Perché un bambino piccolo vuole stare sempre in braccio?

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Amano da morire essere cullati, abbracciati e coccolati dalla mamma e dal papà. Dormono come ghiri quando li si tiene in braccio, ma appena vengono appoggiati, anche con la massima cura e delicatezza,  su un comodo materasso si svegliano e piangono come pazzi.
Ovviamente sto parlando dei bebè.
Vi riconoscete in queste scene? Chi ha avuto un figlio sicuramente sì.

Mio marito diceva che Marco aveva l’altimetro incorporato: se lo teneva in braccio, ma con lui in piedi, dormiva sonni profondi. Ma se si sedeva, il piccoletto si svegliava all’istante.

Momenti indimenticabili, carichi di tenerezza. Ma anche molto molto faticosi.

Ma perché i bambini piccoli vogliono stare sempre in braccio? E soprattutto: è giusto accontentarli o sarebbe meglio lasciarli piangere per un po’, per non viziarli?

Non so voi, ma io non sono mai riuscita a rimanere impassibile di fronte al pianto dei miei figli. Andavo in tilt. Scattavo come una molla al primo urletto e correvo da loro. Sempre.
“Così li vizi”, “Così vorranno stare sempre in braccio”, “Così non si scolleranno più”… Mi sentivo dire.
Ma io ho fatto quello che mi suggeriva l’istinto di neo mamma.

Di questo ci parla oggi la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli: bimbi in braccio, giusto o no?

Ecco cosa ci dice:

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Gli spasmi affettivi: quando il “no” dei genitori turba il bambino fino allo svenimento

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Può essere che un “no” detto da mamma e papà possa contrariare così tanto un bambino piccolo da causargli una crisi di pianto fino allo svenimento?
Sì, è proprio possibile. Si chiamano spasmi affettivi.
Ma dire sempre di sì non è possibile. E allora che fare?
Ecco cosa consiglia la psicologa, la dottoressa Francesca Santarelli.

 

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Cena di coppia a lume di candela e bimbi dai nonni, sì o no? La psicologa

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E’ giusto lasciare i figli dai nonni qualche sera o magari anche qualche notte per ritrovare l’intesa di coppia?
Che bella domanda vero?
Il desiderio credo sia comune a tutti i genitori. Uscire una sera in due, andare a mangiare fuori o semplicemente passeggiare mano nella mano senza dover continuamente dire: “Non ti allontanare, dammi la mano, vieni qua…”
Allora perché in tanti non lo fanno?
Perché, soprattutto quando a lavorare sono entrambi i genitori, il senso di colpa prende il sopravvento. Dopo averli lasciati tutto il giorno, come si può pensare di lasciarli anche la sera e magari anche la notte?

Questo è un argomento che mi sta molto a cuore. Anche io vorrei “staccare” la spina ogni tanto. Togliere i panni della mamma per rimettere quelli della moglie e godermi una uscita a due con mio marito. Ma è più forte di me, non riesco a lasciare i bambini con la babysitter anche la sera.
Diverso è invece il discorso dei nonni. Se avessi i nonni vicini non ci penserei due volte. Lo farei con il sorriso, sicura di fare un piacere ai bambini, ai nonni e a noi come coppia.

Ma cosa dice in merito la nostra psicologa, la dottoressa Francesca Santarelli?

Ecco cosa ci consiglia: Continua a leggere



Quando un bambino è timido, “arrendevole”, indifeso: che fare? La psicologa

bambina_timidaOggi affrontiamo con la dottoressa Francesca Santarelli un tema che sta a cuore a tanti genitori: i figli timidi, “arrendevoli”, che non si sanno difendere dai compagni.

Quante volte al parco avete visto bambini piuttosto intraprendenti fare piccoli dispetti agli altri coetanei? Dispetti come strappare un gioco dalle mani dell’altro o portare via la palla o anche il ciuccio dalla bocca.

Alcuni piccoli reagiscono, cercando di riappropriarsi di quanto gli è stato tolto. Altri, invece, rimangono fermi, si intristiscono, magari piangono, tornano da mamma e papà, ma non vanno a recuperare il loro gioco.

Che fare?

Certo, l’istinto ci porterebbe ad intervenire a favore del bambino indifeso. Ma è giusto?

Meglio cercare di spronare i bimbi timidi a difendersi o rispettare la loro natura?

Ecco cosa ci consiglia la dottoressa Santarelli:

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Famiglie allargate, quando lui (o lei) ha già dei figli…

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Qualche giorno fa ero a pranzo con una mia amica, separata con due bimbe, che ora sta approcciando una relazione con un altro uomo, anche lui separato con figlio.
Mi ha fatto sorridere quando mi ha detto: “Con lui sono stata chiara, io sono una “family pack”: tre al posto di una. Quindi se prende, me prende anche le bambine”.

Effettivamente, oggi giorno, sono tante le “family pack”. Ma che succede quando si incontrano due family pack?
Come far andare d’accordo tutti, i figli dell’uno con i figli dell’altro?
E poi: come trattare i figli del nuovo compagno o compagna? Come farsi accettare? E se ci sono opinioni discordanti sulle modalità di educazione, che fare?

Di questo oggi parliamo con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

Ecco i consigli per le “famiglie allargate”:

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Separazioni, come comunicarlo ai figli?

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Quando due genitori decidono di mettere la parola fine al loro rapporto è sempre doloroso, difficile, complicato.

Lo è per loro, che sono i protagonisti di una storia d’amore ormai consumata e sgretolata. Lo è ancora di più per i figli che spesso tendono ad addossarsi le colpe del fallimento del matrimonio di mamma e papà.

E allora come  affrontare la cosa? Come dire ai propri figli che mamma e papà si stanno separando, cercando di limitare al massimo i disagi e i traumi?

La psicologa amica ci dà qualche suggerimento: Continua a leggere



Superscatenati o iperattivi?

Santarelli2014Ci sono alcuni bambini che sembrano avere l’argento vivo in corpo: a casa corrono, saltano, si arrampicano e non stanno fermi un attimo. A scuola, le maestre si lamentano più o meno per gli stessi motivi, aggiungendo spesso che non sanno rispettare i turni, che sono a volte aggressivi e prepotenti e che sembrano annoiarsi quando sono in classe durante le lezioni.

Sono bambini superscatenati, iperattivi o cosa?
Ne parliamo con la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
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Bulimia e anoressia sempre più frequente anche nei bambini più piccoli. Perché e che fare?

 

 

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Si chiamano “disturbi del comportamento alimentare” e se fino a qualche anno fa questi tipi di disurbi si manifestavano negli adulti o nei ragazzi in età adolescenziale, adesso si manifesta anche nei bambini. Ed è un trend in continua crescita.
Ma perché?
L’infanzia non dovrebbe essere solo l’età della spensieratezza, dei sorrisi, del gioco e del divertimento?
Perché invece i nostri figli manifestano questi disturbi?
E’ il loro modo per alzare bandiera bianca e chiedere aiuto.

Ma noi come possiamo aiutarli? Di questo ci parla oggi la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

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Ma perché un bambino inizia a fare il bullo?

bulliLa settimana scorsa abbiamo parlato del bullismo e dei fattori che possiamo imparare per osservare con attenzione i nostri figli e capire se possono essere vittime dei bulli all’interno della loro scuola.
Oggi la dottoressa Francesca Santarelli, la nostra psicologa amica, affronta lo stesso tema, ma da un’altra prospettiva: perché si diventa bulli?
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