“La Cortedi Cassazione ha definito adottabile il minore la cui struttura familiare originaria è assente e non mostra alcuna volontà collaborativa con i servizi sociali, ostacolando ogni tentativo di prestare un valido sostegno all’attività genitoriale”.
I giudici, con questa sentenza, hanno voluto tutelare un bambino la cui madre soffre di gravi turbe psichiche e il padre è stato sottoposto ad azione di custodia cautelare in carcere.
Il minore, vista l’assenza della famiglia ed il disinteresse dei genitori a instaurare un rapporto con i servizi sociali, è stato dichiarato adottabile dalla Corte d’appello di Trento che ne ha disposto l’accoglimento presso una comunità. (L’articolo intero lo trovate sul blog “Il professionista risolve”)
Il padre del bambino si è opposto alla sentenza. Ma senza esito.
La frase che più mi ha colpita è stata questa: “lo stato di abbandono del minore e la sua conseguente dichiarazione di adottabilità, è ravvisabile anche nel caso in cui i genitori si rifiutino di collaborare con i servizi sociali intervenuti per ristabilire un equilibrato rapporto tra genitori e bambino”.
E se tra i servizi sociali e i genitori ci fosse dell’astio per altri e diversi motivi? Questi potrebbero perdere i figli?
Lo so che le persone dei servizi sociali sono dei professionisti e che il loro parere deve essere obiettivo ed oggettivo. Ma sono pur “umani” e potrebero sbagliare. E a quel punto? I genitori, tra mille problemi, si vedono anche strappare via i propri figli?
Di casi di malagiustizia ne abbiamo visti fin troppi.
D’altro canto anche i casi di maltrattamenti di minori, purtroppo, abbondano.
E’ un argomento troppo difficile da affrontare in maniera così frettolosa e superficiale.
Rimane il fatto che la sentenza della Cassazione fa riflettere….