Rivoglio indietro i miei capelli!

Buon lunedì a tutti,
oggi volevo parlare di un tema allegro, ma il tempo di certo non aiuta. Uff…
Dov’è andata a finire la primavera?
Sulle previsioni meteo per il Ponte di Pasqua, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Quest’anno che mi ero decisa a nascondere le uova nel giardino di mio fratello, ci sarà, se tutto va bene pioggia, altrimenti neve.

Uffa, uffa, uffa!

Mi sento capricciosa come i bambini.
Fra qualche giorno arriveranno i miei, finalmente staremo tutti insieme. Stavo già fantasticando sulle passeggiate da fare. Ma con questo tempaccio tutti i miei buoni propositi se ne vanno in cantina…

Pausa. Respiro profondo.
Va bene, ve lo confesso.

Da tre giorni a questa parte non mi sopporto.  Non riesco neppure a guardarmi allo specchio.
Un motivo c’è: sono i miei capelli! Continua a leggere



Il mistero dei calzini rotti

Dopo una notizia seria, eccomi qua un post semiserio.
Oddio, il problema è grave, ma voglio affrontarlo con leggerezza, altrimenti comincio ad innervosirmi di nuovo.
Da quando è arrivata “lei” in casa, ho cominciato ad avere prima dei sospetti, poi dei dubbi, ora posso dire di avere quasi la certezza: la mia lavatrice buca i calzini di mio marito.

E se prima si accontentava di mangiucchiare e bucherellare i calzini ormai lisi, facendo quindi anche una giusta selezione naturale delle cose, ora ha imparato a rosicchiare anche i calzini nuovi e ultimamente anche una camicia nuova, appena comprata.

La cosa comincia davvero ad infastidirmi. Parecchio.

Ma una cosa non mi è chiara: perché i buchi si trovano solo e soltanto sui calzini di mio marito? Continua a leggere



La solita tiritera…

In questi giorni sono particolarmente stanca.
Più del solito direi.
Non riesco a riposare a dovere (colpa mia e delle cattive abitudini che ho concesso a Luca), non riesco a stare dietro alle mille cosa da fare al lavoro e a casa. E obiettivamente ho proprio la faccia stanca!
E quando una è stanca, si sa, è anche irascibile e perde le staffe per un non nulla, anche con i figli!
“In questi ultimi giorni sono particolarmente monelli”, mi lamento con mio marito.
E lui mi risponde: “No. Sono sempre loro, solo che sei tu che sei uno straccio. Vai a letto!”
Io andrei a letto alle nove e mezza (e ieri l’ho fatto), “ma chi fa le cose che ci sono da fare?” chiedo alla mia dolce (e amara) metà. E lui con una calma serafica che mi fa partire l’embolo mi risponde: “Nessuno”. Continua a leggere



Che weekend!

Mi piacerebbe raccontarvi del mio fantastico weekend.
Ma purtroppo non posso. Non perché non voglia, ma perché non c’è stato niente di fantastico nel weekend appena trascorso.
Faccio un passo indietro. Venerdì ore 16:00, mentre ero in ufficio, affogata come al solito nelle mille e passa cose da fare, squilla il cellulare.
Guardo lo schermo, vedo la scritta “NIDO” e ancor prima di rispondere mi dico: “cavolo… NO! Luca…” Continua a leggere



L’iscrizione alla materna… è andata!

Fatto!
In pausa pranzo sono andata a scuola, in segreteria, e ho consegnato la domanda cartacea per l’iscrizione di Luca alla scuola materna.
Eh, sì! Sta diventando grande pure lui. L’anno prossimo comincerà un nuovo importante ciclo.
Questa volta, però, non sono né spaventata, né dispiaciuta.
So cosa l’aspetta e mi piace.

Ricordo quando, tre anni fa, consegnai la stessa domanda per Marco. Andai a vedere la scuola, l’edificio che avrebbe frequentato e mi venne lo sconforto. “Che triste, che brutta struttura rispetto al nido. Che ambiente  povero”, pensai.

Ed effettivamente rispetto al dorato, ovattato e ricco nido c’era un abisso.
Ma quel che non sapevo è che quell’abisso lo avrebbero colmato gli stessi bambini con i loro lavori, con le loro mani, con le loro corse e rincorse, con le loro urla e le loro risate.
Quel che non sapevo è che avrebbero avuto al loro fianco delle insegnanti capaci, brave e pazienti pronte non solo a coccolarli, ma anche a spronarli e a farli crescere.  Continua a leggere



W i tagli all’istruzione!

Ieri sera non riuscivo ad addormentarmi. Mi giravo e mi rigiravo nel lettone.
Ad un certo punto mio marito, stufo delle mie giravolte, mi ha chiesto: “
“Marì, ma mi spieghi che hai stasera? Ti ha morso la tarantola?”
E io: “No, la tarantola no, ma il dirigente scolastico sì. Per carità, abbiamo la fortuna di avere a capo del nostro Circolo Didattico una donna straordinaria, efficientissima e bravissima e sono sicura che farà di tutto per trovare una soluzione, ma è il sistema che sta andando a rotoli. Possibile che metà del mio stipendio se ne va in tasse, che paghiamo il pre e il post scuola, la mensa come se fosse il ristorante con un grande chef, che vado alla riunione di presentazione della scuola primaria convinta di ascoltare solo buone novelle, ossia come funziona la scuola, gli orari, l’accoglienza, e invece torno a casa con il magone? Mi verrebbe da dire per la rabbia: basta da domani non pagherò più le tasse! Anche se so che non lo farò e continuerò a pagare, pagare, pagare…”

E mio marito: “Possibile che è da 10 minuti che parli e ancora non ho capito nulla? Volendo fare una sintesi, mi dici che ha detto la dirigente?”

E io: “Sì, che probabilmente il prossimo anno scolastico si formeranno più prime, che non ci sono fondi, non ci sono insegnanti e che le classi che si formeranno in più frequenteranno 27 ore settimanali e non 40”.

E lui (che cominciava ad agitarsi esattamente come me!) ha aggiunto: “Spiegati un po’ meglio, sei sulla buona strada”. Continua a leggere



Ho la sindrome di Peter Pan? Non lo so, ma sono pazza del musical

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Quando il sipario è calato la prima cosa che ho pensato è stato: “Non c’è due senza tre”.
Perché se la prima volta lo spettacolo mi è piaciuto tanto, mi ha stupito, meravigliato, entusiasmato, colpito. La seconda volta l’ho guardato con altri occhi. Sono andata alla ricerca di quei particolari che la volta scorsa non avevo avuto modo di osservare. Mi sono divertita e, a tratti, anche commossa.

Ebbene sì, sabato scorso siamo andati a vedere Peter Pan il Musical.
Mi è bastato? Nooooo.
Vi dico solo che se l’anno prossimo riproporranno lo spettacolo, farò di tutto per essere ancora lì.

Vi potrei raccontare la trama, ma la conoscete già, è la classica storia di Peter Pan.
Vi potrei dire di quanto erano bravi gli attori, di quanto erano belle le coreografie, le scenografie, i costumi.
Ma non lo farò. Non perché io non ne abbia voglia, ma perché credo che neppure utilizzando le parole più belle e ricche del nostro vocabolario riuscirei a trasmettervi quelle emozioni, quel calore, quella voglia di tornare bambina che ho provato in quelle due ore.
Vi racconterò, invece, dell’altro… Continua a leggere



Ma come fanno i bambini ad avere sempre la risposta pronta?

Ieri sera: “Marco sei felice di andare a vedere il musical di Capitan Uncino?”

E lui: “Sì, così dopo andiamo in quel negozio che era lì vicino (ossia quello della Disney) e compriamo il cannocchiale e la spada di Jack, così posso fare il pirata vero con il vestito che mi ha fatto la nonna”

Io: “Marco, non si possono avere entrambe le cose. Il teatro costa tanto e i giochi anche. Tu mi avevi detto che volevi andare al musical, quindi…”

E lui: “Ma poi la zia mi ha regalato i soldi a Natale, vero?” Continua a leggere



La nebbia

“Mamma, guarda, che bello la nebbia!!” Mi ha detto Marco stamattina uscendo di casa. E Luca: “Sìììì, che bello la nebbia! Yuppy Yeah!” E io: “Cosa? Che bello la nebbia? Ma state scherzando? Ricordatevi che dentro le vostre vene scorre sangue mediterraneo! Quindi che bello il mare, che bello il sole, che bello il cielo terzo, che bella la terra rossa!” E invece no, per loro è bella anche la nebbia! “Ma perché vi piace la nebbia?”, gli ho chiesto incuriosita. “Perché ci avvolge, perché ci fa fumare per finta e perché ci fa giocare a nascondino senza nasconderci!” mi… Continua a leggere


Come sono andate le vostre feste?

Eccoci qua di ritorno dopo la lunga pausa natalizia.
Innanzitutto BUON ANNO A TUTTI!

Cosa avete fatto?
Come avete trascorso le feste?

Noi siamo stati a casa dei nonni, in Puglia, dove più che fine dicembre sembrava fine maggio. C’era un sole, un’aria, un mare…
Mi sono goduta ogni singolo raggio di sole. Abbiamo fatto delle belle passeggiate al mare e ci siamo fatti coccolare dai nonni, dagli zii e dagli amici.
E, come da tradizione, abbiamo mangiato tanto, troppo, troppissimo.
Ma come si fa a dire di no ai dolci preparati dalla mamma, alla salsiccia alla brace, al pesce fresco, alle verdure appena raccolte, alle mozzarelle e alle burratine con la goccia, alle arance raccolte direttamente dall’albero?
Decisamente impossibile!
E così boccone dopo boccone, non so quanti chili ho messo su.
Un bel regalo… Eppure a Babbo Natale avevo chiesto di perdere 15 chili senza rinunciare al cibo! Evidentemente non ha ricevuto la mia e.mail 🙁 Continua a leggere