Tu non paghi, tuo figlio non mangia


Questo video andato in onda ieri sera durante la trasmissione LE IENE ha fatto molto discutere e non a caso.
Quello che in tante scuole finora è stata solo una minaccia, a Vigevano è diventata realtà: i bambini i cui genitori non pagano la mensa, a pranzo possono mangiare solo un panino.
Non un pasto caldo, non una insalata. Ma solo un panino, una bibita e un frutto.
I bambini “paganti” vanno a mensa. Gli altri mangiano in un’aula a parte.

E se questo vi sembra raccapricciante, ascoltate l’intervista che la Iena Matteo Viviani ha fatto al sindaco di Vigevano…

No comment. Non posso aggiungere altro. Le parolacce su questo blog sono vietate e non posso autocensurarmi!
 

49 risposte a “Tu non paghi, tuo figlio non mangia

  1. @Livia: ciao ti faccio un grosso in bocca al lupo, mi associo a tutte le parole che ti ha detto Maria NON MOLLARE! almeno provaci per i bambini

  2. @Maria: grazie, ma purtroppo a quarantun anni ti fanno sentire vecchia e inutile. Spero solo che, quando sarà il momento, mi diano uno straccio di pensione 🙂

    • @Livia… hai la mia stessa età… non ti buttare giù. Devi per prima cosa credere tu in te stessa. Se non hai un po’ di autostima come possono gli altri valutarti positivamente. Su con il morale e datti una mossa. Non è semplice, lo so. Anzi, sopratutto in questo momento, è molto difficile. Ma ci devi credere… Solo così potrai trovare la forza di guardare al futuro con ottimismo, lo devi a te e a tua figlia!

  3. Io, al momento, sono una di quelli che non paga e non mi vergogno. Purtroppo è quasi un anno che sono disoccupata, gli otto mesi di sussidio sono finiti a dicembre e al momento ci tocca vivere con la misera pensione di reversibilità che, per l’amor del cielo meno male che c’è almeno quella, è comunque insufficiente per arrivare alla terza settimana del mese. Anche il mio compagno è a piedi ed in più deve passare il mantenimento per sua figlia perché è separato. In banca ho qualche soldino che ogni giorno diminuisce perché deve sopperire a quello che non raggiunge la pensione. La retta dei pasti è basata sulla dichiarazione ISEE del 2011, quando fortunatamente lavoravo ed il reddito risultava più alto (la prossima dovrebbe essere più bassa con tutti i “benefici” che comporta), ma questo alle aziende che gestiscono la ristorazione e al comune non può importare di meno. Dal mio punto di vista, nel momento in cui ci sono variazioni importanti nel reddito famigliare, la variazione delle rette dovrebbe essere immediata indipendentemente dalla scadenza dell’ISEE. Ma questa è fantascienza. A gennaio l’Enel ha mandato il conguaglio del gas che superava di diverse centinaia di euro la pensione: ho dovuto pagare e lasciare indietro tutto il resto, anzi andando ad intaccare il mio “fondo paracadute” che, l’ho detto, si assottiglia ogni giorno di più. Faccio la spesa grossa al discount ogni 20 giorni circa, solo quando in frigo c’è il deserto dei tartari, cerco di non buttare niente e spesso faccio in casa pasta, pizza, pane per risparmiare. Chi parla a favore del sindaco mi fa rabbia perché non sa o non vuole sapere o semplicemente non ha così tanti problemi. In certe situazioni bisogna trovarsi e non giudicare comodamente dietro una tastiera

  4. Io rimango dell’idea che a quel sindaco non importasse assolutamente nulla e non si sia minimamente preoccupato di accertare quale fosse la situazione di quelle famiglie.
    Mentre gli venivano fatte le domande aveva una faccia da “pesce lesso” menefreghista che mi ha inorridito. Per lui è meglio addobbare il duomo con lumunarie inutili (come detto da una cittadina intervistata)…molto meglio curare l’apparenza!!!

  5. @ciocco73: a me sembra semplicemente la soluzione piu’ semplice per il sindaco,,,colpire i bambini in modo che gli adult,i semsibili su questo punto, si diano una mossa in qualche modo ed escano allo scoperto i furbetti…sarebbe anche un buon metodo se non ci fossero di mezzo dei bambini…penso se mio gfiglio dovesse sentirsi emarginato dai suoi compagni come potrebbe sentirsi…

  6. @silviafede: forse il sindaco non si può troppo muovere perchè ci sono regolamenti comunali che bloccano e rendono più lunghi i termini? oppure perchè già ci hanno provato ma la giustizia è un po’ lunga? non so silvia perchè il sindaco non si è mosso nel modo da te descritto, come ho detto mi spiace solo x i bambini che, come dici tu, non c’entrano proprio nulla…

  7. @ciocco73: se davvero il sindaco ha fatto le verifiche e queste persone sono dei furbi perche’ non attivare una pratica legale? Perche’ farci rimettere i bambini? Oggi queste procedure sono molto veloci, nell’azienda per cui lavoro se un cliente non paga si attiva la pratica legale e nel giro di poco il giudice procede con tutti gli strumenti, blocco del quinto dello stipendio, in mancanza di questo blocco dei beni tipo macchina e per finire pignoramento (mobili, televisori, ecc)…non credo che queste famiglie furbe vivano sotto a un ponte…

  8. @ge1977: sono in parte d’accordo con te. ci sono troppi furbi che ci marciano… ma mi spiace perchè poi ci vanno di mezzo i bambini…
    @maria80: complimenti a te e ai genitori che hanno aderito all’iniziativa x la famiglia in difficoltà.

    io credo che il sindaco, prima di arrivare ad una decisione simile, abbia provato a rivalersi e controllare le famiglie che non pagano, purtroppo tanti “furbi” pensano “tanto non toglieranno il cibo a miio figlio, quindi continuo a non pagare”… e il sindaco si è trovato “costretto” a questa decisione…
    ripeto mi spiace per i bambini e soprattutto x le famiglie veramente in difficoltà…

  9. @MARIA80: compliementi per l’iniziativa verso la famiglia in difficolta’ e per la tua sensibilita’…hai espresso quello che volevo dire anche io non devono essere i bimbi a pagare, anche nei casi dei disonesti, le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli, esistono delle pratiche di riscossione crediti con un iter ben preciso che finisce col blocco dei beni e con il pignoramento, ma far sentire un bambino un emarginato no, non e’ giusto

  10. Sono d’accordo con chi dice che al mondo ci sono tanti furbi che su queste cose ci sguazzano ma rimango comunque dell’idea che anche in questo caso siano sempre dei bambini a rimetterci e mi riferisco a quelli la cui famiglia ha veramente problemi. Di quei bambini a cui non è consesso di mangiare in mensa qualcuno ci marcia ma qualcuno non può veramente e non mi sembra che si sia voluto andare a fondo sulle motivazioni. Il comune o la scuola hanno il diritto e dovere di accertarsi delle reali motivazioni che portano i genitori a non pagare. I figli dei firbi ed i figli di genitori veramente in difficoltà sono messi allo stesso livello e non è giusto. Parlo per esperienza personale visto che all’asilo di mio figlio contribuiamo alla retta di un bimbo la cui famiglia è in serie difficoltà ma prima di arrivare a questo sia le insegnanti che noi genitori ci siamo accertati nel non regalare aiuto a chi in realtà non ne ha bisogno. Per noi 2 euro in più al mese non fanno la differenza economicamente ( per fortuna ) ma la fanno umanamente.

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