Al mio papà d.o.c.

bottigliaIeri sera, finalmente, è stato svelato il mistero.

Ma faccio un passo indietro. Nei giorni scorsi,  a scuola, Luca ha faticato tanto (almeno questa è la sua versione): ha realizzato un lavoretto per il papà e ha imparato una poesia.

“Mamma è una sorpresa per papà”.

“Ok, va bene, ma io sono la mamma, a me la puoi dire! Dai, fammi sentire cosa stai imparando”

Non la ricordava tutta e neanche bene. Un po’ la inventava, un po’ la cambiava. Un po’ rideva. Ma una frase era chiara: “Al mio papà dog”.

“Luca sei sicuro che è così? Può essere mai che dai del “cane” al papà?”

E lui: “Sì, è così” Continua a leggere



La prima pagella di Marco


La prima pagella di Marco?
Non è stata proprio quella che avevo sempre sognato di ricevere.

Certe cose le sai. E’ tuo figlio, non puoi non saperle. Ma quando le vedi scritte nero su bianco vi assicuro che non è proprio piacevole.
Ok, ho la lacrima facile (non per altro mia madre all’anagrafe mi ha chiamata Maria Fontana) e quello che per me è gravissimo, per altri potrebbe essere anche un “non problema” (e forse è così), ma per me NO.

Nel primo quadrimestre del primo anno alla scuola di Marco non danno voti ma giudizi e questi riguardano non solo l’apprendimento scolastico, ma anche le capacità attentive, l’autonomia, l’area affettivo relazionale, etc… La chiamano “Griglia d’Osservazione“.
Ebbene, dal punto di vista didattico va tutto benissimo. Il bambino è bravo, ha raggiunto a pieni voti gli obiettivi. Dopo appena sei mesi di scuola sa leggere bene (il maiuscolo) e se la cava bene anche nella scrittura. I compiti li svolge senza particolari problemi. Quindi le maestre hanno fatto bene il loro lavoro, non hanno nulla da rimproverarsi.

Quella che si deve castigare sono io. I voti negativi che ha preso Marco non riguardano l’apprendimento, ma l’autonomia e le relazioni con gli altri.
Sostanzialmente il bambino NON riesce ad organizzarsi nelle attività e i suoi tempi NON sono adeguati alle richieste.
In buona sostanza E’ LENTO! Continua a leggere



Buon San Valentino a tutti!

Oggi è la festa degli innamorati. E allora auguri a tutti quelli che si vogliono bene!

Non sono tipa da “micio micio bau bau”, tutta coccole e fusa. Per cui non vi intratterrò con frasi melense ad alto tasso zuccherino, ma con una bella storia (o quasi).

Ieri il il presidente della repubblica polacca ha consegnato, tra rose e champagne, una medaglia ad una coppia di sposi. Lei, Filomena, è una signora di 94 anni. Lui, Wiktor, ne ha ben 101. Non sono i più longevi del Paese, ma quelli che stanno insieme da più tempo. Pensate che hanno festeggiato il loro 75esimo anniversario di matrimonio.
Sono marito e moglie da tre quarti di secolo!
Il loro primo incontro è avvenuto prima ancora dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Ma qual è il segreto o la ricetta per la una lunga vita in due? Continua a leggere



I complimenti “velati”

San Valentino è ormai alle porte.
E giusto per farmi un complimento anzitempo, quel simpaticone di mio marito ieri sera mi ha detto:
“Sei la mia Fiona. Sì da oggi in poi ti chiamerò così!”
Io: “Fiona?”
Marco e Luca se la ridevano a crepapelle.

“Mi stai paragonando a Fiona May,  caro?”, gli ho chiesto alzando il sopracciglio sinistro (cosa che faccio involontariamente quando mi compiaccio allo specchio. Insomma ormai rare… rarissime, rarerrime volte!)

E lui: “No, veramente alla principessa Fiona!” Continua a leggere



E ci risiamo… Altro giro… Altra corsa!

“Maria, perché tutte le volte che ti sento parlare mi passa la voglia di avere figli?”

Questa è stata la bella domanda che mi ha rivolto il mio collega dirimpettaio quando mi ha vista sbottare per l’ennesima volta!

“Entra nel club… e poi ne riparliamo”, gli ho risposto.

“In ogni caso- ho aggiunto-  se non hai nonni vicini, uno stipendio da re, eccetera eccetera… pensaci tre volte. E se ne fai uno, pensaci 10 volte prima di fare il secondo perché i problemi non raddoppiano, ma aumentano incredibilmente e in modo esponenziale!”

“Sei la voce dell’ottimismo oggi, come dire “Viva la mamma!”, ha commentato un’altra collega vicina sorridendomi.

E io: “Dopo aver devoluto buona parte del mio stipendio in aiuti vari per malattie bimbi il mese scorso, martedì avevo tirato un sospiro di sollievo pensando: per questo mese ho già dato. E invece, evidentemente, ho dato poco visto che oggi mi hanno chiamata da scuola dicendomi che Marco ha la febbre”.

Dovrò telefonare alla pediatra, ma vedo già lo streptococco dietro l’angolo…

Questo significa antibiotico, assenze a scuola… eccetera, eccetera, eccetera.

Non ce la posso fare!  Continua a leggere



“Mamma mi racconti di Anna Frank?”

“Mamma chi era quella bambina? E perché si nascondeva? Ma è morta? E perché gli uomini venivano portati nei campi di concentramento?”

Così, con questo fiume di domande mi ha accolta ieri pomeriggio Marco quando sono tornata a casa.

“La maestra ha detto che devo tirare le orecchie a nonno Angelo (alias il marito della nostra babysitter) perché non mi ha portato al cinema a vedere “La chiave di Sara” (avevano trasmesso questo film nella sala cinematografica di un centro anziani dove ogni tanto il nonno porta Marco). Sai mamma la maestra ha detto che oggi è il giorno della memoria, ma io come faccio a ricordare se queste cose non le so?”

“Hai ragione amore mio”, gli ho risposto prendendo tempo. E tra me e me mi chiedevo: “Come faccio a spiegargli certe cose così assurde! Ho 40 anni suonati e ancora fatico io a comprendere. Come può un’anima innocente come la sua capire l’atrocità di queste azioni che non hanno neppure una spiegazione plausibile? Posso dirgli che è solo frutto della follia assurda di alcuni uomini?”

Ero ancora assorta nei miei pensieri, cercavo una risposta sensata, quando ho sentito Marco che mi diceva: “Mamma, lo sai che portavano i bambini in alcune stanze e poi gli facevano la doccia? Ma non era una doccia vera, era una doccia di gas”.

In quel momento ho capito che lui stava ripetendo quanto aveva sentito a scuola. Era incuriosito dalla storia, come se fosse una favola strana, macabra. Un film. Ma non aveva minimamente capito la gravità della cosa.

Ero in difficoltà.

Da dove dovevo cominciare? Ho pensato che se ci fosse stato mio marito sarebbe stato tutto più semplice. Lui è un bravissimo narratore, proprio come sue padre.
Avrebbe trovato esattamente le parole giuste. Continua a leggere



E varicella sia!

Venerdì sera lavavo i piatti.
Mio marito era in camera con i bambini. Ad un certo punto mi ha chiamata: “Maria, vieni abbiamo ospiti!”
Mi immaginavo chissà quale insetto in camera. E invece c’era la Pimpa-Luca.
Il mio ometto era sul lettone con le braghe calate.
“Che state combinando?”, ho chiesto con un sorriso.

“Guarda un po’ qua che c’è!” mi ha risposto mio marito.

Mi sono avvicinata e ho visto proprio sul bacino del mio bimbo tre piccole eruzioni cutanee. Sembravano dei brufoloni giganti.

“Sono gli unici ospiti o ci sono anche gli amici?” Ho chiesto a Luca.

“Non lo so”, ha risposto mentre cercava disperatamente di grattarsi.

Ma alzando la canotta abbiamo scoperto che sì, c’erano anche gli amici: sul pancino, sulla nuca, dietro le orecchie, sulla schiena, sulle cosce … Ma non erano tanti.  Continua a leggere



Troppo buoni o troppo comodo?

Stamattina pioveva, ero in ritardo.

Luca, che in genere è piuttosto arzillo, era in sciopero. Un po’ inverso. Non voleva uscire di casa.
Al terzo sollecito andato a vuoto, l’ho praticamente tirato su come un pacco e caricato in macchina!

Siamo arrivati a scuola. Veloci giù dalla macchina. Ombrelli e…

E sul vialetto siamo rimasti in coda.

Avanti c’era una nonna con il suo nipotino e il loro ombrello che camminavano a passo di lumaca.

Anziché aspettare ci siamo messi in fila indiana e abbiamo superato tutti.

Ma sapete perché la nonnina e il suo nipotino camminavano così lentamente? Continua a leggere



La ribellione

I “no”, lo sappiamo tutti, ai bambini proprio non piacciono.
Ma ci sono modi e modi per reagire davanti ad un “no” detto da mamma e papà.

La settimana scorsa, e precisamente lunedì, giorno dell’Epifania, eravamo tutti a casa. Era sera. Marco e Luca avevano chiesto di vedere i cartoni.
Mio marito aveva acconsentito, dando però un limite di tempo: mezz’ora, non un minuto di più.

Allo scadere del tempo Marco cominciò a frignare, a dire che voleva vederne altri, insomma a fare i soliti capricci.
Ma con una dose massiccia di rabbia.

E al “no” secco di mio marito, in preda ad uno scatto d’ira inspiegabile gli disse: “E’ meglio non avere papà, che averne uno come te!”.

Una frase così cattiva e pungente non me la sarei mai aspettata da un bambino dolce come lui. Continua a leggere



Punti di vista

Stamattina

Io: “Marco, svegliati! Forza amore è già tardi”

Luca, che è mattiniero, si era alzato già da un pezzo insieme a me.

Marco ancora con gli occhi chiusi mi ha chiesto: “Mamma, che giorno è oggi?”

E io: “Venerdì”

Allora è scattato come un grillo sul letto (cosa assolutamente straordinaria visto che lui al mattino è lento come un bradipo ed impiega minuti solo per capire che deve alzarsi) ed ha esultato: “Uaho! è venerdì, che bello, che bello, oggi finalmente torna papà!”

E Luca: “Uffa, e quando torna?”

E io: “Stasera”

Marco: “Che bello, finalmente ci possiamo coccolare insieme sul lettone, non vedo l’ora. Mamma quante ore mancano a stasera?.

Allora Luca mi ha guardato quasi sconsolato e mi ha detto: “Allora mamma stanotte dormirai di nuovo con lui?” Continua a leggere