La grande festa dei Remigini!

1Lo sapevo. La maestra Ilaria mi aveva avvertita: portati tanti fazzoletti, perché, conoscendoti, sono certa che piangerai!

Ed io, scherzando le rispondevo: “Sarà difficile farmi emozionare di nuovo. Superare la festa di Marco è quasi impossibile!”

E lei: “Vedrai, vedrai… Stiamo facendo le cose in grande quest’anno. Intanto non staremo nel salone della scuola, ma all’auditorium. Ascolta me, portati i fazzoletti…!”

Ieri finalmente il grande giorno, “La festa dei Remigini di Luca”

L’auditorium era gremito di gente: mamme, papà, fratelli, nonni… Eravamo veramente tanti, tanti, tanti.

Ho pensato: “Chissà come si emozioneranno i bambini quando ci vedranno! E chissà se Luca riuscirà a vederci”

C’erano tre teli grandi a fare da sfondo al palcoscenico. Uno che rappresentava il mare della Grecia, l’altro la savana africana e il terzo il Perù.
Sul palco una valigia vuota. Aperta. Un bagaglio che i bambini man mano hanno riempito con storie, sogni, racconti, oggetti…

E lo spettacolo è stato proprio un lungo e meraviglioso viaggio intorno al mondo.

Ad aprire le danze un gruppo di bambini che pon pon rossi ai polsi, gonnellina bianca (per le bimbe) e gilet nero hanno ballato il Sirtaki.
Non posso descrivervi lo stupore e la meraviglia degli spettatori. La scenografia, la coreografia, i costumi. Tutto era curato nei minimi dettagli.
Quanto impegno, quanto lavoro! E poi c’erano loro, i bambini, che si muovevano a ritmo di musica avanti e indietro, a coppie e poi abbracciati.
Quanto erano belli…
Non sono riuscita a trattenere le lacrime. Aveva ragione la maestra…
Da lì in poi sono stata un fiume in piena fino ai saluti finali.
Non sono riuscita neppure a scattare una foto, gli occhi erano troppo bagnati.

Il secondo gruppetto a ritmo di jambe ci haportati in Africa.
Abbiamo proprio respirato l’aria della savana: il tam tam, i colori caldi di quel paese lontano, i turbanti in testa e questi grandi foulard colorati… Tutto molto coinvolgente.

Ma ancora non avevo visto Luca.
E’ entrato in scena subito dopo, con la sua classe.
Ci hanno portati in Perù!2

I maschietti con cintura, cappellini e chitarra alla mano hanno fatto una “serenata” alle femminucce e poi hanno ballato insieme una canzone peruviana che non so replicare.
Erano così colorati, così gioiosi, così belli.
Mamma Karla, la mamma di una compagna di classe di Luca, ha donato a tutti i bambini degli accessori fatti arrivare direttamente dal Perù.
I bambini erano meravigliosi, l’allegria contagiosa…

Il carico di emozioni era già stato importante. Pensavo di aver visto tutto e invece…

Sono entrate in scena le tre ragazze spagnole che hanno fatto il tirocinio nella scuola. Insieme a tutti i bambini hanno cantato una “canción en español” mimandola con le mani.

Poi altri tre piccoli spettacoli accompagnati da altrettante canzoni e poi il gran finale.

Quando ci penso mi emoziono ancora…

Nel silenzio della sala i bambini, che nel frattempo erano saliti nella parte alta dell’auditorium, sono scesi dalle scale sventolando una piccola bandiera (Luca aveva quella della Germania) e intonando “We are the world, we are the children”. Loro sono i bambini, il futuro di questo mondo. Loro posso azzerare le differenze razziali e tenersi per mano.
Che bella lezione di vita!

Le maestre hanno ringraziato con dei fiori tutte le mamme “straniere” che nel corso dell’anno sono andate nelle classi a spiegare ai bambini gli usi e i costumi dei loro Paesi.

E così tre pacchetti di fazzoletti erano già andati… Mi rimanevano solo poche lacrime che ho speso per la proclamazione dei “futuri alunni delle elementari”.
Tutti i bambini hanno ricevuto dalle loro maestre il cappellino da dottore e il diploma.3

In quel momento ho realizzato che non ci sarebbero state altre feste dei Remigini per noi. Che anche Luca ormai è sulla rampa di lancio, pronto per il grande salto. Da settembre anche lui sarà uno scolaro con diario, quaderno, matita e tanti compiti da fare!

Non ho più bambini “piccoli” da accudire…
Mi sono passati come un lampo i tre anni di materna. Quando è arrivato lì aveva ancora addosso l’odore del bambino piccolo, aveva tolto da poco il pannolino, a fatica usava forchetta e cucchiaio… Ora è un ometto.

Lui è pronto. Io no!
Sono tornata con la testa nell’auditorium quando ho sentito le note di “Buon Viaggio”, la canzone di Cesare Cremonini. Tutti i bambini cantavano: “Buon viaggio, che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo, l’incanto sarà godersi un po’ la strada, amore mio comunque vada, fai le valigie e chiudi le luci di casa, coraggio lasciare tutto indietro e andare

E speriamo solo che per tutti loro sia veramente un “buon viaggio”…

A fine giugno lasceremo per sempre la scuola materna con la consapevolezza di essere stati molto fortunati ad incontrare una maestra straordinaria che li accompagnati per tutti e tre gli anni in questo percorso.
Una maestra che ha saputo dare amore a tutti loro incondizionatamente, che è stata sempre presente, sempre al loro fianco e che gli ha insegnato davvero tante cose. Primo fra tutti a stare insieme, a condividere e a rispettarsi.

Perdonatemi approfitto per ringraziarla pubblicamente. Magari non leggerà mai questo post, ma io voglio dirle  “Grazie”. Grazie maestra Ilaria per tutto quello che hai fatto per i nostri bambini”.

Grazie anche alle altre maestre che l’hanno supportata!

Ed eccoli qua tutti i piccoli neo-dottori pronti per il loro lungo viaggio.

E allora “BUON VIAGGIO” a tutti voi e grazie infinite per questa indimenticabile FESTA DEI REMIGINI!

4