Notti insonni addio, bastano solo poche regole

Ho notato che il post sui consigli di Tata Lucia sul “Fate la nanna” ha acceso una bella discussione. Ebbene, sullo stesso tema ci sarebbe tanto da dire. E a tal proposito ho trovato un articolo su “Figli Felici” dal titolo estremamente invitante: con i bebè mai più notti insonni.
Proprio così, gli esperti di Riza promettono che l’ora della nanna non sarà più un incubo per grandi e piccini se si seguono delle semplici regole.
Sarà vero? Secondo me … almeno un tentativo va fatto!

Partiamo subito con i suggerimenti:
Prima di dormire e ogni volta che si sveglia non bisogna dare al bambino il seno o il biberon di camomilla altrimenti si alimenta semplicemente il bisogno di fare pipì e si innescano quindi processi metabolici incompatibili con il sonno.
Al di sotto dei due anni ai bambini non andrebbe dato nessun tipo di rimedio per dormire, nemmeno gli sciroppi a base di erbe o sostanze naturali.
Bisogna poi considerare che a volte la qualità del sonno del bambino può dipendere anche dai farmaci che il piccolo sta prendendo per curare i malanni stagionali. I broncodilatatori degli aerosol e di alcuni sciroppi contro la tosse, così come gli antistaminici possono causare una reazione paradossale di eccitazione. In questo caso è bene informare il proprio pediatra.

Un altro trucco sta nel preparare con arguzia la cena. Ci sono, infatti, degli alimenti che conciliano il sonno. Ecco quali sono:
1) cereali, soprattutto orzo, avena e riso
2) frutta cotta, aiuta a dormire più di quella cruda
3) Pesce, pollo, legumi: sono ricchi di vitamina B3, coinvolta nella produzione di serotonina, ossia l’ormone del relax
4) Ortaggi verdi: contengono clorofilla, sostanza che accelera l’addormentamento.

Ma perchè i piccoli fanno fatica a passare nel fantastico mondo di Morfeo?
Gli esperti hanno fatto un elenco con le possibili cause che possono procurare l’insonnia nei piccoli distinguendo tra motivi psicologici (ansia da separazione, difficoltà di affrontare i cambiamenti, richiesta troppo precoce di autonomia, atteggiamento troppo rigido o troppo permissivo) e fisici (coliche, ruttino, pannolino bagnato, dentini, febbre, otite o naso chiuso, allergie, sete o fame, caldo o freddo, reflusso gastro-esofageo, disturbi respiratori come apnee notturne).
La prima cosa da fare è quindi cercare di capire la causa del pianto. Ma poiché i neonati non parlano… ci vuole un “in bocca al lupo” già per questa prima operazione.

In ogni caso bisogna sapere che il sonno di un neonato è diverso da quello di un adulto, anche perché la ghiandola che sincronizza i periodi di sonno e di veglia con l’alternarsi di luce e buio non è ancora matura. Quindi bisogna armarsi di pazienza. Nella maggior parte dei casi il sonno si stabilizza entro i primi 10 o 12 mesi di vita.

Ma cosa può ostacolare un buon sonno?
1) mettere il bambino a letto già addormentato
2) stimolare eccessivamente il bambino nelle ore serali
3) metterlo a letto troppo tardi
4) lasciare il bambino piangere da solo

Cosa invece può aiutare i bambini a dormire sereni?
1) mettere il bambino nella culla ancora sveglio
2) dargli un oggetto per addormentarsi
3) seguire orari regolari durante il girono e ai pasti
4) creare un rituale della nanna da seguire sempre allo stesso modo
5) separare le attività del giorno da quelle della sera

Ed ora arriva il bello: se si sveglia e piange disperato cosa bisogna fare? Una idea è mettere la culla vicino al lettone della mamma. Il pianto acuto e disperato di un neonato che non trova la mamma accanto a sé non è il ritratto di un bambino capriccioso o viziato, ma un meccanismo biologico innato legato all’istinto di sopravvivenza che accomuna i cuccioli umani a queli di tutti i mammiferi.
Gli esperti quindi consigliano, per limitare al massimo lo stress di genitori e bambini (che aumenta intorno ai nove mesi quando il piccolo realizza l’assenza della mamma), di far dormire nei primi nove mesi di vita il bambino in una culla o in un lettino accanto al letto dei genitori.

Nei risvegli notturni non intervenire subito
A volte i risvegli notturni sono legate all’elaborazione delle attività della giornata particolarmente ricca di stimoli. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di risvegli presunti. Spesso infatti i genitori scambiano un piccolo movimento, un flebile lamento del bambino per un risveglio effettivo, mentre magari il bimbo stava solo sognando. E così nel tentativo di farlo riaddormentare … lo svegliano veramente.

Che ne pensate?
Se queste sono le regole… io sbaglio quasi tutto, e i risultati lo dimostrano. :o(
Innanzi tutto ogni volta che Luca si sveglia lo riaddormento con la tetta. E a notte fonda quando anche i miei unici due neuroni sopravvissuti tentano di riposare non vedo alternative valide.
Poi i consigli sull’orario… li applico al grande, che ha tre anni e mezzo, ma a nove mesi la vedo dura. Lo porto a nanna quando vedo che sta per crollare, ma non c’è un’orario bene preciso. E’ come il Natale… quando arriva… arriva!

E anche i rituali pre-nanna come le storie, le favole, eccetera, secondo me vanno bene per bambini un filo più grandi, ma non per i lattanti!

Mi è piaciuto  molto il consiglio sui cibi, proverò e vi saprò dire!