Imparare ad aspettare è un dono che si impara da piccoli

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Vizi, giochi e stravizi.
I nostri nonni prima e i nostri genitori poi, non ne avevano, o ne avevano pochi. Forse perché sapevano già che pur chiedendo non avrebbero ottenuto nulla.
La generazione successiva ha imparato a chiedere e talvolta ad ottenere.
I nostri figli, invece, vogliono e pretendono tutto e subito. E se non lo ottengono sono guai.
Arriva il finimondo: pianti, disperazione, scene da panico, urla…
Perché?
Siamo noi genitori a non saper dire i “NO” giusti? Siamo noi che non sappiamo imporci con autorità e autorevolezza?
Eppure “Imparare ad aspettare è un dono che si impara da piccoli” e insegnarlo ai nostri figli è un nostro dovere. Li aiuteremo a tollerare e superare le frustrazioni che la vita gli presenterà.

Parola della psicologa amica Francesca Santarelli, che oggi ci parla proprio di come i NO facciano crescere e fortifichino molto più dei SI’.

Accontentare in tutto e per tutto i nostri figli ci facilita la vita, ci evita tante scocciature, ma rende i futuri adulti incapaci di accettare le sconfitte e li renderà molto più vulnerabili.

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Quel weekend non s’ha da fare!

IMG-20160109-WA0003Non ne avevo proprio voglia.
Eravamo tornati da pochi giorni dalle vacanze di Natale, trascorse a casa di mio fratello, in Valle d’Aosta.
Avevo da poco rimesso in ordine la casa, togliendo tutti gli addobbi natalizi, smontando l’albero di Natale, il presepe.
La montagna di panni da stirare era finalmente diventata una collina.
No, rifare i bagagli proprio no. Mi stava pesando come un macigno. Non ne avevo proprio voglia.

Ma mio marito aveva organizzato un weekend da sogno in un posto da favola insieme a suo fratello e alla sua famiglia. Destinazione Gressoney la Trinitè, sempre in Valle D’Aosta. Continua a leggere



SilviaFede e lo spettacolo nel carcere di Rebibbia

Una piccola compagnia teatrale, amatoriale, composta da gente che ama recitare, mettersi alla prova.
Uno spettacolo. Non uno dei tanti messi in scena in oratorio, nelle scuole o nei teatri. Ma in un posto particolare: il carcere di Rebibbia.
L’obiettivo era quello di donare qualche ora di allegria e spensieratezza anche a chi ha sbagliato e sta pagando la sua pena dentro quattro mura e delle sbarre.
Ma alla fine si è rivelata una esperienza costruttiva, bella, toccante ed emozionante anche per gli attori.
Ho chiesto alla nostra amica SilviaFede di raccontarci il suo pomeriggio a Rebibbia: Continua a leggere



Ansia e stress si riconoscono anche dalla grafia

ansiaIn momenti difficili come quelli che stiamo vivendo non mancano certo i motivi per i quali più o meno tutti noi ci facciamo prendere dall’ansia.

C’è però chi vive in uno stato d’ansia perenne, che trasmette agli altri in ambito lavorativo o nella vita di relazione.

E’ un’ansia che viene scaricata anche sul foglio quando scriviamo ed è quindi possibile individuarla attraverso l’analisi grafologica.

Di questo, ossia di come scrivono le persone ansiose, ci parla oggi la nostra grafologa Candida Livatino.

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Babbo Natale ha fatto lo spilorcio solo con noi!

marco

Ieri primo giorno di scuola dopo le vacanze.
Ieri sera: “Marco, come è andata la giornata a scuola?”
Luca: “Mamma, lo sai che i miei compagni non mi hanno neppure riconosciuto con questi capelli così corti? Mi chiamavano: “Ehi! Bambinoooo?”
Io: “Ma tu ti chiami Marco?”
E lui: “No sono Luca, non mi riconosci neanche tu?”
Io: “Sì, ti riconosco perfettamente, ma la domanda l’avevo rivolta a Marco!”
Luca: “Ecco, tu ti interessi solo a Marco, solo alle cose che fa Marco a scuola. Di me non ti interessa nulla, neppure del fatto che oggi la maestra non mi ha messo in castigo neppure una volta!”
Io: “Ah! Allora finalmente hai fatto il bravo bambino?”
E lui: “No, no, ma non mi sono fatto vedere dalla maestra mentre facevo il monello!” Continua a leggere



Chiuso il capitolo “feste di fine anno 2015”

Tornati operativi al 100%!
Come sono andate le vostre vacanze?
Io ho fatto la spola tra l’ufficio e la Valle D’Aosta, dove Marco e Luca hanno trascorso 10 giorni a casa di mio fratello tra aria buona, coccole e passeggiate in compagnia dei nonni, degli zii e della cuginetta.
C’era un sole e un caldo incredibile. Sembrava primavera!

A pochi metri da casa di mio fratello c’è un lungo sentiero praticamente in piano. Lo abbiamo percorso più e più volte.
Con l’aria cattiva che c’era a Milano, era un gran piacere farsi baciare del sole e respirare a pieni polmoni facendo quattro passi dopo pranzo.

E a proposito di pranzo… la tavola l’ha fatta da padrona anche in queste feste di fine anno!
In compagnia si mangia meglio e più volentieri, specie se ai fornelli ci sono delle cuoche provette come mia mamma e mia cognata. Continua a leggere



Come scrive il perfezionista?

perfezionistaFra le varie personalità con le quali ci capita di relazionarci non manca mai il perfezionista, quello che spacca il capello in quattro e ancora non è contento.

Guai a lasciargli campo libero, perché si rischia di non portare mai a termine alcun progetto. Se ben guidato però può essere estremamente utile, in particolare in ambito aziendale.

Ma come scrive il perfezionista ?

Ce lo dice la nostra grafologa Candida Livatino: Continua a leggere