“Speriamo che tutto vada bene”, questo è il pensiero che accomuna tutte le donne in attesa e vicine al fatidico giorno del parto. Già proiettate nel difficile mestiere del genitore, a preoccupare le future mamme non è tanto il dolore (che vi assicuro non è da sottovalutare!) ma la salute del proprio piccolo. Venire al mondo, infatti, a volte può essere difficoltoso e traumatico e alcuni bambini possono incorrere nell’asfissia. Un rischio che, purtroppo, è abbastanza diffuso. Ma oggi possiamo contare su un aiuto in più: si chiama Baby-Cooling ed è la terapia del freddo che salva i neonati dai danni dell’asfissia. L’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è il primo centro nel Lazio in grado di offrire questa terapia, di recentissima introduzione in Italia, ai neonati con problemi di ossigenazione dei tessuti ricoverati entro poche ore dalla nascita.
Ma che cosa è il Baby-Cooling?
“Consiste nel raffreddamento controllato a 33.5 gradi centigradi dei neonati asfittici per ridurre le richieste metaboliche del cervello. La terapia, della durata di circa 72 ore deve essere tempestiva, quindi avviata entro le prime 6 ore di vita del bambino che viene sottoposto a stretto monitoraggio delle funzioni vitali e in particolare delle funzioni cerebrali”.
Lo spiega in una nota il Bambin Gesù sottolineando che “l’ipotermia terapeutica manda, per così dire, in pensione la tradizionale incubatrice, dimostrando di essere l’unico trattamento realmente efficace nell’evitare o nel limitare il danno cerebrale”.
L’asfissia alla nascita è oggi una delle principali cause di mortalità tra i neonati, di paralisi cerebrale infantile e di ritardo psicomotorio. Danni cerebrali che possono compromettere seriamente un sereno sviluppo e che portano con sé il rischio di handicap (motori ed intellettivi) che richiedono impegnative e costose terapie di riabilitazione. Nonostante i progressi della ricerca scientifica e in particolare della rianimazione neonatale, sino all’adozione del baby-cooling non esistevano terapie in grado di prevenire o limitare il danno cerebrale.