Voi avete mai ricevuto la paghetta settimanale dai vostri genitori? E ai vostri figli la date? Io sinceramente non l’ho mai ricevuta e i miei bambini sono ancora troppo piccoli.
L’età giusta per la paghetta è intorno ai 10 anni.
Ma credo sia arrivato il momento di fargli capire, pian pianino, “il valore dei soldi”. Almeno al più grande, che ha già 3 anni e mezzo!
Per questo, infatti, non c’è una età giusta, prima si inizia meglio è!
Ovviamente non parlo di lezioni a tavolino. Ma di gesti, di comportamenti, di discorsi e di esempi, soprattutto da parte nostra, che gli facciano capire che il denaro è solo un mezzo, non un fine.
Perché tutto questo? Perché mi sono accorta che Marco e anche tanti suoi amichetti sui soldini hanno un po’ le idee confuse!
Vi racconto questa: vicino casa nostra c’è un ipermercato e spesso andiamo lì a fare la spesa. All’interno, giusto per facilitare la vita ai genitori, ci sono le giostrine per i bambini: il cavallo, il trenino, l’arca di Noè.
Marco, come tutti i bambini, ogni volta fa un sacco di storie perché vorrebbe piazzarsi sopra ad ognuno e fare mille giri.
Accanto alle giostrine c’è un’edicola. Un po’ di tempo fa mio marito non avendo monete in tasca, pur di accontentarlo, si è fatto dare i gettoni dall’edicolante.
Ieri, sempre davanti al trenino, solita scena. E io: “Marco, stavolta non si può. Non ho più soldi. La mamma ha speso tutto per fare la spesa. La prossima volta ci andrai, ma adesso andiamo a casa”.
E lui serio: “Mamma, vai da quel signore lì. Te li da lui i soldini. A papà ne ha dati tanti. Chiediglieli!”.
“Caro Marco, mi piacerebbe ci fosse un signore pronto a darmi tutti i soldini…alla bisogna. Ma non è così. Bisogna lavorare per guadagnare i soldini. Papà lavora, la mamma lavora proprio per avere il denaro per comprare le cose che ci servono”.
Non so quanto abbia recepito di tutto questo bel discorso . La prima lezione, forse, non è andata a buon fine. Ma non mollo.
Ci sono un po’ di cose che si possono fare per far capire anche ai più piccoli che per ottenere ciò che si desidera a volte non basta chiedere, magari con pianti e capricci, che non c’è la bacchetta magica. Ma che le cose bisogna “guadagnarsele”!
1) Regalargli un bel salvadanaio.
E’ un modo, anzi un gioco, per allenare i piccoli al risparmio e alla pazienza. Chi più aspetta… più avrà! Assecondare tutte le richieste, invece, toglie al bambino il piacere della novità. In questo modo avrà sempre meno soddisfazioni e tenderà ad aumentare le sue richieste. Per questo è importante saper dire di no. Che è appunto il secondo punto.
2) Dire di no.
“Mamma voglio questo, quello e quell’altro”.
Nient’altro?
Io gli rispondo sempre: “Innanzitutto caro devi dire ‘vorrei’, oppure ‘mi piacerebbe’. L’erba voglio non cresce a casa nostra! E poi, scrivilo a Babbo Natale, magari te lo porterà!”. I regalini vanno fatti di tanto in tanto, magari per qualche occasione speciale. Li apprezzeranno molto di più!
3) No anche ai capricci
I bimbi spesso urlano e strillano per misurare il loro potere sui genitori e sfidarli. La cosa più sbagliata che si possa fare è assecondarli. Quindi no. Bisogna dirgli di no, garbatamente, con toni pacati, ma in modo deciso. Su questo… non si transige!
Questi sono i primi passi da fare per i più piccoli. Ma teniamo sempre a mente che il primo esempio per loro… siamo noi.