Ecco come capire se piacciamo a chi ci sta di fronte

stretta di mano
Vi siete mai chiesti dopo un colloquio di lavoro, o semplicemente dopo aver conosciuto qualcuno: “Chissà che impressione gli ho fatto, chissà se gli sono piaciuta (o piaciuto)”.
Guardare la persona dritta negli occhi o sentire una certa empatia già a pelle ha sempre una grande importanza, ma anche osservare alcune posture del corpo o alcuni gesti può aiutare a comprendere.
E oggi la nostra grafologa Candida Livatino ci spiegherà proprio quali sono i segnali del corpo che esprimono “piacere, disponibilità e accoglienza”.
Ecco cosa ci dice:  Continua a leggere



La Pet Therapy: quando la carezza di un animale può anche guarire

Ci sono giorni che nascono e muoiono senza infamia e senza lode. Passano senza lasciare traccia.
Ci sono altri giorni che nascono nello stesso modo, ma che invece, così per caso, evolvono e lasciano in noi dei segni, delle sensazioni piacevoli, di grande soddisfazione.

Un venerdì come tanti altri ero in ufficio a lavorare.
Ad un certo punto è arrivata la segretaria con un uomo: “Maria, lui è Mario, è una persona straordinaria, sono sicura che ti piacerà conoscere quello che fa”.

Non mi dilungo nel racconto, altrimenti tolgo spazio alle cose più importanti. Ma la segretaria aveva proprio ragione, quell’uomo, Mario Colombo, ha realizzato un bellissimo progetto: Frida’s Friends Onlus (FFonlus), l’energia della Pet Therapy, un’associazione senza scopo di lucro e si occupa di aiutare alcuni bambini affetti da disabilità.

Con l’aiuto di Psicologi e psicomotricisti, e soprattutto con l’aiuto e con il contatto degli animali, tanti bambini riescono a migliorare le loro condizioni di salute. Continua a leggere



No Pullman per disabili, no gita: i bambini non partono per non lasciare l’amico da solo

Person On WheelchairSiamo così circondati da notizie cattive, tristi e a volte anche truci, che quando leggo qualcosa di bello, di umano, di civile… quasi mi commuovo.

In una società dove l’egoismo la fa da padrone e la solidarietà spesso viene accantonata, leggere di bambini che rinunciano ad una gita perché un loro compagno disabile non può unirsi a loro mi ha fatto pensare. Quanto avremmo da imparare noi adulti dai più piccoli!!

La storia è questa: gli studenti della scuola elementare di Trenta, nel cosentino, hanno deciso di rinunciare alla gita a Lecce in segno di solidarietà nei confronti di un loro compagno disabile che non poteva partecipare al viaggio per la mancanza di un bus per lunghe percorrenze provvisto di pedana per carrozzine. Continua a leggere



Cena di coppia a lume di candela e bimbi dai nonni, sì o no? La psicologa

coppia
E’ giusto lasciare i figli dai nonni qualche sera o magari anche qualche notte per ritrovare l’intesa di coppia?
Che bella domanda vero?
Il desiderio credo sia comune a tutti i genitori. Uscire una sera in due, andare a mangiare fuori o semplicemente passeggiare mano nella mano senza dover continuamente dire: “Non ti allontanare, dammi la mano, vieni qua…”
Allora perché in tanti non lo fanno?
Perché, soprattutto quando a lavorare sono entrambi i genitori, il senso di colpa prende il sopravvento. Dopo averli lasciati tutto il giorno, come si può pensare di lasciarli anche la sera e magari anche la notte?

Questo è un argomento che mi sta molto a cuore. Anche io vorrei “staccare” la spina ogni tanto. Togliere i panni della mamma per rimettere quelli della moglie e godermi una uscita a due con mio marito. Ma è più forte di me, non riesco a lasciare i bambini con la babysitter anche la sera.
Diverso è invece il discorso dei nonni. Se avessi i nonni vicini non ci penserei due volte. Lo farei con il sorriso, sicura di fare un piacere ai bambini, ai nonni e a noi come coppia.

Ma cosa dice in merito la nostra psicologa, la dottoressa Francesca Santarelli?

Ecco cosa ci consiglia: Continua a leggere



Giù le mani dai bambini: oggi è la giornata nazionale contro la pedofilia

IMMAGINE SIMBOLICA DI VIOLENZA SUI BAMBINI - PEDOFILIA PEDOFILO“Pedofilia: Telefono Azzurro, triplicati adescamenti online “Sono in vertiginoso aumento le segnalazioni di casi di adescamento online al 114, il numero di emergenza di Telefono Azzurro: in due anni (2012-2014) sono passate dal 4,4% al 14,2% del totale delle segnalazioni. In linea con questo, sale la percentuale di responsabili estranei, dal 14,5% (2012) al 23,5% (2013) al 27,4% (2014). In crescita anche i minori di origine straniera vittime di abuso (20%) mentre ha meno di 11 anni il 43,8% delle vittime”.

“Pedofilia:scambio foto minori online,20 indagati in 16 città
Adescavano minorenni su Internet convincendole a realizzare immagini ‘intime’ che poi era cedute ad altre persone con le quali erano collegate principalmente con la messaggistica di WhatsApp. La ‘rete’ era collaudata ed estesa, tanto da coinvolgere 20 indagati residenti in 16 città italiane. Tra loro anche minorenni che hanno poco più di 14 anni e due maggiorenni con precedenti penali in materia di pornografia minorile.”

Sembra un bollettino di guerra. E invece sono solo due delle decine e decine di notizie, di lanci fatti all’agenzia di stampa Ansa nelle ultime ore sul tema pedofilia.

E non passa giorno senza trovare, purtroppo, nuove news.

Ma perché?

Perché tanta violenza sui più indifesi, sui nostri figli, sulle creature che dovremmo difendere a costo della nostra stessa vita. Perché? Continua a leggere



Come capire se chi ci sta davanti proprio non ci sopporta

segniCi sono degli atteggiamenti che assumiamo con il nostro corpo e che esprimono ostilità nei confronti di chi ci sta davanti.
Insomma, se abbiamo a che fare con gente che non sopportiamo, inconsciamente il nostro corpo si organizza con posture e movimenti inequivocabili.
Sono i cosiddetti “segni di ostilità”. Quali sono?
Ce li svela la nostra grafologa Candida Livatino.
Una lettura molto interessante che ci insegna anche a capire se ci sono colleghi o conoscenti che, pur facendo i gentili con noi, in realtà non ci tollerano per niente!

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Quando un bambino è timido, “arrendevole”, indifeso: che fare? La psicologa

bambina_timidaOggi affrontiamo con la dottoressa Francesca Santarelli un tema che sta a cuore a tanti genitori: i figli timidi, “arrendevoli”, che non si sanno difendere dai compagni.

Quante volte al parco avete visto bambini piuttosto intraprendenti fare piccoli dispetti agli altri coetanei? Dispetti come strappare un gioco dalle mani dell’altro o portare via la palla o anche il ciuccio dalla bocca.

Alcuni piccoli reagiscono, cercando di riappropriarsi di quanto gli è stato tolto. Altri, invece, rimangono fermi, si intristiscono, magari piangono, tornano da mamma e papà, ma non vanno a recuperare il loro gioco.

Che fare?

Certo, l’istinto ci porterebbe ad intervenire a favore del bambino indifeso. Ma è giusto?

Meglio cercare di spronare i bimbi timidi a difendersi o rispettare la loro natura?

Ecco cosa ci consiglia la dottoressa Santarelli:

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L’Africa a portata di Zoom!

Aereo del Serengeti

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Andiamo o non andiamo? Andiamo o non andiamo?

Le previsioni meteorologiche non promettevano nulla di buono.
Per una settimana intera ho monitorato tutti i siti di meteo, cercando di capire se c’erano possibilità di errore. Ma tutti erano concordi con il definire la giornata del 25 aprile “variabile con piogge a intermittenza”. Insomma ovunque c’era quella orrenda nuvola con le gocce.
Perché tanta ansia?
Perché Luca voleva spegnere la sua quinta candelina allo zoo. E per lui avevo organizzato un piccolo raduno di famiglia allo ZOOMTORINO, il nuovo parco zoologico alle porte di Torino.
Non avevo preparato un piano B, avevo puntato tutto su ZOOM.
La pioggia, però,  avrebbe potuto rovinare tutto.  E io non volevo deludere le altissime aspettative che aveva il mio piccolo sul suo compleanno.
Il 25 siamo partiti da Milano diretti a Cumiana. Nuvole nere all’orizzonte e due crostate nel portabagagli.
Per Luca doveva essere una sorpresa.
Allo Zoom ci dovevano raggiungere mio fratello con la famiglia e mio cognato con i bambini.
Dopo qualche chilometro le prime gocce… e l’umore sotto i piedi.

Siamo arrivati a Cumiana che piovigginava. Non ci siamo persi d’animo. Ormai… eravamo lì.

Siamo entrati… ed è stato subito amore a prima vista.
Ad accoglierci i suricati.
“Hakuna matata”… gli ha detto subito Marco.
“Ma è Timon” ha esclamato Luca.
E io: “Sì, è vero, è proprio lui, magari incontreremo anche il compare Pumbaa, il facocero (per chi non avesse inteso… sono i personaggi del “Re Leone della Disney”!)

Ci siamo imbattuti nel “cimitero degli animali estinti”. Un’idea originale e simpatica per ricordare i dodo, la tigre del Caspio, l’uro e tanti altri animali che non ci sono più.
Ma anche un modo per ricordare agli uomini che alcune specie ora in estinzione (come i rinoceronti per mano dei bracconieri, ed altri) potrebbero a breve, si parla di pochissimi anni, avere la loro lapide in questo posto. Continua a leggere



Per fare un bambino ci vuole un asilo

Stamattina mi è arrivata questa e.mail da una mamma, una cara amica del blog.
Lei parla a nome di un gruppo di genitori ai quali sta per essere tolto un diritto: quello di mandare i propri figli al nido.
Un nido che c’è, che esiste, che funziona, che è pieno di bambini allegri che giocano ignari del fatto che il prossimo anno non avranno più un posto per loro.
Un nido comunale. E come si sa, in un periodo di austerity,  i Comuni tagliano i servizi.

E quindi… zac… sforbiciata ai nidi. In fondo lo Stato garantisce a tutti i bambini un posto alla scuola primaria.
Già trovare posto alla materna è un lusso. Al nido poi è … un extra lusso!

Rabbia, disapprovazione, sdegno. Questo è il sentimento di questi genitori.

Il nido privato costa parecchio, quasi come un secondo mutuo. Un onere che non tutte le famiglie posso sostenere, soprattutto se si hanno più figli piccoli.

Chissà quante di queste persone dovranno lasciare il proprio lavoro per accudire i bambini.

Siamo sicuri che sono queste le politiche migliori di sostegno alle famiglie?
Siamo sicuri che è così che si vuole invertire la rotta della natalità a zero?

Non posso non dare voce a questa mamma e al gruppo “Per fare un bambino ci vuole un asilo”.

Ecco a voi la lettera. Se vi va… condividetela su Facebook, facciamola girare.

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Quando il corpo parla più delle parole: ecco come capire gli altri guardando la gestualità

Emotions.Il corpo a volte esprime molto più delle parole.
Capire ed interpretare il linguaggio del corpo ci può aiutare anche a capire se chi ci sta davanti è sincero o bugiardo.
Oggi la nostra grafologa Candida Livatino ci spiegherà come capire se una persona è aggressiva, ansiosa o in atteggiamento di difesa:

 

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