Voleva un figlio, la sclerosi non l’ha fermata

“Ho ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla a 18 anni e ho passato molti anni a pensare che non avrei potuto avere un figlio poi mi sono informata, ho chiesto un parere al mio neurologo che non mi ha detto ‘no’. E’ stato allora che ho deciso di avere un bambino”.
Flaminia Carega, 35 anni e un bimbo di quattro e mezzo racconta il percorso che l’ha portata a decidere di avere un figlio, nonostante sia malata di sclerosi multipla da 23 anni.

In occasione della campagna ‘Gardenia Aism’ (nelle principali piazze italiane sabato 3 e domenica 4 marzo ), l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla devolverà il ricavato proprio ad un progetto scientifico che sta studiando la relazione tra gravidanza e sclerosi multipla al Centro di riferimento regionale del Piemonte, presso l’ospedale di Orbassano, Torino.

“Prima di restare incinta la mia terapia consisteva nel fare l’interferone 3-4 volte la settimana, ma già non faceva più effetto perché avevo almeno quattro attacchi all’anno. Ho proposto al mio medico di sospendere la cura, provare ad avere un bambino e riprendere dopo la gravidanza una nuova terapia. Nei nove mesi ho avuto solo un attacco, nel primo periodo, riguardava un problema di sensibilità risoltosi senza farmaci poi più nulla fino al parto. Subito dopo, è arrivato un altro attacco pesante, forse perché non ho allattato”.

Oggi lo stile di vita di Flamina è cambiato. Ha deciso di abbandonare la carriera da avvocato: “ho lasciato circa sei anni fa, non ce la facevo, era impegnativo anche portare il motorino”, ha ammesso. “Adesso lavoro part time, per scelta, in una società di ricerche di mercato, sono in amministrazione, lavoro mezza giornata e l’altra metà posso passarla con mio figlio”.

“Mi dispiace non poter più fare cose che prima riuscivo a fare – aggiunge – bisogna ammetterlo ma ho altre ricchezze, tra cui il mio bambino, al quale un giorno, non subito, spiegherò qual è la malattia della mamma. Adesso, quando mi vede camminare con il bastone gli dico che e’ per aiutarmi, tre gambe sono meglio di due e lui ha capito”.

Perché vi ho riportato questa agenzia?
Perché credo sia una fonte di speranza per tutte quelle donne che si trovano nella stessa situazione.

E allora sabato e domenica facciamoci un regalo. Portiamo a casa una bella Gardenia Aism e aiutiamo pure noi questa associazione. Se volete sapere di più su questo bel fiore vi invito a visitare il blog “Fiori e Foglie” della mia amica Daniela. Lei sì che ha il pollice verde 😉

22 risposte a “Voleva un figlio, la sclerosi non l’ha fermata

  1. @ Redazione MARIA: si è un maschieto e si chiamerà SAMUELE!!ormai vi seguo da un anno..anche se commento poco!!vi terrò aggiornate su tutto..il tuo blog è bellissimo!!compliementi!

    @SilviaFede: hai ragione sono mali diversi, ma qn arrivano e passano, rimane sempre qsa che ti fa temere il ritorno!!di SM purtroppo non si può guarire!!ma gli stati d’animo sono simile,penso!!

    Grazie a tutte per l’ incoraggiamento!!sono sicura che andrà tutto bene 😉

  2. @didda: brava e complimenti! Per me il tuo caso non e’ paragonabile a quello del post, perche’ dalla malattia del secolo, come l’hai definita tu si puo’ guarire e le prospettive di vita diventano uguali a quelle di chi non l’ha avuta (io ho l’esempio di mia suocera 14 anni fa completamente guarita), purtroppo per la sclerosi le cure riescono solo a rallentare o a bloccare per un po’ il decorso della malattia quindi le prospettive di vita sono diverse. Non dico che la mamma del post non avrebbe dovuto avere un bambino, sono valutazioni assolutamente personali e come hai detto tu sicuramente lei si sara’ posta tutti i problemi del caso prima di decidere, non mi permetterei mai di giudicare, dico soltanto che le due situazioni , proprio per tipo di malattia non sono paragonabili. In bocca al lupo per tutto, dacci notizie del tuo cucciolo! E purtroppo anche qui parlo per esperienza vissuta da vicino una mia amica e’ morta di SM nel giro di 3 anni con una figlia ancora piccola (quando e’ nata non gli era stata ancora diagnosticata), sembrava riuscisse a sconfiggerla e invece se n’e’ andata in fretta con tante sofferenze fisiche e psicologiche…

    • @SilviaFede. per fortuna la medicina anche in questo campo sta facendo miracoli. Io ho una cara amica con SM, ha due figlie, ora maggiorenni, da anni lotta contro questa malattia. E ti assicuro che ci sono periodi in cui sta benissimo.
      Speriamo che sia così anche per questa mamma!
      Io nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo per la ricerca. E speriamo che i passi avanti siano da giganti!

  3. Ciao a tutti!!storia molto bella..fino a qualche anno fa pensavo la stessa cosa di chi come voi, non sia sicuro che sia una buona cosa mettere al mondo un figlio quando “lo stato fisico non è ottimale”.Pensavo al futuro di questo bimbo…Poi è capitato a me. Non parlo di slerosi, ma della malattia del secolo!!!Sono guarita sto bene..E mi è stato detto di poter avere figli.
    Il dubbio ti assale: che fare?è giusto? e se la prossima volta non dovesse andarmi bene?e i controlli a cui sarò soggetta per una vita?e quelli che dovrà fare mio figlio?e si perchè per il tipo di malattia avuta alla mia età genitori, fratelli e figli dovranno sottoporsi ai miei stessi controlli ogni 5 anni..
    Poi la luce!!!La vita è una per tutti…e tutti abbiamo il diritto di essere felici..Ora sono incinta, fra due mesi partorirò un bel pupetto..Mi auguro che tutto vada come io vorrei..ma in questi casi non è egoismo!!è semplicemente voler vivere una vita molto più intensamente di chi, non avendo toccato con mano la malattia, non la apprezza nella sua interezza..
    Credetemi questa mamma prima di decidere si sarà posta tutti i dubbi e i problemi che ci stiamo ponendo noi..ma alla fine avrà sicuamente fatto la scelta, a mio parere, giusta…
    Sicuramente questo bimbo avrà tutto l’ amore dalla sua famiglia e l’ augurio che posso farle e di una lunga vita!!
    Con tutti i timori che ancor oggi mi assalgono,tornando indietro lo rifarei!!

    • Didda, questa è una bellissima notizia.
      Io credo che ogni vita sia un gran dono e merita di essere vissuta fino in fondo.
      Nessuno di noi conosce il proprio futuro. Per cui, uno può stare benissimo fino al giorno prima e non esserci più in quello successivo.
      Dunque?
      Secondo me non ti dovresti neppure porre questi interrogativi.
      Goditi la tua gravidanza, goditi tuo figlio.
      Hai ragione su una cosa: chi vede la fine da vicino apprezza di più tutto ciò che ha!
      E questo dovremmo ricordarcelo tutti un po’ più spesso. Come dici tu, dovremmo tutti cercare di vivere fino in fondo e come meglio possiamo ogni giorno!
      Grazie per il tuo commento, e tienici informati sulla gravidanza.
      Ma è un maschietto?

  4. E’ un argomento delicato….se diventi genitore hai delle responsabilità verso la creatura che metti al mondo, hai la responsabilità di proteggere, educare, aiutare, consigliare, amare. Ora, queste che cinicamente chiamo responsabilità dovrebbero derivare innate da parte dell’individuo che decide di procreare e dovrebbero fare parte dell’amore istintivo che dei genitori dovrebbero riversare sul frutto della loro uninione. Non posso capire il desiderio di una donna di essere madre, e come uomo onestamente al momento non sarebbe nemmeno una mia priorità (a parte che dovrei avere una compagna per porre in essere il progetto e per il momento non c’è), quindi ammetto di fare molta fatica a capire la scelta di questa donna. Tuttavia se quello di avere un figlio è sempre stato il sogno di questa donna, è giusto che l’abbia perseguito, così come ogni essere ha il diritto/dovere di perseguire i propri sogni, mi chiedo comunque se si possa chiamare forza d’animo oppure vi sia un pizzico di egoismo. Come giustamente faceva notare stefania questa malattia è notevolmente invalidante e per la protagonista della storia vivere è difficile..deve o dovrà sempre essere certa di essere supportata dal suo compagno, deve e dovrà sempre essere certa di sopportare gli sbalzi umorali e caratteriali di un adolescente che sboccierà al mondo prima o poi e così via…tutti noi siamo stati figli e tutti noi sappiamo quanto male, spesso involontariamente, abbiamo fatto ai ns. genitori con commenti idioti, ma abbiamo potuto sempre e comunque, crescendo porvi rimedio, dovrà essere certa di permettere a sua figlia di vivere una vita normale e serena e dovrebbe quindi dimenticarsi un egoismo che spesso colpisce i genitori. Personalmente avrei ponderato meglio la scelta di avere un figlio anche in considerazione del fatto che l’interferone può interferire sulla salute del feto durante la sua formazione (almeno da ricerche che feci in passato su Internet e attraverso colloqui con medici) ed una sospensione del farmaco non mi avrebbe dato la certezza sulla salute del feto. Insomma tutte queste sono ed erano incognite, che quando decidi di mettere al mondo una vita devi o dovresti prendere in considerazione per essere non un genitore ma un buon genitore e per dare al feto la possibilità di diventare bambino/a, ragazzo/a, adulto/a e poi anche lei/lui di poter diventare genitore e di farlo sempre e comunque con la serenità che dovrebbe contraddistinguere ognuno di noi. Dopo avere fatto questa premessa auguro a questa mamma tutto il bene possibile, auguro con tutto il cuore che la ricerca ponga fine al male che tutte le malattie causano, anch’io ho acquistato una gardenia e vi assicuro che mi piacerebbe portasse fortuna all’AISM ed a tutti i malati di questa patologia (e non l’ho fatto per zittire la mia coscienza)…ma avrei ponderato più attentamente la scelta. Infine vorrei sottolineare che ci sono anche tante mamme o padri che pur dalla vita non avendo la sfortuna di lottare con malattie come questa hanno insegnato ad i propri figli a lottare sino all’ultimo respiro. Solo un mio umile parere!

  5. @stefania84: hai espresso anche il mio pensiero. questa mamma è stata ammirevole a volere questo bambino e sicuramente lo ama tantissimo, ma anch’io mi chiedo se avrei fatto la stessa scelta.

  6. Una grande mamma …………grande..grande…grande…..Porgo a questa mamma le mie più sincere congratulazione…..è ammirevole!
    B R A V A B R A V A B R A V A B R A V A B R A V A

  7. Ma che bella questa storia Maria! Questa donna avrà tanto da offrire e insegnare a suo figlio che spero prenda da lei il coraggio di lottare e non arrendersi mai! Devo assolutamente comprare una “Gardenia Aism” domani!!!

  8. Sono un po’ combattuta su questo argomento e non lo nascondo. Non voglio attiare le ire di nessuna di voi, vorrei al contrario capire meglio me stessa.
    Da un lato, leggere notizie simili mi fa pensare che noi donne siamo davvero straordinarie. Abbiamo una forza dentro, una grinta enorme, che davvero niente e nessuno ci può fermare e questo articolo e questa mamma ne sono la dimstrazione più lampante possibile.
    Poi mi fermo e ci penso.
    Penso a questo bambino, penso all’aspettativa di vita di questa mamma, penso a come starà questo bambino. Penso alle volte che dovrà accompagnare la mamma dal medico perchè non sta bene, o per le cure, o per le visite, o…chissà. Tutti gli essere umani stanno male, è vero, ma…persone come la mamma dell’articolo sono più spesso in ospedale di altri, mi riferisco a questo. Mi chiedo se questa mamma ha fatto bene o no a voler cosi fortemente questa creatura nella sua vita. Se ha pensato a lei, al suo desiderio e basta o se ha pensato anche al futuro di questo esserino che, crescendo, dovrà (per forza) essere forte abbastanza da poterla sostenere nel duro percorso ad ostacoli che questa malattia ti porta ad affrontare.
    La ammiro per la forza che ha avuto, ma mi chiedo se in una situazione simile penserei di più ad un mio desiderio personale che da sempre ho avuto o penserei di più al futuro che mio figlio potrebbe o non potrebbe avere. Come detto all’inizio: due pensieri completamente opposti, ma non riesco a schierarmi categoricamente da una parte o dall’altra…
    Detto questo le auguro di vivere 150 anni, che trovino una cura e una soluzione per la sua malattia e che suo figlio cresca nel migliore dei modi possibili. Buona vita insomma.

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