Il dolore di quando si perde un bambino….

La settimana scorsa vi ho annunciato che anche la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli, è in dolce attesa (a tal proposito con un commento ha ringraziato tutte voi per le belle parole che le avete riservato ;)).
Quindi, immagino, che scrivere un post su questo argomento così delicato come la perdita di un bambino per lei deve essere stato molto difficile.
Ma prendendo spunto dalle parole di Maria e di altre mamme che, purtroppo, hanno vissuto questa esperienza, la Psicologa Amica ha voluto comunque darci dei consigli su come affrontare il dolore. Su come reagire. Su cosa fare.
Il risultato? Un post, secondo me, bellissimo!

“Quando si affrontano argomenti cosi delicati e dolorosi, sembra sempre di non riuscire a trasmettere le emozioni che si provano dentro di sé, né ci si sente in grado di trovare le parole adatte che possano esprimere una sofferenza tanto grande, anche se solo pensata e immaginata (figuriamoci vissuta!).
E’ come se il dizionario italiano (o forse quello mondiale) non sia ancora riuscito a tradurre con una parola un carico di dolore tanto grande come quello della perdita di una vita che stava nascendo dentro di sé.
In fondo, l’esperienza unica e indescrivibile di tutte le donne, è la consapevolezza di poter generare ad un’altra vita, il sapere che fin da subito, si è responsabili della vita di un altro essere umano che dipende in tutto e per tutto da noi.

Ma poi ci si mette la natura, il destino, il caso o chiamiamolo come vogliamo, ma ci accorgiamo che esiste sempre qualcosa che non dipende da noi, che noi, esseri umani e madri, non possiamo controllare…

E purtroppo a volte accade: poche parole che mettono fine a un sogno, il più bello, quello di diventare madre, un dolore che, ad oggi, la nostra società tende a non considerare.
Un dolore di cui non si parla, che è quasi un tabù.
Tutto il ‘conforto’ che la donna può aspettarsi in genere si riduce a frasi banali che spesso la fanno sentire peggio: “Per fortuna eri incinta solo di tre mesi”, “E’ la selezione naturale” e “Avrai altri bambini”. Così al dispiacere si aggiunge anche la consapevolezza di non essere comprese. Ci si sente sole. Sole con un dolore che il resto del mondo – a volte anche chi ci è più vicino – non riconosce e quindi non accoglie.

Scoprire che il proprio bambino non c’è più, che la gravidanza – con i suoi progetti, le sue fantasie, le sue aspettative – si è interrotta, è un’esperienza traumatica e come tale merita attenzione e rispetto, al di là dei tempi, modalità e contesti.

Perdere un bimbo nell’attesa è un vero e proprio lutto e come tale, richiede una vera e propria elaborazione. Dallo shock iniziale in cui tutto appare irreale, si passa attraverso la consapevolezza dell’accaduto con tutto il suo carico di dolore.

Le emozioni che caratterizzano il periodo immediatamente successivo alla perdita, sono spesso mutevoli e contrastanti: di fondo c’è il dolore e, a secondo dei giorni e dei momenti, si possono avvicendare la tristezza, l’agitazione, la collera.

In alcuni casi può capitare di sentirsi a disagio di fronte alle proprie reazioni: la società tende a minimizzare la sofferenza di una perdita avvenuta prima della nascita e la donna può temere che le sue emozioni siano “esagerate”. In realtà si tratta di sensazioni fisiologiche, assolutamente normali quando ci si trova ad affrontare un evento luttuoso.

Per questo è importante non negare o ignorare quello che si prova, ma lasciare libero sfogo alle proprie sensazioni: il pianto è davvero liberatorio, non ha senso trattenere le lacrime o non esprimere eventuali emozioni negative.

E quando ci si sentiamo pronte per farlo, parliamo del nostro bambino, di quello che è accaduto, della nostra delusione. Con il partner prima di tutto. E poi con le persone che ci sono più care, parenti e amiche. Molto probabilmente vorrebbero aiutarci, ma – magari – non sanno come fare, cosa dire. In realtà il silenzio e l’ascolto empatico valgono più di mille parole.

Spieghiamo loro che non abbiamo bisogno di ascoltare parole di vuota consolazione, ma di poter dar voce al nostro dolore, sentendoci accolte e amate.

Se si accetta di vivere il proprio dolore, se non si fugge, ma si vivono le emozioni fino in fondo, il processo di elaborazione si compie e si conclude.

Fingere che vada tutto bene, mettersi fretta (o accettare che chi ci sta intorno ci metta fretta) per adeguarsi alle aspettative altrui o per mostrarsi ‘forti’ può rallentare il processo di elaborazione. Ogni tappa, ogni passaggio per quanto doloroso, di questo processo, deve necessariamente essere vissuto, per arrivare a recuperare la serenità, per potersi sentire davvero meglio.

Se si ha la possibilità di farlo, ricordiamo che incontrare altre madri che hanno perso un figlio nell’attesa è un’opportunità preziosa per potersi sfogare con la certezza di essere davvero compresi. Ed è un’opportunità anche per scoprire di non essere soli e che quello che stiamo provando è del tutto normale.

Con il trascorrere del tempo, la situazione migliorerà progressivamente, il disagio si attenuerà e le emozioni negative diventeranno sempre meno frequenti e più gestibili.

Giorno dopo giorno, il dolore si trasformerà, si evolverà, si preparerà a diventare qualcos’altro: non più struggimento e disperazione, ma ricordo, nostalgia, accettazione.
Può accadere che, con il succedersi delle settimane, mentre la donna pian piano si accorge di star meglio possa temere di dimenticare: questo timore è causa di un intenso disagio. Ma il rischio di dimenticare, in realtà, non esiste.
Un bambino perso, non è perso per la sua mamma. Lei lo custodisce per sempre, al sicuro, nel suo cuore”.

Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com

235 risposte a “Il dolore di quando si perde un bambino….

  1. Anche io ho perso il mio bambino …nessuno può capire la mia solitudine …il vuoto che sento …..non c’è più battito ….questo mi fa ancora tanto male non riesco a superarè esta pérdida …rasquiamento alla dodicesima 12 ma settimana …un dolore tan grande che non riesgo a superar dopo un mese …sento crollare il mondo la mia vita e finita …il sapere non potere mai essere mamma…ho sofferto tanto con le punture medicine..progesterone per fare la inseminazione due tentativi …il miracolo arrivo …però duro solo tre mesi…espero potere superare questo dolore …la mia bambina restará nel mio cuore per sempre

  2. l’unico ricordo che ho di te è la cartella con le tue ecografie e una giacchetta che mi ha regalato una mia amica. non riesco ancora a reagire. è successo due giorni fa. il tuo cuoricino non batteva più. in un attimo mi è crollato tutto. tu eri mio figlio. sarai ancora dentro di me per due giorni e poi ti dovrò salutare con la morte nel cuore. Sarai sempre nel mio cuore te lo giuro. non potrò mai dimenticare cosa mi hai dato in questo poco tempo. Grazie amore della mamma.

  3. giovanna come hai letto puo purtroppo succedere ma tu non devi scoraggiarti, è veroc he sei giovane e forte, adesso è normale che tis enti giu e dilaniata dal dolore, poi piano piano passerà e vedraic he tra poco tempo ( come già successo !!) ci scriverai che sei ancora in dolce attesa e andrà tutto bene, cerca dis tare serena e ai rompiscatole digli .. di farsi i fatti loro!!!un abbraccio

  4. Ciao sono nuova leggendo i vostri commenti mi sento molto vicina a voi,due giorni fa ho dovuto fare il raschiamento purtroppo aborto interno.il 22 aprile ho fatto la mia prima ecografia un emozione indescrivibile ero di 6 settimane e 5 giorni poi alla 9 settimana vedo queste perdite e mi precipito in ospedale e mi dicono che non ce battito che la gravidanza mi cade il mondo adosso.dicono che si é fermato alla sesta settimana ancora non capisco il perché.tutti mi dicono che sono giovane che la seconda andrá meglio ma io ho paura d illudermi e di avere un altro aborto non lo sopporterei.ora cercheró di superarla anche se é difficile.il mio ragazzo mi sta accanto non sopporto le persone che mi chiamano e mi chiedono il perché é successo voglio solo non sentirmi sola e riuscire andare avanti ma non é facile

  5. Lina cara.. è forse troppo presto, troppo dolore in questo momento, datti tempo ma quelloc he ti hanno detto è vero il tempo medica tutte o quasi el ferite, presto tutte voi ci darete la bella notizia di un angioletto in arrivo non mollate coraggio

  6. il 21/04/15 ho saputo di essere in dolce attesa,alla notizia ero sorpresa ma felicissima,ma la prima ecografia ha distrutto il mio sogno e la mia immaginazione, gia immaginavo il suo visino,il mio primo bambino/a,si vedeva ma non si sentiva il battito,sto male,tutti mi dicono che ci sara un altra gravidanza,ma io ora ho dolore cosi immenso,che non mi va di ascoltare nessuno,ciao angioletto

  7. 7 anni fa’anch’io ho perso il mio bambino quasi di 5 mesi secondo aborto è un dolore che non va via,che nessuno può capire chiunque ha dimenticato ma nel mio cuore sono con me ogni singolo giorno,leggendo le vostre esperienze mi sono sentita x un attimo meno sola,per la donna è la peggiore dell’esperienze entrare in una sala parto due volte senza provare la gioia di abbracciare il proprio figlio non ho consigli da dare solo il tempo aiuta ad andare avanti la forza che ognuna ha di risollevarsi

  8. Poche ore ho saputo….sono arrivata alla nona settimana….ma il suo cuoricino non batte piu da qualche giorno. Purtroppo è il secondo aborto consecutivo….non so il tempo che ci vorrà x poter star meglio…ma in questo momento vorrei poter andar via con lui..o lei…

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