In occasione della festa del papà… parliamo dei “papà di oggi”

Mi ricordo mio nonno, severo e autoritario con i figli (molto meno con noi nipoti ;)).
Anche mio padre è stato un papà piuttosto parco di parole e autorevole (e anche lui molto più “morbido” e accondiscendente con i nipoti).
Li definirei padri d’altri tempi, pronti ad intervenire, presenti al bisogno, ma che lasciavano alle mogli l’onere di sbrigare la quotidianità. Non credo che mio padre mi abbia mai cambiato un pannolino o lavato e stirato la tutina. E a memoria, non ricordo neppure mi abbia mai portato al parco senza la mamma o preparato qualcosa da mangiare.
Non fraintendetemi, questa non è una critica, io adoro mio padre.
Ma i papà “moderni” sono fatti d’altra pasta. Non è raro incontrare al parco dei papà da soli che giocano con i loro figli, o in piscina nell’acqua a fare attività nell’acqua, o padri che accompagnano i loro pargoli a scuola, a danza, a calcio, che vanno in bicicletta insieme. Ora (e lasciatemelo dire “per fortuna”) i padri partecipano attivamente nella vita e nella crescita dei propri figli.

Ma siamo sicuri che è un bene? Così facendo stanno perdendo di autorevolezza e autorità? Si stanno trasformando in “mammi”?
Della figura del “padre moderno” parliamo oggi con la psicologa amica Francesca Santarelli che ci dà anche dei consigli su come vivere al meglio la paternità.

Ecco cosa ci dice: Continua a leggere



Deficit dell’attenzione e dell’iperattività: come riconoscerli e affrontarli

adhdI bambini molto vivaci, incontenibili e “iperattivi” sono sempre esistiti. Solo da qualche decennio, però, si è cominciato a parlare di un disturbo vero e proprio associato a questi comportamenti. La prima descrizione del disturbo risale al 1902 e da allora si sono succeduti innumerevoli studi che hanno portato ad una classificazione e a una descrizione più o meno puntuale del disturbo. Ancora oggi però, la diagnosi di ADHD è una delle più complesse da fare e la terapia di questo disturbo è oggetto di numerosi dibattiti in seno alla comunità scientifica internazionale.

Nel racconto dei genitori, il bambino affetto da ADHD ha una storia di sviluppo caratterizzata da ritmi irregolari sonno/veglia nel primo anno di vita, irrequietezza motoria eccessiva che diviene ancora più spiccata dopo la conquista della deambulazione autonoma. Il bambino affetto da ADHD dimostra interesse verso gli oggetti che lo circondano senza tuttavia riuscire a soffermarsi su di essi per un tempo necessario alla loro conoscenza: ciò porta i genitori a riferire che in realtà il proprio figlio non si appassiona a un gioco o a un’attività tipica della sua età. Continua a leggere



Quando la coppia scoppia con l’arrivo del bebè: come affrontare la crisi

2020coppia-scoppiaIn questo caso il titolo dice tutto: “Quando la coppia scoppia con l’arrivo del bebè: come affrontare la crisi per sopravvivere insieme”.
Non sempre l’arrivo del primo figlio porta solo gioia e felicità. Anzi, nei primi tempi porta anche tanto scompiglio. Nella nuova famiglia tutti gli equilibri sono da settare. E la stanchezza, gli ormoni a palla, il senso di inadeguatezza possono giocare brutti scherzi.
E allora che fare?
Ecco cosa consiglia la psicologa Francesca Santarelli che di casi di questo tipo ne ha visti veramente tanti:

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E se mamma e papà decidono di lasciarsi?

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Può capitare nella vita di una famiglia che litigi e incomprensioni, stress e nervosismo, portino la coppia a scoppiare.
La separazione, anche se dolorosa, talvolta è l’unica soluzione.
Ma come comunicare questa decisione ai figli? E quando?
Ecco alcuni utili consigli della psicologa Santarelli per affrontare nel migliore dei modi questa difficile prova: Continua a leggere



La babysitter perfetta

babysitter_Esiste la babysitter perfetta?

Chi non ha i nonni a disposizione e lavora a tempo pieno non ha tante alternative.
Dopo la maternità, finiti i giorni di congedo parentale, le ferie, i permessi… alla fine deve rientrare al lavoro, lasciare il proprio bimbo per diverse ore al giorno.
Ma a chi affidarlo?
Una possibile scelta è il nido, oppure, ma non sempre le due opzioni sono alternative, è trovare una persona in grado di supportare la famiglia, una babysitter. Sì perché la babysitter non deve occuparsi solo del bambino, ma anche della famiglia. Deve rassicurare la mamma e farle capire che il suo bambino è in mani sicure.
Molte volte mi hanno chiesto: “Come fai a fidarti della tata?”
Credo che sia una questione di pelle.
Io non ho mai fatto selezioni, ho scelto seguendo il mio istinto e finora mi è sempre andata bene, talmente bene che per me sono diventate persone di famiglia alle quali mi sento legata anche affettivamente.
Certo, è più difficile fidarsi di qualcuno quando il bambino è ancora molto piccolo e non parla, non racconta. Ma tranquillità e la serenità del piccolo possono essere un modo per capire se le cose stanno andando per il verso giusto.
Quando sono più grandi è tutto più facile, raccontano… e anche tanto 🙂

Oggi con la psicologa amica, la dottoressa Santarelli affronteremo proprio questo tema: la scelta della babysitter. E torniamo a bomba alla domanda iniziale: esiste quella perfetta?

Ecco cosa ci dice la psicologa:

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Non è facile tornare bambini e giocare con i nostri figli. Ecco perché è fondamentale

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“Non è facile tornare bambini e ricominciare a giocare con i nostri figli”.
Quanta verità in questa frase?
Il gioco è uno dei momenti più importanti per la crescita dei bambini.
E giocare con mamma e papà è per loro una grande occasione per imparare.
Ma quanto tempo al giorno riuscite a dedicare al gioco con i vostri figli?
Purtroppo tra impegni, lavori e doveri gli scampoli di tempo si riducono spesso al lumicino.
Tutte occasioni perdute che non tornano più…
Di questo parliamo oggi con la psicologa Francesca Santarelli.

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La gelosia tra fratelli, come affrontarla

gelosia

Oggi con la nostra psicologa Francesca Santarelli parliamo di gelosia tra fratelli.
Io conosco perfettamente il problema, Marco è sempre stato supergeloso di Luca. Una gelosia morbosa che lo ha ha fatto soffrire tanto e che in momenti di esasperazione lo ha portato anche a dire frasi dure come: “Io non ho mai detto di volere un fratello. Io non ho mai chiesto un fratello“. Oppure: “Non può tornare da dove è venuto?
Probabilmente io non sono stata in grado di gestire la situazione e pensavo e speravo che il tempo avrebbe sistemato le cose.

Sono passati gli anni, ma la gelosia è rimasta. Sono cambiati i modi in cui viene manifestata, questo sì. Ma non posso dire che non abiti più con noi.

Forse se mi fossi comportata diversamente io… Chissà!

La psicologa Santarelli ci spiega come affrontare al meglio le situazioni di gelosie tra fratelli. E ci suggerisce cosa fare, ma soprattutto cosa NON fare:

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Pregiudizi e figli di coppie omosessuali

BAMBINO CON DUE PAPA'

La settimana scorsa l’articolo della nostra psicologa amica, la dottoressa Santarelli, sulle famiglie omosessuali ha sollevato un gran polverone, scatenando i vostri commenti.

Oggi ritorniamo sullo stesso tema, ma affrontiamo il discorso da una angolazione differente, dal punto di vista dei figli.
Parliamo di pregiudizi, ossia di come i figli di coppie omosessuali possano superare i pregiudizi della gente e vivere serenamente nella nostra società.
E’ possibile?

Ecco cosa ci dice Francesca Santarelli: Continua a leggere



Per i bambini cosa cambia avere due genitori etero o gay? La psicologa

bambine con due mamme

Essere una coppia di fatto, una coppia omosessuale, ed essere genitori.
Argomento attualissimo, spinoso, che in queste settimane divide l’Italia.
Ieri la psicologa Francesca Santarelli mi ha chiesto: “Che ne pensi se scrivo un articolo su questo tema?”
Le ho risposto: “Hai carta bianca. Ma occhio alle critiche, sono dietro l’angolo. Te la senti?”

Ha accettato la sfida e ha puntato il pezzo su una domanda che poi è il perno del dibattito: dal punto di vista dei bambini cosa cambia avere due genitori etero o gay? Sul loro sviluppo, sulla loro crescita potrebbe avere delle ripercussioni avere due mamme o due papà?

Ecco cosa ha risposto:

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