La pappa: quando il cibo diventa un’arma a doppio taglio

Eccoci arrivati all’appuntamento con la Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Oggi tocca un argomento a me molto caro: il momento del pasto.
Non vi anticipo nulla, vi dico solo che fa riflettere…
Mi hanno colpito soprattutto le ultime frasi!
A voi:
“Care mamme, da quando è nato il mio piccolino, mi sembra ancor di più importante parlare insieme a voi di un sacco di cose, cercando sempre di mantenere e conciliare il mio doppio ruolo di madre e professionista quale sono. E sempre di più, mi rendo conto di quanto sia difficile affiancare, nelle varie tappe di sviluppo e fasi di vita dei nostri piccoli, tutte quelle belle teorie che tutte noi conosciamo, ma che ci mettono di fronte anche ai nostri limiti emotivi di mamme che siamo.
Ebbene, sarà perche da poco ho tenuto un incontro presso diversi asili nido sull’argomento o sarà perche mi trovo personalmente in questa delicata fase con il mio piccolo Andrea, ma vorrei parlare con voi della fase dello svezzamento.
Ahimè, quante parole ho detto finora….e com’è difficile quando dalla teoria si passa alla pratica!
Insomma, tutte noi abbiamo sempre saputo che è un momento importante, una tappa delicata che ci mette di fronte ad un grande e importante traguardo del nostro cucciolo, ma oltre al fatto che ci preoccupiamo se e quanto mangia ogni giorno, spesso ci dimentichiamo dell’aspetto psicologico che il proprio bimbo vive quando si trova di fronte a questa scena: una sedia gigante con delle cinghie per tenersi bene fermi e inchiodati chiamatosi “seggiolone”, bavaglino formato gigante, piattino in cui vengono mescolate un sacco di cose sconosciute e di strane consistenze (non parliamo degli odori!) e la faccia della mamma che, anche se non lo dà a vedere, trasmette tutta una sorta di emotività che si potrebbe tradurre in “speriamo che mangi tutto”!
Cucchiaino dopo cucchiaino, a volte intervallati da canzoncine, filastrocche, facce strane e giochini che hanno tutti l’obiettivo di far mangiare quel piccolo cucciolo d’uomo!
Certo, da mamma capisco, condivido l’intenzionalità, mi ci rispecchio e sorrido, ma permettetemi di svolgere anche la funzione di “psi”!
Quel bimbo lì, di fronte a questa scena quotidiana, si crea nella testa l’idea che è proprio tanto importante per la mia mamma questa cosa qua!
Non sa ancora capire il motivo, ma percepisce che quando mangia tutto e quel piattino si svuota, la mamma è felice e gli fa i complimenti per quanto è stato bravo. Al contrario, intuisce che, chiudere la bocca, sputare tutto o girare la faccina dall’altra parte, molte volte crea ansia, nervosismo o turbamento sul volto della sua mamma.
Il cibo per un bambino, è il primo mezzo di comunicazione e di contatto con chi si prende cura di lui.
È uno scambio affettivo ricco di significati che vanno oltre ai valori nutrizionali e alla quantità di calorie ingerite e agli etti che si vanno pian piano ad aggiungere al suo peso!
Se tutto fila via liscio in questa fase, possiamo dire che la comunicazione affettiva (e nutritiva in secondo luogo) tra mamma e bambino viene svolta in piena serenità e il bambino capirà crescendo che il cibo è qualcosa di utile per crescere e stare bene. Ma quando ciò non accade e il momento della pappa diventa una tortura o fonte di ansia all’interno di quella coppia, anche la comunicazione tra mamma e bambino viene turbata e mescolata di emozioni negative spesso non riconosciute e dunque mal gestite.
In questi casi, il cibo diventa un’arma che il bambino acquisisce nelle sue mani perché capisce che ha un potere sul comportamento della mamma. Sarà attraverso di esso infatti, che crescendo il bambino potrà comunicare i suoi disagi o usarlo come arma di ricatto per manipolare e ottenere ciò che vuole dalla mamma, che spesso, pur di farlo mangiare, cede a qualsiasi compromesso!

Anche se dentro di sé non è proprio cosi, una mamma non dovrebbe mai far trasparire quell’eccessiva importanza a “quanto mangia” e “se mangia tutto”! In fondo, le educatrici degli asili nidi, spesso ci insegnano proprio questo. Il momento del pasto deve essere riconosciuto in quanto tale, dunque non deve diventare ne un campo di battaglia in cui quotidianamente si svolge un braccio di ferro su chi l’avrà vinta, né tanto meno diventare un parco giochi in cui si fa tutto tranne che avere consapevolezza di quello che si sta facendo e della sua importanza (quindi niente giochi o tv accesa!).

Se il bambino capirà che il cibo non può essere usare per altro se non per la funzione reale che esso rappresenta, e percepirà nella mamma un’emotività più leggera, serena e gestibile, l’esperienza mi dice che spesso i problemi che possono manifestarsi in queste situazioni, vengono a sparire gradualmente da sole.

Il bambino va rispettato nei suoi bisogni primari e, anche se non usa ancora le parole a quell’età, ce lo fa capire in molti altri modi! Noi come ci sentiremmo se qualcuno, ogni volta che ci mettiamo a tavola ci costringesse a mangiare sempre tutto, anche quando non abbiamo molta fame o una cosa non ci piace molto? Cosa diventerebbe per noi il momento di andare a tavola?
Anche il bambino deve piano piano conoscere e saper comunicarci serenamente il suo senso di fame e sazietà..
In fondo, in Italia i bambini non muoiono più di fame  anzi!), ….e per fortuna!”

Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.

40 risposte a “La pappa: quando il cibo diventa un’arma a doppio taglio

  1. @monica: e’ proprio cosi’ anche secondo me sentendo che noi diamo tanta importanza ai pasti, utilizzano questo momento per attirare l’attenzione e portarci un po’ dove vogliono…credo che la psicologa abbia fatto un’analisi perfetta. Pero’ noi mamme non dobbiamo mollare proprio per la nostra salute mentale e per il bene dei nostri piccoli, tu hai imboccato la strada giusta, ti sono vicina e’ la stessa strada che ho imboccato io piu’ o meno tre anni fa e piano piano ha portato dei risultati…non di quantita’ di cibo, ripeto, ma su quello sono rassegnata, pero’ di educazione e rispetto per il cibo (e per chi non ne ha)….tieni duro!

  2. Io con lo svezzamento non ho avuto problemi con nessuno dei 2: hanno sempre mangiato tutto quello che gli preparavo, sia come quantità che come varietà. I problemi li ho ultimamente, spesso rifiutano alimenti (ad esempio frutta, verdura e pesce) che prima hanno sempre mangiato … la cosa che mi fa “rabbia” è che all’asilo mangiano tutto e spesso fanno anche il bis …. Più di tanto, però, non insisto.
    Io sono sempre stata inappetente (per la verità mangio poco anche ora) e sono sempre stata il grosso pèroblema di mia mamma … avendo provato io stessa cosa significhi avere una mamma che ti obbliga a mangiare anche se non vuoi o non hai fame, ho deciso di non fare altrettanto con i miei figli!!!

  3. Io sono stata davvero fortunata….quando è iniziato lo svezzamento lo allattavo ancora (e l’ho allattato ancora a lungo dopo!) quindi non mi sono tanto resa conto del momento cruciale…quindi non per bravura, ma per “inconsapevolezza e incoscienza” ho preso la cosa con leggerezza, si giocava con la pappa,si facevano gran pasticci, poi gli mettevo sulla lingua tante cose diverse per sentire i sapori….e lui si divertiva! Non so quanto mangiasse in realtà, ma era un toro, io scoppiavo di latte e non me ne sono preoccupata. In più non lavorando non aveva certo bisogno di attirare l’attenzione…ero tutta per lui!
    Risultato? mangia di tutto! ma quando dico tutto……! esempi? carciofi e finocchi in pinzimonio, pesce (il suo piatto preferito sono gli spaghetti al nero di seppia allo scoglio!), quando faccio il pollo arrosto si rosicchia gli ossi, minestre di verdure di tutti i tipi…adorava anche il cibo cinese, e….le fave crude (in toscana li chiamano baccelli). …..Infatti l’anno scorso ne ha mangiati ed è finito in fin di vita all’ospedale….da lì abbiamo scoperto che ha una malattia genetica (gliel’ho passata io che non sapevo di averla perchè sono portatrice sana!) che comunemente si chiama favismo, è una malattia del sangue, e non si possono ASSOLUTAMENTE mangiare fave, piselli e nelle forme più gravi (come mio figlio) TUTTI i legumi (che lui adorava) altrimenti il sangue “impazzisce”, si autodistrugge e in 3 giorni…si muore. non esistono farmaci salva vita, ma si può solo tentare una trasfusione…quindi…capite l’importanza della prevenzione! L’anno scorso è un inferno che ci è capitato…e dal quale siamo usciti per fortuna!
    Comunque…ho divagato dall’aromento, scusate….Insomma…Filippo mangerebbe più cose di quelle che può, non mi da davvero problemi per fortuna….a tavola si mangia, si chiacchiera (non abbiamo tv in cucina) , i suoi tempi sono i nostri e…siccome io sono praticamente perennemente a dieta…non sa nemmeno quasi cosa siano patatine fritte e schifezze varie perchè a casa non ci sono!
    Insomma….la mia “incapacità”, e forse anche l’indole del mio cucciolo, mi hanno portato davvero fortuna (malattia a parte…)

  4. @SilviaFede hai perfettamente ragione e ti dico che nell’ultimo mese sono diventata più intransigente e riesco a farmi seguire, anche se continua a mangiare poco. Credo che mio figlio approfitti del fatto che stiamo poco insieme e utilizzi i capricci per attirare quanto più possibile la mia attenzione quando ci sono e cerco di dedicarmi completamente a lui.

  5. @FRANCI, a parte il fatto che non è che la imbocchi ogni giorno ma solo quando proprio non vuole mangiare e vedendo che magari in quella giornata ha mangiato poco allora intervengo io, per quanto riguarda il fatto che è una lumachina lo è sempre stata fin da piccolina ed è così anche per lavarsi, vestirsi o farsi i compiti infatti impiega l’intero pomeriggio su libri e quaderni, se a molti sembra che lo fa per gelosia nei confronti della sorella per quello no non è mai stata gelosa della sorella semmai è il contrario è la piccola che è gelosa della grande e infatti si mette sempre al centro dell’attenzione dicendomi sempre: Visto? io sono più brava a mangiare, sono più grande di lei che mi vesto presto ecc. ecc. Quindi penso proprio che la lentezza della mia grande è un fattore genetico preso da chi? Boh! Sinceramente non lo so perchè in famiglia nessuno è lento come lei…………..e penso proprio che non posso far niente per migliorare la situazione e sarò io ad abituarmi ai suoi tempi altrimenti il posto al manicomio mi aspetta con le braccia aperte. Un A

  6. e che dire di bambini che mangiano troppo? che danno molta importanza al cibo? forse troppa importanza? che bisogna inventarsene di tutti i colori per evitare che ingrassino troppo ma che appena possono ti “fregano” facendosi scudo di nonne zie e quanto altro?
    e come comportarsi con le persone che ti dicono …ma che bello …. è un vero piacere vederla mangiare?

  7. allora sono in buona compagnia!
    all’inizio dello svezzamento un successone x la gioia di tutti, adesso che mangia tutto ormai ha 3 anni alla sera da un paio di mesi solo latte dal biberon, nel seggiolone nulla se riesco in braccio a me e pilucca… dalla nonna mangia anche il piatto.
    le abbiamo provate tutte, alla fine non lo so se è giusto mi sono arresa, se mangi been sennò va in camera sua noi mangiamo e poi si beve il latte.. non so se è corretto ma il rischio era che IO andavo al manicomio!!

  8. PER CETTINA..PER LA BIMBA PIU’ GRANDE NON E’ CHE PER FARSI IMBOCCARE DA TE CHE E’ LENTA? PUO’ DARSI CHE E’ UN MODO TUTTO SUO CMQ PER ATTIRARE LA TUA ATTENZIONE CHE OVVIAMENTE LE DAI??? PENSACI E PROVA A FREGARTENE DEI TEMPI FORSE SGIDANDOLA UN PO’ O FACENDOLE VEDERE CHE LA SORELLINA E’ BRAVISSIMA PERCHE’ MANGIA VELOCEMENTE…………..

  9. @Maria: un’intera cena ma le porzioni sono ridotte! Io preferisco che mangi un pasto completo cosi’ la pasta 30gr, la carne (o il pesce o la frittata) una fettina di 10 bocconi e cosi’ via….comunque riesce a metterci un’ora! Penso che un bambino che ama mangiare (tipo la figlia di Cettina) impiegherebbe 5 minuti a finire….invece proprio come ha detto lei mane apparecchiato fino all’ora di andare a dormire!!

  10. Ecco Maria siamo sulla stessa barca perchè con la grande anche io sempre a dire: Sbrigati che è tardi! Invece con la piccola è sempre una lotta per farla mangiare più piano, non finisce di mangiare un boccone che già ne ha messo giù un altro tanto che a volte rischia di soffocare e anche io le dico che non la insegue nessuno. Ora finchè siamo sole io la sgrido e diciamo che un pò mi ascolta ma la sera quando c’è il papà finiamo che io e lui litighiamo perchè mi dice che la controllo sempre e non la faccio mangiare in pace e allora che dobbiamo fare? Che ti devo dire Maria che alla grande a volte per farla mangiare la imbocco ancora io, va bene lo dico, sarò una deficiente, sarò una mamma chioccia, ma non mi va che vada a letto senza cena perchè se a volte non faccio così è quello che succede, ieri sera ho fatto il tortino con la pastasfoglia che a lei piace tanto e per mangiarne una fetta ha impiegato un’ora!!!!!!!!!!!!!! Ma si può? La sorellina dieci minuti e io………….per sparecchiare devo aspettare che la lumachina finisce…………..se continuo così mi portano al manicomio!!!!!!!!!!!Un Abbraccio da Cettina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *