La giungla… del corredo scolastico!

Marco è al terzo e ultimo anno di scuola materna.
E, non so perché, per quale motivo, con quale illusione, pensavo di essermela scampata.
Insomma, pensavo questa volta di non dovermi cimentare nell’incredibile ricerca del “corredino scolastico”.
E invece, giovedì scorso il mio ometto è arrivato a casa con il suo bel foglietto.
La lista questa volta era abbastanza contenuta:
1) Astuccio con cerniera
2) Colla stick
3) Pennarelli a punta fine
4) Un porta listini
5) Forbici con punta arrotondata
6) Temperino
7) Matite colorate
8) Matita
E poi per l’igiene personale: fazzoletti di carta, bicchieri di carta, salviettine umidificate e rotoloni di carta asciugatutto.

Ora, non voglio polemizzare già di lunedì mattina. Ma come è possibile che dobbiamo essere noi genitori a fornire il materiale didattico alle scuole. E non solo quello, anche la carta igienica, i bicchieri di carta e i tovaglioli.  Mi chiedo: non paghiamo le tasse anche per quello?

Tralasciando questa vena polemica che non porta da nessuna parte, vi racconto il mio fantastico viaggio nella giungla del corredino.

Sabato pomeriggio ho detto a mio marito: “Vado all’ipermercato a fare la spesa per la scuola. Ma vado da sola, così in mezz’ora compro tutto e torno”.

Arrivo e già all’ingresso c’era un cartellone infinito “A scuola di risparmio”.
Tutto il reparto cancelleria, o quasi era stato replicato lì. “Beh”, dico fra me e me, “promette bene!”
C’era una marea di gente, tutti con i carrelli. Chi spingeva da destra e chi da sinistra.
“Cavolo, ma ci siamo dati tutti appuntamento alle quattro?”

File di zaini, astucci, gomme da cancellare, colle, risme di carte bianche, colorate, a pois, forbici di tutte le forme e colori. Per non parlare dei pennarelli. Ve lo giuro, non pensavo che esistessero tante tipologie di pennarelli: a punta grossa, a punta fine, super-fine, lavabili, superlavabili, lavabili anche in acqua fredda, naturali, in confezioni da 6, 12, 24, 36, e multipli vari.
Una giungla di prodotti!
E ora? Quale prendo? Mi sono subito resa conto che ci voleva mezz’ora solo per vedere l’offerta più conveniente.
Alla fine ho preso i superlavabili da 36.

Sono passata alle matite colorate.
Che ci vuole a comprare delle matite, vero?
C’erano almeno 20 tipi di matite colorate diverse: legno naturale, con esterno in argento, con esterno colorato, super-temperabili. Etc.
Ho visto un’offerta che non si poteva rifiutare: Faber da 12 con temperino a 1,75 euro.

Uaho! Ne prendo due.

Poi altra mezz’ora sulla colla: Pritt, Uhu, Stadler,  da 8 gr, da 22 gr, da 30 gr. , con solventi, senza solventi. In confezioni da tre, da 5, singole.

Ma l’apoteosi è stato trovare il portalistini. Lo ammetto, non avevo la più pallida idea di cosa fosse.

Nella giungla non c’era. Ho chiesto alla commessa e neppure lei sapeva cosa fosse. Ma mi ha dato una buona idea: “Vada nella corsia della cancelleria, lì ci sarà sicuramente”.

Sono andata, l’ho trovato. Lo prendo da 20, da 30, da 40, 60 o 80 fogli?

Boh!, facciamo 60!

Lì c’era anche il lettore dei prezzi. Non so per quale strano motivo, forse sesto senso, ho preso le mie fantastiche Fabel Castle, ho messo il codice a barre sotto il lettore e…

E il prezzo non era affatto 1,75 euro, ma 10,49 cent.

Stavo per spendere oltre 20 euro per 24 matite?

Ahhhhhhhhhhh!!!! Il mio panettiere me ne aveva regalate 12 la settimana prima… a gratis!!

Mi sono fiondata come un fulmine al banco informazioni. E ho chiesto all’addetta: “Scusi… quale dei due prezzi è quello vero? Quello che è posto sul cesto con la scritta super grande “Offerta Faber”. O quello del lettore?”.

E’ venuta con me. Ha cominciato a vedere, controllare, scrutare. Poi mi ha detto: “Per essere certa che sia il prodotto in offerta deve controllare sempre il codice a barre”.

Beh! Facile no? E la lente di ingrandimento me la dà lei?

Alla fine abbiamo scoperto l’arcano: le matite in offerta non erano quelle della Faber Castle, che continuavano a costare un occhio della testa. Ma altre, prodotte sempre dalla stessa casa, dove sull’involucro era scritto tutt’altro. La parola Faber era sul retro, scritto in piccolo, alla riga: “prodotto da”.

Ma come ho fatto a non capirlo subito!!

Finalmente, dopo due ore e un mal di testa galoppante, avevo esaurito la lista “Per la didattica”. E sono passata all’igiene personale.
I rotoli? Non sottomarca e confezioni da 6.
Stessa cosa per i fazzoletti: confezione da 30.

Insomma… alla fine ho speso quasi tre ore del mio tempo e circa 40 euro per scegliere tutti i prodotti migliori, quelli che fanno meno male, senza solventi, etc.

Stamattina, finalmente, fiera della mia spesa, ho portato il pacco umanitario a scuola.
Sono andata per mettere le cose a posto e… e nell’armadietto ho fatto una bella doccia scozzese a secco: la maggior parte dei prodotti erano “primo prezzo”, confezioni da 2 per i rotoli e da 6 per i fazzoletti.

Non vi dico la delusione! Sigh!
Ma sono solo io… quella che si fa mille paturnie?
Evidentemente sì! Infondo… sono prodotti per la scuola.
Poi, che siano i nostri figli ad utilizzarli… che importa!

Sigh! Sigh! Sigh!