Famiglie allargate, quando lui (o lei) ha già dei figli…

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Qualche giorno fa ero a pranzo con una mia amica, separata con due bimbe, che ora sta approcciando una relazione con un altro uomo, anche lui separato con figlio.
Mi ha fatto sorridere quando mi ha detto: “Con lui sono stata chiara, io sono una “family pack”: tre al posto di una. Quindi se prende, me prende anche le bambine”.

Effettivamente, oggi giorno, sono tante le “family pack”. Ma che succede quando si incontrano due family pack?
Come far andare d’accordo tutti, i figli dell’uno con i figli dell’altro?
E poi: come trattare i figli del nuovo compagno o compagna? Come farsi accettare? E se ci sono opinioni discordanti sulle modalità di educazione, che fare?

Di questo oggi parliamo con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

Ecco i consigli per le “famiglie allargate”:

Capita spesso oggigiorno di sentir parlare di “famiglie allargate” o “ricostruite”: matrimoni finiti, storie che iniziano daccapo, nuovi amori e molto spesso, a seguito delle coppie, ci sono anche figli di uno, dell’altro o di entrambe i partner.

Certo non è sempre facile entrare in relazione con queste realtà già in qualche modo “traumatizzate” e, molto spesso mi capita che le persone si rivolgano a me per chiedermi consigli su come interagire al meglio con i figli del nuovo partner o comunque come gestire al meglio situazioni come queste.

Partiamo da questa premessa: perché il rapporto con i figli del nuovo compagno funzioni, occorre procedere a bassa velocità, poiché la nuova figura è spesso vissuta dl bambino come un rivale e comunque come una forma di tradimento.

Il segreto è quello di non avere fretta di farsi amare.

Questo può voler dire “stare in panchina” anche per uno o due anni prima di entrare nel ménage familiare e poi gradualmente, inserirsi e cercare di conquistare la fiducia e la stima del bambino. Per far ciò è necessario non forzare subito comportamenti affettuosi o di seduzioni, ne cercare di “comprarlo” con giochi soprese o sforzarsi di essere generose, fantastiche o qualcosa che non siamo realmente.

Questo, annullerebbe precocemente le distanze.

Il bambino è come un cucciolo: dobbiamo prima lasciare che ci annusi e che impari a fidarsi di noi per ciò che siamo davvero. Il vice genitore si ritagli un posto nella famiglia se i bambini capiscono che possono fidarsi. E questa fiducia si conquista anche con un comportamento chiaro, che precede di non sostituirsi al genitore, a cui spettano i compiti educativi e le decisioni più importanti. Esempio: il bambino vuole andare al mare? “Chiedi prima alla mamma o al papà” è la risposta migliore. Questo dà al partner credibilità e fa sì che i figli si fidino del nuovo arrivato. Oltre tutto, aiuta anche a schivare la più temuta frase: “Chi ti credi di essere? Non sei mia madre (o mio padre!”).

In una famiglia allargata i nuovi partner possono diventare molto importanti per i bambini e sviluppare con loro una relazione profonda che può durare per sempre. Vice mamma e vice papà sono una sorte di terzi genitori: in loro il bambino o l’adolescente trovano un punto di riferimento diverso da mamma e papà e più intimo di un amico.

Si tratta di un adulto con cui confidarsi, da cui farsi fare le coccole, capaci di offrire una sponda affettiva in più nella vita.

Quindi, non vediamo solo il lato negativo di queste famiglie e storie d’amore ricostruite, né consideriamo la presenza dei figli un ostacolo. Basta saper gestire la cosa con maturità e pazienza fin dall’inizio e tutti ne potranno ricavare grandi risorse importanti per la serenità di tutti e la propria vita affettiva.

 

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com