonata: “Abbiamo trovato il bambino”.
Il mio volto si è immediatamente coperto di lacrime. Erano come un fiume in piena. Non riuscivo a fermarle in nessun modo. E ancora adesso che scrivo continuo ad avere gli occhi umidi e la pelle d’oca.

L’incubo era finito. Ho riabbracciato il mio cucciolo.

Non sapevo cosa fare, se sgridarlo o stringerlo forte. Alla fine ero così felice di vederlo che l’ho strapazzato di baci e ho lasciato i rimproveri per la sera.

E così è da due giorni che gli leggo solo il libro “Alla ricerca di Nemo”. La storia di quel pesciolino che disubbidendo al papà Marlin si allontanò da solo e fu catturato da due sub. E suo padre dovette cercarlo per mari e oceani prima di poterlo riabbracciare.
Sembra un racconto fatto apposta per me. Il paragone mi sembra chiaro, vero? Mi auguro che gli arrivi il messaggio… chiaro e forte.

Ah…volete sapere dov’è stato il bambino per tutto il tempo? Su una giostra. Si era seduto in una macchinina, ovviamente in un posto poco visibile, e ha fatto non so quanti giri gratis. Si è divertito un mondo…lui!

Prima di andare via sono andata dal giostraio: volevo saldare il debito e pagare i giri che il mio furbetto aveva fatto. Ma il ragazzo mi ha vista con gli occhi gonfi, la faccia stravolta e due bimbi in braccio e mi ha detto: “Ha fatto più o meno 50 giri… ma stavolta offre la ditta”.
Menomale….altrimenti che botta per il portafoglio!!

Ma a questo punto vorrei fare tesoro di questa esperienza e scrivere con voi un vademecum. Ecco cosa fare quando si perde il proprio bambino.

Innanzitutto c’è la prevenzione:

1) Insegnare al bambino quali sono le persone a cuoi può rivolgersi in caso di problemi: polizia municipale, carabinieri, vigili del fuoco, cassiere del supermercato, ecc. Insomma a tutti coloro che indossano una divisa.
2) Insegnare al bambino a pronunciare correttamente il suo nome e cognome e magari anche quello di mamma e papà. Sarebbe meraviglioso se sapesse anche l’indirizzo. Il numero di telefono mi sembra troppo!

Per noi genitori:

1) Mantenere la calma. Lo scrivo, ma è praticamente impossibile!
2) Rivolgersi alla polizia municipale, guardie, vigili del fuoco. Più si è a cercare meglio è.
3) Fare una ricerca capillare, pensando però ai posti che più possono interessare o attrarre il bambino.
4) ….
5) ….

Mandatemi le vostre proposte per arricchire il vademecum.

23 risposte a “Un pomeriggio da ricordare: ho “perso” mio figlio alla fiera!

  1. Per Giò: Non sai quante volte l’ho pensato. E dentro di me quante gliene ho dette!! E invece l’ho dovuto pure ringraziare per aver tenuto il bambino al sicuro e al caldo. Ti immagini se lo avesse cacciato via?

    Se invece avesse avvisato i vigili… beh sarebbe stato tutto un altro vivere!

  2. Ciao, questa estate ho portato il mio bimbo di 5 anni a Gardaland. Mi ricordo che c’era tantissima gente. Avevo talmente tanta paura di perderlo di vista che alla fine non mi sono nemmeno divertita…..lui invece si! Cmq vi scrivo per dirvi che l’unica cosa che mi è venuta in mente quella mattina è stato di scrivere con una penna il mio numero di cellulare sul dorso della mano!

  3. …magari penso che, quando partecipiamo a queste giornate, potremmo mettere una targhetta, magari aattaccata al’asola di una giacca o al pantalone, nome e cognome del bimbo e un recapito telefonico dei genitori!!!!
    e poi credo che, forse servono in questi casi i rimproveri ma non al bambino, sappiamo che sono disubidienti e sta a noi non perderli di vista, il che non è facile lo so…io ho l’incubo di vivere questa brutta esperienza perchè l’attenzione per questi furbachioni, non è mai troppa!!!
    Sonia

  4. Sono mamma della piccola Stella, 14 mesi appena. Ha iniziato a camminare in agosto e ora corre su quelle gambettine….
    Due settimane fa, in un mega parcheggio a Miami, USA, era accanto alla macchina e io mi sono distratta solo pochi attimi per mettere a posto delle carte e biberon prima di chiudere la portiera. Mi giro e non la trovo più. L’inbubo è durato 15 minuti ma a me è parso un secolo. Mio marito era in hotel e non sapeva nulla, io penso di aver rischiato un infarto. Oltretutto ancora non parla. Ho girato in mezzo alle macchine, urlando come una matta e dopo tutto quel tempo me la vedo sbucare all’orizzonte. Per fortuna le altre macchine andavano a un’andatura lenta, ma abbiamo rischiato molto…che paura!!!
    Per fortuna le nostre disavventure si sono risolte con tanto spavento e nulla di più!

  5. Io sono mamma di 5 bimbi e sabato dopo pranzo sono andata anche io alla fiera si S.Martino a Inveruno e leggendo la tua storia mi sono sentita molto toccata anche xkè ovunque vado dal supermercato alla fiera o in qualsiasi posto vado ed ho dietro i miei figli ho la paura sia di perderli che me li rapiscano ormai viviamo in una società che è un pò tanto(non dico tutti)indifferente e quindi quando esco me li tengo il + vicino possibile,so che non li faccio crescere tranquilli e cerco di chiuderli in una campana di vetro,ma io ho PAURA e voglio sentirmi sicura,ma è difficile.
    Sono felice che la tua piccola “bruttissima”esperienza si sia risolta nel migliore dei modi e concordo nel pensiero rivolto a quei genitori che cercano ancora il o i loro figli.

  6. anche la mia piccola peste è sparita ad una fiera paesana, per fortuna solo per 5 minuti, ma per noi sono sembrati secoli, stavo per andare a cercare polizia carabinieri e quant’altro quando me lo sono visto arrivare per mano ad un carabiniere /angelo, come te volevo rimproverarlo ma la gioia di rivederlo era cosi tanta che piangendo l’ho abbracciato e riempito di baci, non volevo piu sciogliere l’abbraccio!

  7. ..son qui con le lacrime agli occhi anch\’io leggendo il tuo racconto..
    ho vissuto anch\’io, fortunamente per istanti più brevi, questo spavento..non auguro a nessuna mamma di provarlo..
    Invece un grosso augurio di cuore a quelle mamme che stanno ancora cercando i loro bambini.

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