Separazione, figli ed ex, come gestire il tutto?

I figli di genitori divorziati hanno problemi a scuola, spesso soffrono di ansia, tristezza e hanno bassa autostima. A dirlo è uno studio pubblicato dalla American Sociological Reviewche.
Non solo, a loro avviso, questi problemi pur migliorando nel tempo, non sono destinati a scomparire del tutto. “I bambini rimangono comunque più indietro rispetto ai figli di famiglie intatte”.

Sarà vero? Chiediamo il parere alla nostra Psicologa-amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

Dottoressa, in caso di separazione, cosa possono fare i genitori per alleggerire o quantomeno ridurre l’impatto di questa situazione sui figli?

Partiamo da una premessa che per me risulta essere fondamentale: non è la separazione in sé che costituisce l’elemento traumatico per i bambini, né è la causa principale che favorisce tutte quelle conseguenze che spesso vengono descritte, raccontate e attribuite alla separazione stessa, ma è il COME si vive questa fase delicata di “cambiamento”, come si gestisce a livello emotivo, che significato gli diamo, come coinvolgiamo, facciamo vivere e spieghiamo ai nostri figli quello che sta accadendo e perché….

Molte coppie, senza volerlo, usano spesso l’alibi dei figli per non avere il coraggio di dire “basta” a qualcosa che non esiste più, per non avere la forza di ammettere a se stessi che è finito il desiderio di voler condividere ancora la propria vita con il partner… E allora, si sentono spesso frasi del tipo: “ Non mi separo per i figli, sono troppo piccoli, non voglio causare loro tanta sofferenza, ecc…”, quando in realtà, dietro queste frasi, si cela spesso la frustrazione della “fine” di un progetto, di una sorta di “fallimento” e il timore di sentire in realtà sulla propria pelle, tutta quella sofferenza….

Mi piacerebbe invece, offrire una visione alternativa della questione “separazione” e poter aiutare i genitori a valutare la cosa da altri punti di vista, sicuramente piu costruttivi. Innanzitutto chiediamoci: “Qual è il bene del bambino? Siamo proprio sicuri che il suo bene sia quello di offrirgli un esempio di coppia e di amore, non basato piu sul sentimento autentico, ma sull’obbligo di stare ancora insieme? È questo che vorremmo per lui un giorno?” 

Da un punto di vista psicologico posso garantire  che è meglio stare a contatto con un solo genitore alla volta, purchè stabile e sereno, che vedere mamma e papà farsi la guerra o non rispettarsi e amarsi sinceramente! I bambini avvertono “la corrente emotiva” che passa tra i genitori, al di là delle parole che usano o della sforzo che magari fanno per non litigare davanti a lui.

Vedere che gli adulti dicono basta alle sofferenze che vivono in coppia, o che uno dei due decide di mettere fine a un rapporto senza piu amore, è un messaggio positivo, che infonde fiducia e li aiuta a vivere meno nell’illusione del “stare insieme a tutti i costi e per sempre!”

Importante dunque evitare di riversare sui figli i propri malumori e di responsabilizzarli in modo eccessivo, evitando di coinvolgerli in prima persona o demolire l’immagine dell’altro in modo piu o meno subdolo. Evitare di usarli come “spie” o “contenitori” della propria rabbia o tristezza causata dalla rottura e rassicurarli sempre che loro non ne sono responsabili e che non cambierà nulla nel rapporto individuale con entrambe. È importante infatti, dare ai figli anche l’immagine che i genitori sono in primis un uomo e una donna e che non sono unicamente al loro servizio.

 La separazione in realtà, puo essere un evento che da traumatico puo diventare un’occasione di trasformazione, di crescita e di forza per un bambino, rafforzandone anche l’autonomia e l’indipendenza.

E’ giusto informare subito i figli dei problemi che ci sono in famiglia? Oppure è meglio non condividerli fino a che i genitori non abbiano preso una decisione?

Sarebbe bene che i figli, fin da quando nascono, vengano educati al concetto che i genitori, ancor prima di ricoprire questo ruolo, sono un coppia, un uomo e una donna nella loro individualità e in quanto tale, hanno un loro spazio personale e intimo, in cui i figli non dovrebbero entrare nello specifico, specialmente dinanzi alle difficoltà.

Spesso, per evitare sofferenze invece, i genitori prendono tempo, dicono bugie, recitano la parte del “va tutto bene” e della coppia felice, ma è una strategia inutile o che comunque puo funzionare per un tempo limitato.

I bambini hanno certo diritto di sapere, hanno bisogno di comprendere e dare senso a ciò che gia percepiscono nell’aria, soprattutto se sono evidenti dei cambiamenti nella routine familiare (mamma e papà non dormono piu insieme, non si rivolgono piu la parola, ecc). In questi casi, anche se la decisione non è stata presa in modo definitivo, occorre confermare ai bambini che ci sono dei problemi e del perche ci si sta comportando in quel modo, ma stando attenti a dare la stessa versione dei fatti e senza responsabilizzare ne mamma ne papà. È importante che i due genitori si comportino allo stesso modo nei confronti del bambino, soprattutto  che siano d’accordo sul cosa dire. Se poi si è arrivati alla decisione finale, sarebbe opportuno comunicargliela insieme.

Ricordatevi: dal punto di vista dei figli, una separazione è serena, se i due genitori sono “sereni” nella scelta e nella gestione pratica ed emotiva che ne consegue.

La regola base è quella di evitare di coinvolgerli troppo, soprattutto dandogli eccessive spiegazioni e personali “punti di vista” sulle problematiche che ci sono all’interno della coppia e usare sempre poche e semplici parole.

Andando sul personale, c’è una cara lettrice del blog, Atena, che non ama più il su compagno, non lo desidera neppure come amante e ciononostante ha paura a lasciarlo per non far del male a lui e a tutta la famiglia. Ma è giusto sacrificare sé stessi fino a questo punto? Alla fine l’infelicità di una mamma non contagia ugualmente il resto della famiglia?

Mi riallaccio a quanto dicevo nella prima risposta, spesso, senza rendersene conto, ci si preoccupa di non far soffrire “i co-protagonisti” della vicenda per una sorta di “proiezione” personale, ossia ci si preoccupa per gli altri per non pensare troppo alle paure, alle emozioni, ai dubbi e al significato che, a livello inconscio, la situazione ci attiva in noi…

Non sono certo io a dire se è giusto o no sacrificare se stessi per la felicità altrui, perche credo che ci sono persone dedite ad una forma di “vittimismo” o “martirio” che serve loro per stare meglio rispetto alla possibilità affrontare la fine di una relazione. Ma posso certo dire che se invece, la persona in questione soffre realmente e profondamente nello stare insieme ad un partner che non ama piu, è certo che inevitabilmente, la sua infelicità non riguarda piu solo se stessa, ma rischia di essere contagiosa soprattutto per un bambino, che a differenza dell’adulto, non puo scegliere se andarsene o restare, ma non ha scelta, deve “subire” lui, la scelta fatta dagli adulti e il clima emotivo che ne deriva. Genitori che vivono una situazione simile dovrebbero ben riflettere su quanto detto prima e fare una scelta su cosa proteggere in primis? Il partner che non si ama piu? La sua famiglia? Se stessi? Il proprio bimbo? Senza però,  nascondersi dietro “bugie” solo per paura: i figli soffrono il doppio nel sentire che uno dei due genitori  (o entrambi) non si amano piu e stanno insieme per motivi a lui incomprensibili…
I Figli, hanno bisogno di coerenza e sincerità! Ricordiamoci che tutto ciò che facciamo nella nostra vita privata, comprese queste scelte, saranno per lui un insegnamento e un esempio che un domani potrà riversarsi nella sua vita di coppia adulta.

C’è poi un nostro amico, Matthew, che è un papà eccezionale, separato da tempo. Lui ha posto dei quesiti molto interessanti.
Del tipo: due genitori separati come devono gestire il proprio rapporto in presenza dei figli? Se litigano i bimbi soffrono, se non litigano e sembra tutto normale è possibile che si illudano, che pensino ad un ritorno insieme della famiglia. E allora come si può mantenere un rapporto civile senza far nutrire false speranze ai figli?

E infine in presenza di affido congiunto i bambini restano alcuni giorni con il papà e altri con la mamma. C’è il rischio di disorientarli in questo modo, di farli sentire un po’ “nomadi”?

Dopo una separazione, sarebbe opportuno tenere a mente che, anche se siamo usciti dal rapporto di coppia, saremo invece sempre uniti in quanto genitori e come tali, ci si dovrebbe attenere alle stesse regole che valgono per genitori che vivono sotto lo stesso tetto: mai litigare con toni aspri, giudicanti, umilianti davanti ai figli, in caso di disaccordo dire “mamma e papà ne parleranno tra loro e poi vediamo”, piuttosto cha attaccare o demolire l immagine dell’altro davanti gli occhi di un figlio.

Un rapporto civile si basa sul  rispetto per l’altra persona, anche se non si ama piu e cercando di avere una linea comune e condivisa almeno come genitori, evitando di usare “l’alibi del figlio” per continuare ad attaccarsi, vendicarsi e scaricare la propria rabbia verso l’altro. La mia esperienza mi conferma che, coppie che sono arrivate in modo univoco e consapevole alla decisione della separazione e che hanno elaborato “il fallimento”, la fine e la sconfitta, non fanno fatica a mantenere rapporto civili come genitori.
Credo inoltre che la chiarezza e la fermezza di quello che abbiamo deciso e che continuiamo a vivere, sia l unico elemento che possa aiutare i figli a non crearsi false aspettative. Anche se nel suo piccolo, il bambino puo fraintendere per esempio che una comunicazione serena tra mamma e papà, o un’uscita per una pizza tutti insieme senza litigare, possa essere la ripresa di qualcosa, sarà l’atteggiamento coerente e le parole dei genitori, a chiarire i suoi dubbi e a non mandarlo in confusione.

L’affido congiunto ha parere controversi e crea confusione in molti di noi.

Quello che posso dire è che se viviamo in primis noi genitori uno stato emotivo e mentale da “nomade” o facciamo percepire questa preoccupazione/sensazione ai nostri figli, sarà piu facile che vivano di riflesso anche loro le stesse percezioni e vissuti.

Anche in questo caso, non è tanto la situazione che crea disorientamento o disagio al bambino, ma il modo in cui noi adulti glielo facciamo vivere e lo viviamo con noi stessi. Se il figlio sente che noi stiamo bene,siamo sereni e non siamo preoccupati a riguardo né soprattutto contrari, per lui non sarà il “trauma” che ci immaginiamo…

Consiglio di dare ai vostri figli ordine e stabilità. È importante ad esempio che alcune azioni quotidiane (pasti, nanna, compiti) vengano gestiti in egual modo dai due genitori anche se avverranno in case separate. Alcuni gesti e abitudini che esistevano prima della separazione, è importante che vengano mantenuti da entrambi anche dopo, perche la routine, anche se per giorni alterni e in luoghi diversi, tranquillizza l’ansia del cambiamento che ogni figlio vive.

Grazie mille dottoressa Francesca Santarelli. Grazie per questi preziosi consigli.

Mamme e papà avete qualcosa da aggiungere, da chiedere oppure volete maggiori approfondimenti in merito a qualche particolare aspetto degli argomenti affrontati?
La parola passa a voi…

210 risposte a “Separazione, figli ed ex, come gestire il tutto?

  1. ciao a tutti. Io sono una mamma di una bimba di 9 anni e convivo con il suo padre dalla sua nascita. Il ns rapporto è ormai alla frutta e dopo i miei innumerevoli e logoranti tentativi di sistemare, sono entrata in depressione anche se non grave.Lui non è mai stato un padre presente perchè tra lavoro, pesca , ballo e tv occupa tutto il suo tempo libero, senza contare il fatto che è aggressivo verbalmente verso sia me che la bimba (e una volta, quando la bimba aveva 3 mesi mi ha anche messo le mani addosso come per soffocarmi perchè la bimba piangeva e lui voleva chiamare la sua mamma). E’ da un paio d’anni che vorrei separarmi (spero sempre in un suo cambiamento positivo) ma non riesco a mettere in pratica questa decisione ma spero, con l’aiuto della psicologa, arrivare ad una svolta. A volte penso che se non fosse esistito sarebbe stato meglio per me e la bimba perchè anche quelle volte che interviene (è sempre negativo, malfidente ), lo fa nella maniera peggiore possibile e passa sempre e cmq dalla parte del torto (ha tutti contro, compresi i suoi genitori e sorelle). La bimba ha un ottimo rapporto con i nonni paterni e questo non glielo farò mai mancare ma per quel che riguarda lui credo che l’affido esclusivo della bimba a me sarebbe l’ideale (fa più danni che altro). Poi magari col tempo si potrebbe rivedere e cmq se lui volesse vedere la bimba, visto che abiteremmo vicini, ci si potrebbe, spero, accordare (parola grossa) . Penso che se mi separassi e trovassi un’altra persona non vorrei avere altri figli perchè la mia bimba è unica è voglio riuscire a darle il massimo in ogni senso. Accetto consigli

  2. Io penso che se una persona vuole rifarsi una vita perché non dovrebbe? Gli uomini, che pure hanno figli dalla ex moglie, non se la rifanno? Vogliamo continuare a far passare il concetto che l’uomo può e noi no?

    Se incontro un’altra persona perché non dovrei fare altri figli con lui, se ci amiamo?

    Io capisco l’essere madri ma non il rinunciare a essere donna. Non è da irresponsabili, cercando cmq di mantenere un equilibrio tra i figli del nuovo e del vecchio compagno.

    Personalmente non credo che una donna si debba annullare – perché è quello che succede – perché ha dei figli da un primo marito. Capisco se lo decide perché con gli uomini non vuole avere più nulla a che fare, ma non perché deve dedicarsi solo ai figli. Che cosa si deve insegnare? Che la vita di coppia non esiste dopo la separazione?

    Perché una volta finito di crescerli, quei figli, non le rimane altro con cui riempirsi la vita e la vita non è fatta solo di figli, ma anche di avere una persona con cui passare gli anni dopo aver cresciuto quei figli, anche se è il secondo marito.

    Personalmente non voglio diventare una che dopo i che i figli hanno scelto la loro strada si alza il mattino dopo e dice “E ora io per chi vivo? Non sono più capace di vivere per me stessa”.
    Egoista? Forse. Ma certi discorsi mi urtano.

  3. I bambini non vedono la mamma e il papà come coppia, è un concetto che non appartiene all’infanzia, è una pretesa troppo grande che i bambini capiscano la fine dell’amore tra mamma e papà. Solo dall’adolescienza in poi si comincia a capire che la mamma ed il papà formino una coppia e che da questa poi derivi la famiglia. Un bambino di 4/5 anni vede la mamma e il papà come un tutt’uno…come la propria famiglia e basta. Infatti all’inizio i bambini pensano che il genitori (di solito quello che va via di casa) non lo ami più e l’aspetto più difficile della separazione è proprio far capire al bambino che è amato esattamente come prima, che è finito solo il sentimento d’amore tra i genitori e non verso di lui. Come potrebbe allora capire, che la mamma o il papà, abbiamo altri figli fuori dalla propria famiglia? Alcune volte il sacrificio e la responsabilità sono d’obbligo.

  4. No no mi dispiace…..la famiglia allargata proprio no…..se si hanno già dei figli ci si DEVE DEDICARE A QUELLI e non metterne al mondo altri…..mi dispiace ma sta proprio qui il senso di responsabilità che deve prevalere sull’impulsività ed il desiderio di materità o paternità…di una coppia che DEVE prendere coscienza del fatto che essendo separati e avendo già dei figli non si possono comportare come due sposini alla prima esperienza….! Scusate…la perentorietà….

  5. Ciao Rosa…a proposito di ormoni non ti ho fatto ancora le congratulazioni!!! Evviva!!
    Non preoccuparti io non mi sento minacciato in quanto padre perchè so che mi adorano e mi cercano…anche questa mattina quando ho portato il piccolo all asilo mi ha chiesto quando ci vediamo e saputo che sarà questo week end mi ha chiesto se potevo rimanere ancora un po con lui…è un tesoro! Abbiamo giocato un po e poi con un sorriso ci siamo lasciati… ecco adesso anch’io c’ho gli ormoni pazzi…mi commuovo solo a pensarci..(sarò incinto? eh eh) e mi sale la rabbia e il rancore verso chi ha voluto questa situazione ma so che ciò non porta anulla di buono per cui vado avanti con la consapevolezza e la speranza che se non sono stato un buon marito posso comunque essere un buon padre…anche se a part time…
    Per roberta.. ho usato quell orribile termine per distinguere i fratelli di sangue..ma non volevo assolutamente intendere figli di serie A e serie B… L’amore per i figli è sempre..o almeno dovrebbe esserlo di serie A

  6. Voglio dire la mia mia suocera separata a 20 anni con 2 figli, incontra mia suocero e lui con 2 figlie si innamora perdutamente di mia suocera vanno a convivere ….i due figli di mia suocera lo chiamavano papà (adesso è morto ) e lui li ha adorati come figli suoi i nipoti lo hanno sempre amato, le figlie ovviamente date in affidamento alla madre passavano parte del tempo insieme a tutta la famiglia ancora oggi ringraziano mia suocera per il comportamento e l’amore …..dopo è nato il mio compagno amato da tutti …è una storia di ormai 45 anni fa…questo per dire basta usare il cervello e l’intelligenza e le cose andranno per il verso giusto, mi sembrano tutti sereni ……..
    per matthew mio nipote quando ha sentito dire dal padre che il mio compagno era il suo ” fratellastro” ( mio cognato stava spiegando la sua situazione familiare) ci è rimasto malissimo e ha detto al padre che sono fratelli allo stesso modo!!!…
    in questo caso non vedo egoismo ma amore di entrambi per la loro famiglia allargata

  7. @Matthew: saranno gli ormoni, ma quando hai scritto: che lo “zio” prende il posto di papà..mi hai fatto quasi piangere 🙁

  8. Marika…sai quanto ci ha messo il giudice con noi 8 minuti!!! in questi 8 minuti è stato letto l’accordo consensuale, gia corretto ed approvato dai rispettivi legali.. non ci ha nemmeno chiesto se volevamo dire qualcosa…
    Non mi pare che i giudici faccianoi le cose per il bene dei figli ma semplicemente fanno andare avanti una pratica..ciò è molto triste…

  9. Mamma hai perfettamente ragione sul discorso di frenare la propria voglia di rifarsi una vita!!!
    Cioè capisco il bisogno di avere una persona al proprio fianco ed anche di avere dei figli con essa ma bisogna prima pensare ai nostri primi figli..già ci sono le gelosie tra piu grande e piu piccolo… figuriaoci poi con (PERDONATEMI IL TERMINE) fratellastri.
    Quando la mia ex se ne andò cercai di farle capire in tutti i modi che il suo fidanzato doveva tenerlo fuori dalla vita dei bimbi…perfortuna non abitano ancora insieme ma è tanto, per me anche troppo il tempo che passa con i miei figli… Per non parlare poi di quando loro vengono a raccontarmi: “..sai con “zio” abbiamo fatto questo o quello”..
    Mi chiedo quando faranno il passo come far superare ai miei figli il fatto che lo “zio” prende il posto di papà..

  10. certo che bisognerebbe occuparsi in due dei propri figli,anche in case diverse,mai detto il contrario! il problema è che all’inizio c’è la rabbia,il disorientamento,l’amarezza del fallimento e si perde di vista cosa è meglio per i bambini! io spero di non capitarci mai…ti dico che sto vivendo questo”dramma”in famiglia e l’unica cosa che vedo,IN QUESTO CASO, è una mamma che cerca di proteggere i suoi figli e un padre che pur di fare un dispetto all’ex moglie cerca un affido condiviso per ricoprire un ruolo che quando erano sposati non ha mai voluto!
    ieri mio nipote ha di nuovo vomitato dal pianto perchè voleva la mamma e lui se lo è chiuso in stanza con lui per non fargliela vedere finchè non gli ha sbottato addosso!!!
    c’è sempre caso e caso…mai generalizzare… io vorrei solo che i giudici potessero assistere a ste scene prima di decidere per un affido congiunto!
    se avessero visto matthew sicuramente sarebbero stati serenei di dare questo tipo di soluzione…in altri è un rischio!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *