La settimana scorsa mi avete chiesto di parlare di un argomento molto importante e nello stesso tempo delicato: l’adozione a distanza.
Grazie a voi ho scoperto un nuovo mondo. Un mondo fatto di solidarietà, di voglia di fare e aiutare gli altri. Di gente che fa dell’amore per il prossimo la propria missione di vita. E soprattutto di organizzazioni che lavorano non per dare semplice sussistenza, ma per fornire alle famiglie bisognose gli strumenti e la cultura per crearsi un futuro, si spera, migliore.
Potete obiettarmi: “Ma finora hai avuto il prosciutto davanti agli occhi?”
Ovviamente no. Sapevo a grandi linee della loro esistenza e del loro funzionamento. Ma fino a quando non ci sbatti il naso sulle cose, spesso tanti particolari sfuggono…
L’associazione che ho contattato per avere info è stata Terre des Hommes.
Le mie domande sono state le più comuni e banali, le loro risposte no, sono state illuminanti e li ringrazio per la disponibilità!
Ho chiesto: “Ma i soldi vanno direttamente al bambino o alla famiglia? C’è un limite minimo di tempo richiesto per il sostegno o anche un anno, due, vanno bene? E raggiunta la maggiore età che fine fanno questi ragazzi? E una famiglia che adotta a distanza un bambino può conoscerlo dal vivo andando nel suo paese?”
Mi hanno risposto con un articolo lungo, bello, completo, che merita attenzione.
A voi: Continua a leggere