Che fare quanto un bambino morde o graffia?

Don't worry! No nose was hurt during this session :) It was a really unxpected but tender friendly nose bte. These kids are still best friends :)

 

Quante volte vi è capitato di andare a prendere vostro figlio da nido o dalla materna e di trovarlo con un bel morso sul braccio, sulla gamba…
O al contrario, avete mai visto vostro figlio tirare i capelli, graffiare o mordere altri bambini?
Come vi siete comportati? Avete rimproverato il bambino? Lo avete allontanato? Avete fatto finta di nulla?

Oggi con la nostra Psicologa Amica parliamo proprio di morsi, o meglio di come intervenire e cosa fare quando ci troviamo in situazioni di questo tipo!

Ecco cosa ci consiglia Francesca Santarelli:

 

“Cosa dobbiamo pensare dei nostri bambini, quando graffiato,tirano i capelli o mordono gli altri piccoli? ci restiamo malissimo, perché questo atteggiamento aggressivo non ci sta con l’idea che abbiamo di lui. Tranquille mamme! E’solo una fase…

Fino a 2/3 anni, il bambino vive una sorta di ingorgo comunicativo: ha tante emozioni da trasmettere che non trovano forma nel suo vocabolario ancora limitato. Quindi si materializzano i gesti: baci, ma anche graffi, morsi e spintoni. Ma e’ assolutamente vietato etichettare come “aggressivo” un bambino che fino a 2 anni compiuti utilizza questo codice espressivo “alternativo”.

Per modificare i comportamenti si deve partire dal punto di vista del bambino: dalla nascita ha usato la bocca per conoscere il mondo. Com’è che adesso che lo fa dotato di dentini e dunque morde, non va più bene?

Fino a due anni, dunque, è giusto spiegargli che “non si fa”, ma è sbagliato partire dal presupposto che lui sappia di aver fatto male o peggio che ne abbia avuto l’intenzione.

Il messaggio arriverai in modo più efficace se anziché incombere su di lui, ci si piega e guardandolo negli occhi gli si dice con voce ferma e decisa “no, non si fa”!

Anche i graffi o le tirate di capelli, più frequenti quando il bambino sta per varcare la soglia dei due anni, sono una sorta di scorciatoia rispetto a una situazione che non sa padroneggiare. Ragionevole proporgli le parole che non sa ancora trovare per esprimere i suoi sentimenti e per aiutarlo a chiedere scusa. Ma utile anche coinvolgerlo in giochi fisici, che scaricano le sue tensioni, dalla lotta sul lettone con papà, coccole e carezze e abbracci.”

 

Copertina-Mamme-No-Panic

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena