Come si fa a spiegare ad un bimbo di due anni e mezzo che è piccolo per alcune cose e grande per altre?
“Luca, no amore, il coltello non si prende. Puoi tagliarti. Sei ancora piccolo”.
“Luca, le forbicine sono di Marco, tu sei ancora piccolo”
“Luca, forza, mangia da solo, ormai sei grande”.
Stamattina, ci pensavo. Povero Luca, sicuramente lo sto mandando in confusione.
A distanza di due minuti, ho pronunciato due frasi. Con la prima l’ho incoraggiato a fare le cose da solo (“Luca, mettiti le scarpe, sei capace, sei diventato grande”) con l’altra, invece, gli ho fatto venire le crisi di identità.
Mi ha chiesto: “Mamma, andiamo a scuola?”
Gli ho risposto: “No amore, Marco va a scuola, lo accompagniamo insieme. Tu invece vai al nido, sei ancora piccolo”.
Mi ha guardato con aria di sfida e mi ha detto: “Mamma, io sono grande. Vedi? Non ho più il pannolino”.
Sssì, gli volevo rispondere, peccato però che tra ieri e oggi hai sporcato 5 mutandine e 5 pantaloni tra pipì e popò. Ma non l’ho fatto. Non sono stata così crudele! 🙂
In quel momento, però, ho capito che tra grande e piccolo sto combinando un gran pasticcio.
Ho cercato di spiegargli la teoria della relatività… ma non so quanto abbia capito!
Forse, per quello, è ancora piccolo! 😉