La paura e la diffidenza nei bambini. Perchè nascono e come vincerle?

Santarelli2014Siamo arrivati all’ultimo appuntamento con le “emozioni dei bambini” piccoli.
Oggi la nostra psicologa amica la dottoressa Francesca Santarelli ci parlerà in particolare della paura e della diffidenza.

C’è una frase che mi ha molto colpita: “La fiducia del bambino nell’ambiente dipenderà dal comportamento dei genitori”.
E’ proprio vero!
Siamo noi che spesso trasferiamo le nostre paure ai nostri figli.
Quanti bambini hanno paura dei cani, solo perché la mamma ha lo stesso timore?

Mio figlio Marco ha paura dei burroni. Almeno così dice. In realtà sono io che ogni volta che facciamo una passeggiata in montagna gli ripeto: “Per favore allontanati dal bordo. Spostati al centro. Non ti sporgere…”
La verità è che sono io ad avere una paura folle di cadere nei precipizi e mi viene spontaneo mettere i miei figli “al riparo” da eventuali pericoli… Anche dove i pericoli non ci sono.

Mio marito mi rimprovera per questo. E così, per far capire a Marco che non deve avere queste paure, lo abbiamo iscritto ad un corso di arrampicata. Corso che a lui piace tantissimo. Adora fare questa attività…

Luca invece ha paura del buio. Ma nessuno di noi, in famiglia, ha questi problemi.

Allora, se non sono trasmesse da noi genitori, come nascono queste paure nei bambini? E cosa dobbiamo fare?

Ci spiega tutto Francesca Santarelli:

“Mie care mamme oggi parliamo delle ultime due paure analizzate in questo iter che abbiamo condiviso insieme.

LA PAURA

La paura si manifesta per i bambini, in forma di pianto, che esplode dopo un rapido crescendo di tensione o con l’immobilità assoluta il cosiddetto “freezing.”

Davanti a ciò che lo spaventa, il bimbo di pochi mesi si gira dall’altra parte per rifiutare o non vedere, anche se gli occhi restano aperti.

Già verso i 4 mesi di vita, se immobilizziamo una gamba o un braccino del piccolo, subentra una reazione simile alla paura, anche se non sappiamo se si tratti di una semplice reazione fisica alla sensazione di costrizione o se il bambino sia già in grado di elaborare un esperienza.
Verso gli 8-9 mesi poi, subentra la cosiddetta “angoscia per l’estraneo”: bimbi che prima stavano con tutti ora diventano selettivi e si spaventano se lasciati soli con sconosciuti.

Si tratta però di un segnale di maturazione, perché serve a comparare le esperienze e rendersi conto che alcune di esse sono nuove.

La paura va sempre accolta, verso qualsiasi cosa sia rivolta e non va mai negata ne classificata brigativamente come capriccio.

Anzi, è proprio questo sentirsi accolto che permette al bambino di avvicinarsi gradualmente allo stimolo che lo spaventa: dormire da solo con una lucina accesa, fare la conoscenza di un estraneo, fidarsi della tata a cui la mamma lo lascia per qualche ora… 

L’importante è non classificare questi comportamenti di ritrosia, che caratterizzano determinate fasi della crescita, come manifestazione di ostilità!

 

LA DIFFIDENZA

Sguardo vigile, muscoli tesi e la ricerca del braccio della mamma a cui aggrapparsi: così si esprime la diffidenza, che in realtà è una delle componenti della paura.

Se un bimbo viene messo su una tavola dove è disegnato un finto abisso, si ferma interdetto e osserva la madre in cerca di istruzioni.

Se lei lo chiama sorridendo, il bimbo persegue e lo attraversa; se invece sembra spaventata, si ferma.

La fiducia del bambino nell’ambiente in cui vive, dipenderà dal comportamento dei genitori.

La diffidenza si apprende per imitazione dell’adulto! Quando il piccolo si trova spaesato, guarda la mamma per capire come comportarsi. Questo può essere utile per l’inserimento all’asilo; se il bimbo percepisce che la mamma si fida delle educatrici, potrà a sua volta fidarsi. Pensateci….la maggior parte dei problemi di inserimento dipendono da questo.

 

Con quest’ultimo pezzo, care mamme, ho finito! Lo so che in alcune parti sono stata un po’ teorica, ma spero di essere stata chiara e semplice nello spiegarvi come nascono le prime emozioni dei nostri cuccioli!
Chiedetemi se avete esigenze particolari di tematiche, cosi ci coordiniamo meglio!

A presto

Dott.ssa Francesca Santarelli”

 

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

16 risposte a “La paura e la diffidenza nei bambini. Perchè nascono e come vincerle?

  1. @maria a volte è normale che tutti i commenti mi arrivano tutto d’un colpa? cioè a distanza di due giorni mi arrivano tutti i commenti arretrati, devo fare qualcosa io o è il sistema così?

    • @lola, ciao! No, non è normale, dovresti vedere i commenti man mano che vengono approvati. Rigiro la tua segnalazione ai tecnici!
      Grazie mille 🙂

  2. @ge1977: è quello che intendevo. Quello che racconti di Riccardo mi è stato raccontato l’anno scorso anche da alcune mamme dei compagni maschi di Sara (facevano la 4 elem.). Per questo dico se non si sia abbassata l’età preadolescenziale….anche x i maschi.

  3. …mmm….io queste età le ho passate da un pezzo…. a me servirebbe qualche suggerimento per riccardo, 8 anni, in certi periodi ha paura al momento dell’addormentamento e fatica a dormire….il motivo cambia sempre….non credo sia una cosa specifica….nn so cosa vuole comunicare. l’ultima volta ha detto “ho paura ma nn so di cosa….”, a volte in questi periodo si sveglia di notte dicendo ke ha fatto un brutto sogno…ma poi nn lo racconta….boh….paure legate alla crescita?!?!?! richieste di attenzione? magari manchiamo in qls senza rendercene conto….
    GRAZIE MILLE x l’eventuale risposta…. 🙂

  4. ma finito in che senso che non la sentiremo o melgio leggeremo piu???
    per ora jacopo solo paua del pauro e non so cosa dipenda visti nessuno di noi ce l’ha e mai inculcato frasi tipo al buoi c’è il lupo o simili, boh da qualche mese è cosi e lo assecondo cioè se deve prendere qualche cosa in camerett a lo accompagno e basta, per il discoros maria burroni anche io se camminassi vicino direi stai attento ma non per inculcargli paura ma solo una sana atenzione ,

  5. gentilissima Dssa Santarelli,
    La ringrazio per i Suoi argomenti sempre precisi ed interessanti ma vorrei solamente sollevare un piccolo appunto, non me ne voglia (neanche tu Maria).
    Onestamente si troppa teoria messa insieme, ho avuto l’impressione di avere davanti un professore che spiegava ai suoi allievi. Dal mio punto di vista senza un confronto/dibattito penso che l’argomento rimanga fine a se stesso per quanto affascinante possa essere. E’ bello sapere cose nuove specialmente per le mamme alle prime armi dove i dubbi sono molteplici, ma sinceramente la pratica, l’esperienza di ognuna ed il confrontarsi credo siano il vero arricchimento. So che Lei è mamma oltre che professionista, quindi comprenderà la mia osservazione.
    Detto questo, ci ha chiesto se abbiamo esigenze particolari. Io vorrei, se possibile e se non sono troppo sfacciata, che si affrontasse l’argomento della pre-adolescenza. Lo so che è un argomento che è stato già trattato e so anche che possa interessare a pochi visto l’età media dei figli delle amiche. Però dal mio punto di vista sarebbe interessante sapere se ad oggi l’età di questa fase dei ns. figli si fosse abbassata rispetto a quando eravamo piccole noi. Io ho avuto questa impressione. Sbaglio forse? Ecco mi piacerebbe avere un suo parere ovviamente come professionista ma soprattutto come persona che ha ascoltato i suoi pazienti, quali problematiche si è trovata davanti? Ma è proprio vero che i ragazzini di oggi sono così terribili e disinibiti come vengono descritti? (e come purtroppo ho avuto modo di constatare).
    Mi scuso con Lei e con te Maria, non voleva essere nè una provocazione, nè una critica ma solo un punto di vista di una mamma che si mette sempre in discussione. La saluto cordialmente.

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