Quando nasce un Papà

Ieri sera ero in macchina, stavo andando a prendere i bambini che erano in palestra, e stavo ascoltando una trasmissione in radio. Si parlava di coppie e di bambini.
La domanda era semplice: un figlio unisce o disgrega la coppia?
Mi aspettavo tanti interventi di mamme. E invece ho ascoltato solo papà felici di essere diventati padri, ma tristi perché si sentivano “trascurati”. Tutti si lamentavano della stessa cosa: avevano perso la loro compagna, complice, amica, ma soprattutto amante. E tutti, in modo diverso, esprimevano lo stesso concetto: “Lei da quando è diventata mamma è cambiata”.

Allora mi sono chiesta (visto che anche mio marito si lamenta per le stesse cose 🙁 ): ma l’arrivo di un bambino cambia solo la mamma? O anche il papà?

E proprio di questo parliamo oggi con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli. Quando nasce un bambino nasce una mamma, ma anche un papà.

Ecco cosa ci dice:
“Quando nasce un bambino e si diventa genitori, troppo spesso ci si concentra a parlare della vita della mamma, delle sue difficoltà e sensazioni, dimenticandosi purtroppo, che accanto a lei c’è anche un uomo che diventa papà.
Lo so, è un blog che parla di e alle mamme, ma concedetemi una riflessione, solo per questa volta, anche per i nostri cari ometti papà, che ne dite?

La percezione emotiva della paternità infatti, si costruisce in tempi molto più ristretti rispetto alla maternità: mentre la donna infatti, in virtù di una lunga gestazione, ha la possibilità di adeguare i cambiamenti fisici indotti dalla gravidanza con una parallela introiezione del figlio nella testa arrivando al parto più preparata e con una identità di madre, come abbiamo visto, più consapevole e meglio definita, per l’uomo i vissuti sono tutti indiretti e, per così dire, “subiti passivamente dall’esterno”, almeno fino a quando il bambino nasce.

Occorre tuttavia che ogni papà avvii la relazione con il proprio piccolo già durante la gravidanza, favorendo e consolidando la costruzione della triade madre-padre-bambino e soprattutto abbia la possibilità di realizzare una interazione precoce ed intensa con il piccolo (contatto fisico, legame affettivo, coinvolgimento) affinché, al pari della madre, possa rispondere adeguatamente ai bisogni del figlio. E’ escluso ogni rinvio e ogni rimando della presenza educativa paterna a imprecisati e successivi periodi della vita del bambino, sia perché ogni piccolo ha bisogno del papà fin dalla nascita sia perché il pericolo di essere tagliato fuori senza appello dai compiti educativi è alto.

Molti padri rimangono spettatori di questa graduale espropriazione della paternità, pensando sia normale.

In fondo cosa può fare un padre con un essere così piccino? Quale aiuto può dare alla moglie? Chi, meglio della suocera, sa quel che c’è da fare?

Con queste domande i padri arretrano sempre di più, credendo di ‘rientrare’ nel ruolo per insegnare al proprio figlio a giocare a pallone, a pescare e a nuotare quando sarà più grande.

Il problema è che quando il bambino arriverà a quell’età avrà interagito con il padre così poche volte che, probabilmente, non avrà proprio voglia di giocare a pallone con lui.

Ma, attraverso questa forclusione viene meno, anche qui gradualmente, la coppia.

Concepire, avere ed educare un figlio comporta una ridefinizione ed una fortificazione della coppia genitoriale. La nascita e la gestione del bambino è affare prevalentemente della mamma e del papà, in termini diversi ma altrettanto importanti.

I padri devono entrare a pieno titolo nell’educazione dei figli fin da quando sono piccolissimi, stando vicino alla partner, aiutandola nelle cose concrete, interagendo con il figlio.

La gestione dei bambini non è un affare tra donne, né i padri devono addurre alibi quali il lavoro, l’inesperienza, l’inadeguatezza.

La forclusione dipende anche (forse soprattutto) da quanto i maschi tendono a tirarsi indietro, delegando le donne a un superlavoro che, inevitabilmente, diventa complicità, esclusività, eliminazione del padre.

In questa situazione, nel corso degli anni, gli uomini generalmente si fanno sempre più da parte, contano sempre meno, si immergono nel lavoro. A volte scappano, ponendo di fatto fine alla coppia, non riuscendo a capire cosa sia davvero successo.

La paternità intesa come assistenza alla partner (la neomamma) può sembrare una funzione riduttiva ed insufficiente e in verità molte correnti di pensiero contemporanee giudicano questo ruolo inadeguato, insoddisfacente e soprattutto di retroguardia.

Tuttavia, ad un’analisi più attenta, che il partner assista ai bisogni fisiologici e psicoaffettivi della neomamma favorisce da una parte l’accostarsi dell’uomo all’accudimento del bambino, dall’altra promuove lo straordinario e delicato compito di traghettare la vita di coppia verso la vita familiare senza che la coppia stessa ne risenta in termini di depauperamento affettivo e sterilità emotiva.

Aiutare la propria compagna a prendersi cura del piccolo attraverso una temporanea e strategica fluttuazione affettiva e relazionale facilita l’adattamento tra le diverse esigenze dei componenti della famiglia: il padre dovrebbe cioè avere il compito di trasferire la coppia in un nuovo sistema chiamato famiglia, stando attento che i bisogni di ognuno (partner, figli, parenti ecc).

Lo so, i temi sono tanti e ognuno apre capitoli nuovi e interessanti, ma poniamo le prime basi per riflettere sul mondo dei papà, se poi vi interesserà approfondire qualcosina, continueremo…

In fondo anche loro, hanno le loro fatiche no?

39 risposte a “Quando nasce un Papà

  1. Ma come non posso rispondere cosi? Se poi tiro un torrone che non finisce più? eh eh
    Per ora non ho ancora fatto lavoretti per Halloween..si lo so sono un po in ritardo ma la ricorrenza che sta per arrivare..non Halloween..mi stà un pochino provando..
    L’altro ieri sono stato al centro pomeridiano dove i miei bimbi sono andati ad incidere le loro zucche…hanno fatto tanti bei lavoretti ma poi mi hanno chiesto se la facciamo anche noi a casa ed allora gli ho promesso che oggi pomeriggio la facciamo…chissa se i ritagli li mangeranno le nostre cavie peruviane!?!

    • @Matthew… no tu no, non puoi rispondere così!! Tu che hai fatto i lavoretti per dolcetto e scherzetto… e che sei un mito di padre!

  2. Generalmente non utilizzo espressioni tipo chi non lo prova non puo’ capirlo…ma in questo caso ci vuole proprio…perche’ la nascita di un figlio e di conseguenza di una mamma e di un papa’ stravolge tutti gli equilibri esistenti, non c’e’ teoria che tenga, non c’e’ corso preparto (che comunque nel mio caso ha dedicato 3 incontri su 10 proprio ai papa’ coinvolgendoli completamente), non c’e’ consiglio di nessuno…bisogna fare il proprio percorso, farsi stravolgere dal terremoto e ricostruire i nuovi equilibri..
    Nel mio caso il tutto si e’ complicato dalla mia depressione post parto durata un paio di mesi, che ho superato sorpattutto grazie all’amore e all’appoggio incondizionato di mio marito che ha avuto la pazienza e la forza che a me mancavano…anche per questo lui ha diviso con me tutte le incombenze e a ha creato da subito un rapporto con Federico indipendente da me…e anche noi come coppia abbiamo ritrovato i nostri equilibri e ci siamo molto ma molto rafforzati…comunque concordo con Labetta se la coppia non e’ unita prima un figlio non aiuta assolutamente a sistemare le cose…

  3. @Sere: veramente io non mi posso lamentare: come papà mio marito è promosso a pieni voti!!!
    L’unica pecca … con tutti e 2 i bambini ho sofferto un po’ di depressione post parto … e lui non la capisce proprio!!! 🙁

  4. uauauauauuuuuuuuuuuuuuuu!!!Questo si è un concentrato di argomenti….!!!!Non so se iniziare dall’argomento compagno/papà durante la gravidanza,o da mamme che dimenticano i compagni o papà che si defilano… Ma inizierò dalla mia esperienza personale….il mio compagno è sempre stato fantastico!!!Prima,durante e dopo…non posso davvero dire nulla quindi in un certo senso questo post non mi “appartiene” ma vorrei cmq raccontarvi la mia personalissima esperienza…Quando gli ho detto di essere incinta (il giorno del suo compleanno),nel giro di una sera,è passato dalle lacrime di gioia,al silenzio assoluto,alla mancanza di fame al panico di “cosa dobbiamo comprare,cosa dobbiamo fare,e poi….” che ridere!!!! 😀 😀 😀
    Dopo questa premessa non posso far altro che tessere le lodi del mio compagno….fin da subito iper collaborativo,ha imparato subito a cambiarlo,a cullarlo a fare davvero tutto!!!!Lui non si prendeva cura di me (o almeno non solo) mi aiutava a prendermi cura del ns piccolo….(passatemi la battuta che ovviamente non vuole offendere nessuno….ma i primi tempi avrei volentieri dato indietro il bambino….)
    Tutt’ora è un papà presentissimo e un aiuto per me insostituibile tanto che dico sempre che il bimbo preferisce lui a me….è molto più papà lui di quanto sia mamma io….un esempio:fin dai primi giorni Chris mangiava come un lavandino (fin da subito ha mangiato ogni ora durante il giorno per “dormire” sereno almeno 3 ore la notte) quindi io la sera ero stravolta e crollavo come una pera…bhe,durante la notte,nonostante lui si dovesse alzare per andare al lavoro il giorno dopo,quando Chris aveva fame si alzava, lo cambiava e poi me lo portava a letto perchè io potessi allattarlo….
    Per parecchio tempo è stato lui a metterlo a nanna e forse per questo ora Christian,la sera,preferisce essere messo a letto dal papà…
    Per quel che riguarda invece la gestione di coppia….bhe…credo sia normale un primo momento di assestamento (da noi è durato qualche mese….) ma poi bisogna cercare di tornare ad essere quella bella coppia che si era prima della gravidanza e della nascita della nuova famiglia….Io ed il mio fidanzato abbiamo avuto,nemmeno tanto tempo fa,un momento di “routine”…bhe…con pazienza,impegno e TANTO AMORE ne stiamo uscendo… 😀
    Un’ultima considerazione:credo che un bimbo unisca se la coppia è già unita prima di avere dei figli,ma se la coppia ha dei problemi,ho provato sulla pelle di amici,l’avere un figlio complica ancora di più le cose….

  5. @ALE ti invidio… il cesareo d’urgenza purtroppo non fa la differenza l’ho fatto anche io e a casa ad aiutarmi alla fine c’era mia mamma….:-(

  6. Anche io ho notato che quando si incontra una coppia che aspetta un figlio, già lì l’attenzione è tutta sulla madre, quasi che il padre non venisse incluso nel suo nuovo ruolo.
    Le si chiede come sta lei, il bambino, l’eventuale figlio già presente… ma sono pochi quelli che chiedono “e tuo marito che dice? Come la vive?”.

    Non ho mai frequentato il corso pre-parto, ma forse si potrebbe iniziare già da lì (se non lo si fa di già) a far capire al marito che no, non deve essere un intruso né un peso, ma un collaboratore attivo, una persona in grado di prendersi cura in tutto e per tutto della madre, dando a lei modo di farsi una doccia (per dire) che non sia al volo e a lui il modo di interagire col figlio.

    E anche dire alle madri che sì, il figlio è appena nato e ha bisogno di lei e del padre eccetera… però anche che esiste il resto del mondo…

  7. Devo dire che, nel mio caso, mio marito ha iniziato a fare il papà subito. In parte per predisposizione caratteriale; in parte perchè con il primo figlio io ho fatto un cesareo d’urgenza e sono stata dimessa che ancora non camminavo e che avevo quindi bisogno del suo aiuto; in parte, forse, anche perchè il mio periodo di maternità ha coinciso con il suo periodo di cassa integrazione e quindi è riuscito a vevere suo figlio con gli stessi identici tempi miei … 😀

  8. Che dire?? la mia esperienza segue per filo e per segno quello che c’è scritto.. il padre ch si defila sempre di più per svariati motivi.. (lavoro, stanchezza ecc..) finendo per uscire di casa… Ha incominciato a fare il padre veramente quando il piccolo aveva un anno e mezzo e come dice lui è diventato interattivo… (ma era già fuori casa).
    Per me se si condividesse di più l’accudimento del piccolo nei primi mesi il rapporto si potrebbe anche fortificare… Per fortuna non tutte le coppie sono uguali, non tutti gli uomini sono uguali..
    Come mea culpa posso solo dire che effettivamente quando è nato il piccolo per me esisteva solo lui, ero troppo presa da questa immensa novità, preoccupata di non fare bene e forse ho trascurato il compagno, marito, amico… ma dall’altra parte non mi è sembrato che facesse niente per entrare nella nuova situazione …

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