I Tic nei bambini: i consigli della psicologa

In queste ultime settimane ho notato che sono arrivati tanti ma tanti commenti e domande sui Tic dei bambini. Così ho chiesto alla nostra Psicologa Amica di scrivere un altro post sull’argomento.
Non vi rubo altro tempo e vi lascio alla lettura di questo interessantissimo articolo: 

“Quando si parla di TIC nei bambini trovo sempre una forma di resistenza e timore da parte dei genitori che mi chiedono sempre spaventati cosa si possa nascondere dietro un comportamento simile e come devono comportarsi a riguardo.
Innanzitutto: calma, pazienza e niente paura! Non stiamo parlando di una malattia, ne tanto meno di un disturbo che durerà per sempre e che non si possa affrontare con tempi e modi appropriati.

Una volta esclusa la componente fisiologica e organica, possiamo definire i tic come dei movimenti improvvisi, ripetuti, involontari ed incontrollabili, che più frequentemente possono riguardare sia la mimica facciale, come ad esempio: sbattere le palpebre, aggrottare le ciglia e fare delle smorfie, sia la motricità e la gestualità del corpo, come: sollevare le spalle, scuotere le gambe e le braccia, ruotare il collo, la testa e così via.
Oltre ad essi, spesso è possibile osservare sia dei tic respiratori, come soffiare, tossire ripetutamente e tirare su il naso, sia dei tic fonatori, come ad esempio schioccare la lingua ed emettere dei suoni gutturali.
Esattamente possiamo definire i tic in base a questa classificazione:
I tic motori semplici comprendono: smorfie del viso, movimenti del collo, colpi di tosse, segnali di ammiccamento; mentre i tic vocali semplici includono: raschiarsi la gola, sbuffare, tirar su col naso, grugnire.
I tic motori complessi comprendono invece battere i piedi, effettuare movimenti mimici, saltare, toccare, odorare un oggetto; i tic vocali complessi riguardano, invece la ripetizione di parole fuori contesto.
Nei casi più gravi, possiamo assistere alla coprolalia (usare parolacce) e l’ecolalia (ripetere come un’eco frasi, parole o suoni sentiti per ultimi).

Solitamente, nei bambini i tic si manifestano intorno ai 6-7 anni di vita, in modo del tutto graduale e progressivo, per poi a volte, ma non sempre, scomparire e risolversi in modo del tutto spontaneo.

Una volta esclusa la presenza di eventuali cause organiche, spesso l’attenzione viene posta sul vissuto emotivo del bambino, laddove spesso i tic possono rappresentare una sua reazione ad una situazione d’ansia o ad un evento per lui stressante, che egli può vivere sia all’interno che all’esterno del suo ambiente familiare. In altri termini, è come se il bambino, attraverso la motricità dei suoi tic, esprimesse le sue angosce, i suoi conflitti e le sue tensioni, che altrimenti non riuscirebbe ad esprimere in altro modo.

Il significato dei tic in età evolutiva è molto complesso e può assumere forme diverse da un bambino all’altro. Tuttavia spesso essi nascondono un’aggressività inespressa, o un vissuto di insicurezza del bambino stesso, ma più di frequente rappresentano un suo bisogno di tenere sotto controllo se stesso o una determinata situazione all’interno del suo sistema familiare, come nei casi di conflittualità o di separazione tra i suoi genitori, o in occasione di una grave malattia di uno dei suoi membri. Spesso tali bambini appaiono come timidi e remissivi e tendono a controllarsi molto, sia nell’espressione dei loro vissuti emotivi che delle loro azioni; di rado parlano in modo spontaneo dei loro tic e del disagio che per essi provano, in modo particolare nel rapporto con i compagni, arrivando spesso a negare la loro esistenza.

Tuttavia, la reazione da parte dell’ambiente circostante, ed in modo specifico da parte dei genitori, può essere di grande aiuto nel determinare l’evoluzione del sintomo stesso, laddove per il bambino può essere molto importante non sentirsi rimproverato, richiamato, ed alcune volte deriso e troppo osservato per ciò che egli stesso non riesce a controllare, con il rischio conseguente che un simile atteggiamento possa al contrario accrescere il suo stato di ansia e di tensione.
In tali situazioni, potrebbe essere molto utile per il bambino che entrambi i genitori spostassero la loro attenzione e la loro preoccupazione dal sintomo stesso, alle sue possibili cause sottostanti.
Dunque, nonostante sia facilmente comprensibile come i tic nervosi mettano a dura prova le reazioni emotive di genitori e bambini stessi, purtroppo abbiamo capito che, una reazione di eccessiva preoccupazione, è uno dei principali ostacoli alla loro risoluzione. Se la cosa non si risolve da sola con la crescita del bambino o con la risoluzione di una situazione problematica, non bisognerebbe attendere troppo a rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato nel campo, che potrà valutare e capire la reale natura della situazione.

Esistono infatti diversi tipi di approccio psicoterapeutico quando il tic ha un significato nevrotico: terapie di rilassamento se è una forma reattiva o una terapia comportamentale che aiuta a canalizzare il tic e a gestirlo. Esistono anche degli interventi di supporto diretti all’ambiente che circonda il bambino (come genitori ed insegnanti) per spiegare il significato del tic e come gestirlo in clima supportivo e positivo, in modo da svolgere sempre e comunque un lavoro condiviso di alleanza tra chi sta a più stretto contatto con lui.
La cosa più importante è non allarmarsi eccessivamente solo per un periodo piuttosto breve per cui il nostro bimbo ha un tic e/o se si hanno dei dubbi a riguardo, non esitate a chiedere a chi di competenza, senza timore e vergogna…. Quelle non servono a niente, ne tanto meno ad aiutare chi amiamo di più!!
Buona giornata”

Vi ricordo che per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.

39 risposte a “I Tic nei bambini: i consigli della psicologa

  1. Io vorrei parlare dal punto di fista del bambino. Ora ho 24 anni e a volte ancora faccio difficoltà a controllarmi. Ho avuto un situazione famigliare particolare per questa forma di disagio che nasce da bambini che poi mi sono portato dietro e ha influenzato tutta la mia vita e tante volte.

    Dei Tic che vi sono elencati sopra li ho avuti tutti, fino ad arrivare all’auto lesione personale e purtroppo al tentato suicidio. Un anno fa ho fatto i bagagli e sono partito da solo a 10.000 km da mia madre.

    Quello che purtroppo ritengo che non mi ha portato alla guarigione completa, nonostante prendessi medicinali ed ero sotto terapia e farmaci di un dottore molto bravo e specialista, penso sia dovuto al fatto che mia madre che amo con tutto il cuore e che so che mi ama, spesso era troppo rigida e severa. Non è il solito commento da figlio a voi mamme: la rigidezza, la depressione sua che ha trasferito su di me, l’essere rimproverato di cose che non erano evidentemente colpa per un bambino di 6 7 anni ha dato luogo a quello che ho avuto fino adesso. Venito punito per cose che ora non mi ricordo nemmeno o di cui ho rimosso.

    Per cui un appello a voi genitori e madri, io non metto in dubbio il vostro amore e le vostre buone intenzioni, ma spesso a volte cercate di non controllare o esagerare nel proteggere i vostri bimbi, lasciateli liberi (nel limite) di fare il loro per corso e non li incolpate di cose che e normale che accada all’eta di un bambino perche magari avete avuto una giornata difficile o avete problemi per arrivare alla fine del mese, perche a quell’eta noi siamo solo in grado di percepire il vostro stato d’ansia e stress, noi non pensiamo e non sappiamo ancora di quello che ci aspettera dalla vita di adulti. Ma sopratutto se i vostri bimbi hanno TIC mai e poi mai INCOLPARLI DICENDO CHE E COLPA LORO CHE POSSONO CONTROLLARLO! NON E COSI!

    Non si puo capire se non lo si ha, finirete che il vostro bimbo nel cercare di controllarsi vivra in uno stato d ansia e autocontrollo rigidissimo, e sara ansioso pure quando non ce nulla da essere ansiosi.

    E sicuramente i vostri bimbi sono intelligenti come lo sono stato io e sapranno quando sono adulti che avete cercato di fare del vostro meglio per crescerci.

  2. purtroppo mio figlio li ha dalla 1 media,adesso è in 1 superiore, sono smorfie che lui si accorge di fare ma non riesce a dominarle, alle medie le insegnanti mi dicevano che nessuno le derideva,è la mia paura,perchè si era inserito bene ed era bravo in classe,alle superiori lasciamo perdere non sanno neanche che faccia ha…..noi non lo rinproveriamo ma ci dispiace vederlo a disagio.

  3. @ulissino: non so se puo’ considerarsi un tic, non mi esprimo su questo, ma tu che sei maschio dovresti sapere che siete tutti un po’ fissati co’ sto pisellino…anche mio figlio che ha quasi 5 anni gli da un gran tormento, io ho chiesto al pediatra cosa fare e mi ha suggerito di lasciarlo fare che sono normali esplorazioni…di certo male non gli fa perche’ dovrebbe? Pero’ se hai dubbi consulta il pediatra

  4. MIO FIGLIO DIGRIGNAVA I DENTI DOPO AVER COMPIUTO UN ANNO….I DENTINI STRIDEVANO COSI’ FORTE CHE MI VENIVA QUASI LA PELLE D’OCA. ORA NON PIU’..SECONDO ME ERA AFFASCINATO DAL RUMORE..

  5. mio figlio ulissino ha 9 anni e da 4 anni circa si tocca sempre il pisellino quasi come un tic. Che dobbiamo fare per distrarlo e soprattutto … gli farà male?
    2 genitori ansiosi.

  6. C’è stato un periodo, Vale aveva circa 7 anni che sospirava continuamente. Escluso un problema respiratorio, rimaneva solo quello psicologico. Tuttavia non gli abbiamo dato molta importanza, abbiamo cercato di farlo stare sereno e dopo qualche mese il tic è sparito da solo.

  7. @nadia: anche mio figlio lo fa e pure mio marito e mia sorella. Essendoci abituata sin da piccola (mia sorella lo faceva ancora da bambina), io sinceramente non me ne sono mai preoccupata!!!

  8. può essere un tic il digrignare i denti di notte ?! mio figlio più piccolo (4 anni a maggio) da un mesetto circa ha iniziato a volte ha digrignare i denti nel sonno. Ha iniziato a farlo durante un’influenza con febbre alta e poi ha proseguito. La pediatra mi ha detto di non preoccuparmi ma quando sento che lo fa mi viene spontaneo chiedermi perchè lo fa… ?

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