Per oggi avevamo programmato un altro articolo. Tutt’altro argomento. Ma dopo aver visto quanto sta succedendo accanto a noi, non siamo riusciti a non affrontare questo argomento: i bambini e il terremoto. La domanda che ho posto alla psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli, è la seguente: di fronte ad un dolore, ad una emergenza, come ci si deve comportare con i bambini? Spiegare quanto sta accadendo? Far finta di niente? Minimizzare?
Un approccio che vale sia per le emergenze più grandi, come purtroppo i terremoti, che per i drammi che a volte si vivono tra le mura domestiche.
Ecco cosa ci consiglia la dottoressa Santarelli:
“Tutti noi siamo molto scossi dalle notizie che ci arrivano da questo sciame sismico che sta colpendo una parte del nostro Paese e che, come tutte le catastrofi naturali, ci mette di fronte ai nostri limiti umani e alla nostra impotenza.
Calamità come queste costituiscono un forte trauma per ognuno di noi, ci spinge a confrontarci con la paura della morte e ci attiva un sistema di ansia e allerta che è difficile da gestire per ogni adulto, figuriamoci per un bambino!
È vero che i bimbi hanno un’idea della vita e della morte ben diversa da noi, hanno una consapevolezza del pericolo che va al di là della nostra logica e percezione e spesso, ciò che per noi è pericoloso, ai loro occhi appare incomprensibile o una forma di allarme esagerato (questo anche a secondo dell’età naturalmente).
Ecco perchè, il mio pensiero oggi va a tutti quei bambini, di qualunque età, che in questi giorni con le loro famiglie, stanno vivendo sulla loro pelle questo terribile trauma e a tutte le persone (miei colleghi compresi) che stanno cercando di arginare gli effetti psicologici che possono derivare da shock simili.
Inutile infatti negarlo, i bambini hanno e stanno subendo un forte shock psicologico a causa del terremoto: sono stati costretti ad abbandonare le loro case improvvisamente durante la notte, e alcuni di loro ora sono costretti a vivere alloggi di fortuna insieme alle famiglie.
Paura, frustrazione, ansia, insicurezza, sono tutti sentimenti che il terremoto suscita negli adulti e nei bambini.
In particolare nei bambini, l’instabilità è qualcosa che genera sempre ansia, perché i bambini hanno bisogno di avere punti di riferimento e comprendere quanto accade.
E’ facile perciò che all’indomani di una scossa di terremoto, i bambini possano manifestare ansia ed essere impauriti.
Quello che, dal mio punto di vista posso suggerirvi di fare, di fronte a situazioni simili, è invitarvi a seguire con i vostri bimbi queste piccole accortezze, che possono fare la differenza nell’elaborazione di traumi come questi.
– Parlate con loro e fatevi raccontare quanto accaduto, descrivendo il tutto, tirando fuori ciò che li mette in ansia
– Non comunicate panico ai bambini, ma rassicurarli in modo razionale (questo lo so, è la cosa più difficile!).
– Spiegate loro che cos’è il terremoto e quali sono le azioni utili da fare per mettersi in salvo
– Spiegate che nonostante la paura che ci fa il terremoto, ci sono molte persone esperte che sono in grado di aiutarci : vigili del fuoco, protezione civile, medici, croce rossa, etc.
– Tranquillizzateli sul fatto che non sono soli
– Spiegate loro che il terremoto è un evento naturale che si può affrontare, perché esistono precauzioni e comportamenti da seguire, che ci salvano la vita.
Aiutate i bambini insegnando come uscirne, come mettersi in salvo, cosa fare, è la maniera migliore per aiutarli anche a gestire l’ansia perche per loro è importante sapere che esiste una soluzione, che intorno a loro esiste una rete di persone in grado di aiutarli, anche in un evento come il terremoto.
Inoltre il gioco è uno strumento prezioso attraverso il quale essi possono esprimere ed elaborare le loro difficoltà, ripetendo simbolicamente quanto vissuto. L’attività ludica svolge sempre una funzione riparatrice.
Gli adulti hanno un ruolo importante nell’aiutare i bambini ad affrontare le proprie paure: è importante che non ci siano atteggiamenti di iperprotezione, poiché questi avrebbero l’effetto di far sentire il bambino debole e dipendente. Da evitare anche l’estremo opposto, cioè quello di sottovalutare le sue paure o di ridicolizzarlo prendendolo in giro, anche bonariamente, perché l’ironia non è uno strumento che i bambini riescono a cogliere. Un altro modo per proteggere i bambini è evitare di comunicare loro le paure e i timori dei grandi. Anzi, è utile invece far loro capire che in caso di bisogno c’è qualcuno che può proteggerli, e che gli adulti di riferimento sono lì ad ascoltarlo quando esprime le sue paure, lasciando comunque al bambino stesso la possibilità di provare a superarle autonomamente.
Lo so, tutto questo può sembrare quasi banale e riduttivo di fronte a tragedie simili e sentirsi dire di riprendere “una vita normale” il prima possibile, sembra quasi una presa in giro, ma pensate che ai vostri bambini serve rassicurazione, normalizzazione e rispecchiamento delle loro emozioni. Conteneteli, sosteneteli, proteggeteli, condividete con chi avete accanto e se questo non dovesse bastare, non esitate a chiedere aiuto a specialisti dell’emergenza! Vi sono vicina, a tutti voi!”
Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.