Il sorriso volato in cielo

Un altro bimbo dimenticato in auto. Stavolta a Piacenza. Un altro piccolo angelo in cielo.
Sto male all’idea. Sto male al sol pensiero.
Luca Albanese è un’altra vittima del nostro tran tran quotidiano.
Due anni. La gioia infinita di mamma e papà.
E non posso neppure immaginare il loro immenso dolore e i sensi di colpa che attanaglieranno quel padre per tutta la vita.
“Ma come ci si può dimenticare di un figlio?”, ha commentato la mia collega quando ha letto la notizia.
Le ho detto: “Non hai ancora figli, non giudicarli, sono cose che potrebbero capitare a chiunque, anche ai genitori più attenti, accorti e amorevoli. Gli impegni, la stanchezza, il lavoro, il tran tran quotidiano  a volte prendono il sopravvento. Si fanno le cose per abitudine, la stessa strada, gli stessi gesti, a volte anche senza accorgersene.
E così basta una telefonata, o un’altra distrazione, e il disastro è compiuto. Si salta un passaggio e si continua il resto dell’iter. A quell’età poi i bambini spesso si addormentano in auto, quindi non ti accorgi neppure se chiudi l’auto e loro sono lì”.

Mi si stringe il cuore. Non posso che pensare a quel piccolo e sperare che non abbia sofferto negli ultimi attimi della sua breve vita. E penso a quei genitori, a quante lacrime verseranno.
Spero che il tempo possa lenire il loro infinito dolore.

86 risposte a “Il sorriso volato in cielo

  1. @silviafede mi dimenticavo un’altra cosa, circa la considerazione sul chiamare tutte le famiglie degli assenti….siamo nel 2013 ed abbiamo tecnologia per ogni cosa abbiamo le app che a momenti ci dicono quand’è ora di mangiare …BASTEREBBE UN SMS CUMULATIVO DA INVIARE ALLE FAMIGLIE DEGLI ASSENTI CON SU SCRITTO “…CI RISULTA CHE SUO FIGLIO/A NON E’ PRESENTE A SCUOLA”……… costo quasi a zero, e salvi una vita.

    Magari farlo fare alle bambinaie su indicazione delle maestre, che all’arrivo dei bambini non hanno nulla da fare e si mettono a chiacchierare….

    Non c’è volontà, non è che non si può !!!

  2. @silviafede io non mi accontenterei di un “non è loro competenza” ricordiamoci che stiamo parlando di minori INDIFESI su cui bisogna assolutamente vigilare, ogni passaggio che questi bambini fanno deve essere controllato, ma siccome purtroppo le maestre anzi il sistema scuola, si preoccupa dell’incolumità dei bambini a senso unico, cio sta a significare che lo fanno non tanto per il bene dei bambini quanto piuttosto a proteggersi da eventuali responsabilita.

    E’ inutile che poi si mettono ad interpretare i disegni per capire la psicologia dei miei figli, se però non si presentano a scuola non gliene frega niente.

    Non è di loro competenza perchè il sistema non ha come punto centrale i bambini e la loro incolumità.

    Perchè scusa se mi permetto, ma una maestra se nota qualcosa che non va..può addirittura chiamare i servizi sociali eh !!! Allora se sei un bravo educatore, e vedi che il bambino non c’è chiami la famiglia…ragazze….ricordiamoci che ci sono storie di bambini rapiti da padri separati che dovevano portare i figli a scuola e poi succede la tragedia….bambini rapiti che caricati su un furgone attraversano mezza europa e poi spariscono

    Le mie figlie sono la mia vita, e quando le lascio a qualcuno, quel qualcuno deve essere responsabile come lo sono io…soprattutto finchè sono piccole.

    Faccio un piccolo esempio, io 2 anni fa le misi in un nido privato, è capitato che la maestra del pomeriggio, quando tornai a prenderle, non si ricordava se avevano fatto la merenda, cacca ecc…. io mi sono incavolata e le ho detto che era scandaloso che lei non se lo ricordasse, ma lei tutto sommato non se ne rammaricò piu di tanto.

    E tutto così, tutti superficiali, tutti menefreghisti…

  3. Mi dispiace ma io no, non lo accetto. Proprio non riesco a farmene una ragione. Ma come si fa a “dimenticare” un figlio in macchina per tutto quel tempo e dire di essere convinti di averlo lasciato all’asilo? Di certo non mi reputo perfetta, la perfezione non esiste, e di certo non credo che la si misuri sulla base di una “dimenticanza”…Non accetto che si metta sullo stesso piano la “dimenticanza” di un figlio e la dimenticanza di aver lasciato la porta aperta, o le chiavi in giro, o il telefono chissà dove, o di aver sbagliato strada mentre si pensava ad altro… questo è un fatto di una gravità inaudita. Non voglio entrare nel merito delle polemiche perché, è vero, non sta a noi giudicare ma anch’io lavoro, e quando lavoro ci metto il massimo impegno, ma nella mia testa durante tutta la giornata è come se ci fosse un filo conduttore che mi porta a pensare costantemente a mia figlia…voglio dire, una cosa non esclude l’altra: non è che se io lavoro non posso pensare a mia figlia e viceversa…e allora mi chiedo… perché il filo conduttore nella testa di quel padre si è spezzato? Cosa è stato così importante da superare il pensiero di un figlio? Per otto ore (ed oltre se non lo avessero avvisato)? Tu genitore hai una grande responsabilità, la più grande, hai il dovere di proteggere, salvaguardare e preservare la vita di tuo figlio e no, non puoi permetterti di dimenticartelo chissà dove…forse sono molto arrabbiata per quello che è successo ma non penso di peccare di presunzione se dico “ma come si fa?”. È vero, è successo più di una volta purtroppo, ed ogni volta mi faccio sempre la stessa domanda.

  4. Concordo con Ambra….che polemica triste che si è generata…io son perfetta tu non sei normale, io sono normale ed imperfetta….
    Bisogna pregare per questo povero cucciolo e anche per la sua famiglia che vivrà nel dolore più lancinante per tutta la vita…

    Piccolo angelo proteggici….perfetti ed imperfetti ne abbiamo bisogno!

  5. Buon pomeriggio a tutte,
    sono nuova e leggo spesso e volentieri i vari commenti agli argomenti proposti da Maria.
    Per quanto riguarda il discorso della morte del piccolo Luca, credo che si stia un attimo sconfinando attaccandovi alle parole ” io quando lavoro nn penso a mio figlio, o nn tutto il tempo…etc…. ” ma non è il problema se lo pensi sei più mamma da un’altra che quando lavora mette in un angolo i pensieri del figlio, del marito, la casa o altro… a volte anche un semplice sms o una chiamata last minute possono ribaltare situazioni che poi finiscono male…nn dobbiamo giudicare nè tantomeno pensare che a NOI nn accadrebbe mai, sono disgrazie, tragedie
    Quel povero papà, purtroppo, avrà modo di pagare la sua “dimenticanza”, suo figlio, povera stella, ha pagato con la morte….lui pagherà con la vita….e non c’è dolore peggiore del sopravvivere ai propri figli…scusate lo sfogo, spero di nn essere stata inopportuna…ciao

  6. @Valentina: no decisamente no, non la rende meno grave anzi e’ gravissima e terrificante…
    Credo che la mente umana per una forma di difesa cerchi di non considerare possibili delle cose cosi’ dolorose, un esempio che c’entra poco ma puo’ rendere l’idea credo che nessuno di noi viva pensando (non spesso almeno) che lui o i suoi familiari possano ammalarsi di cancro e morire…in fondo tutti lo sappiamo ma e’ un pensiero doloroso che la mente cerca chi buttare in un angolino lontano e cosi’ accade quando ci arrivano notizie cosi’ terribili…la prima reazione e’ pensare che a noi non accadra’ mai , che noi siamo piu’ attenti, piu’ bravi, che quella persona non e’ normale, che chissa’ cosa c’e’ dietro alla storia…pero’ ragionando razionalmente sappiamo che non e’ cosi’, che per quanto terrificante, la tragedia e’ dietro l’angolo e dobbiamo solo pregare che a noi non accada mai quel momento di black out…

  7. Mamma mia che polemica si è scatenata, che tristezza…

    Intanto grazie alle vs risposte ho scoperto che in nessun nido/asilo, a parte quello dove vado io, chiamano se non vai..credevo fosse così ovunque, ma in effetti ragionandoci forse da me lo fanno perchè sono pochi bimbi, e perchè, per esempio il mio, non è mai assente. Immagino che se la situazione fosse diversa dovrebbero assumere una telefonista solo per quello, visto che come dice SilviaFede molti vanno un giorno sì e uno no…
    La responsabilità rimane comunque sempre dei genitori.
    Non mi sento di condannare quel papà perchè immagino amasse suo figlio e immagino che ora sia disperato..più che disperato, non credo di poterlo descrivere.
    E’ ovvio che mi sembra una cosa assurda dimenticare un figlio, e che penso non mi capiterebbe, ma non me la sento di sputare sentenze, perchè nella vita ho imparato che anche con tutta la buona volontà a volte ci si trova in situazioni inimmaginate.
    Ovviamente dimenticare un figlio non è la prassi, questi casi sono successi, certo, ma non accadono quotidianamente.
    Per quel che mi riguarda sarebbe difficile perchè filippo sta nel seggiolino davanti con me, e perchè difficilmente dorme, e se è sveglio chiacchieriamo, cantiamo…insomma…non è che lo trasporto e basta.
    ma è anche vero che non sto correndo al lavoro, chissà con quali stress e pensieri….quindi non giudico.
    Mi soffermo solo un secondo sulla polemica di non so chi che insinua che chi lavora e non “pensa ai figli” è una mamma snaturata…che cosa assurda e stupida! innanzittutto non credo che queste mamme non rivolgano MAI un pensiero ai figli durante il giorno…prova ne è che commentano su questo blog di cose inerenti i figli e i bimbi, penso semplicemente che….lavorano!! Non sono certo 15enni innamorate che sognano ad occhi aperti sui libri di scuola! Che uffici e aziende sarebbero quelli pieni di donne che invece di lavorare sfarfallano sognando il bimbo lontano o peggio (per carità!) chiamano la scuola 700 volte! Sono ragionamenti assurdi. E se si insinua che queste madri non amino i figli…beh…..vuol dire che l’Italia è un paese di bimbi non amati, visto che, per fortuna, in Italia tante donne lavorano??! MA PER PIACERE, VIAAA!!!

  8. @ Simona: “è il mio pensiero fisso non mi importa niente del lavoro e delle altre cose”.

    Quindi fammi capire. Tu lavori ma non ti importa del lavoro, quindi se lavori con altra gente come lo mandi avanti il tuo lavoro? Pensando a tuo figlio?
    Come dice Ciocco, non è che se una donna lavoratrice ha un figlio deve fare le cose senza pensare al lavoro perché è concentrata sul figlio a casa e chi non ha figli deve lavorare pure per quella.
    Soprattutto perché se poi non rendi, ti mandano a casa, e allora vedi come lo mantieni tuo figlio, a suon di pensieri?

    Noi diamo per scontato che quel padre pensasse al lavoro, ma che ne sai? Magari era con la testa su un’altra cosa…

  9. @Matthew: la penso esattamente come te: se tutti quanti (io per prima) smettessimo di criticare e giudicare sempre ma prestassimo un po’ più di attenzione ai campanelli di allarme ed ai segnali che ci arrivano da chi ci sta intorno, probabilmente potremmo evitare che un padre (o una madre) stressato, preoccupato o shockato per un qualsiasi motivo scordi un bambino in auto o che una madre (o un padre) depressa uccida se stessa o il compagno o i suoi cuccioli. Stare a dibattere su se un fatto simile possa capitare a chiunque o meno, su come debba comportarsi il genitore perfetto … non porta a nulla. Non riporta in vita il piccolo angelo e non punisce quel padre che la sua punizione l’ha già avuta: dovrà convire con i propri sensi di colpa fino alla morte.

  10. Condivido qualche spunto di riflessione però il fatto che questa cosa possa capitare a tutti non la rende meno grave.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *