Il mestiere più difficile? Ne sono sempre più convinta: è quello del genitore.
Non ci sono scuole, non ci sono università, né corsi di specializzazione. Ci sono infiniti libri, infiniti testi, infiniti studi che attestano, spiegano e dimostrano tutto e il contrario di tutto.
La verità è che si impara sul campo, giorno dopo giorno, con l’unica certezza che nonostante l’impegno profuso, l’errore è garantito.
Mi ricordo che quando ero piccola dicevo a mia madre: “Io non sarò come te. Io ai miei figli darò più libertà, li farò uscire e tornare quando vorranno. Li farò viaggiare e fare tante esperienze”. Tutte cose che ovviamente mia madre mi negava.
E lei mi rispondeva: “Io criticavo mia madre, ossia tua nonna per le stesse cose. Lei sì che era severa. Non mi faceva andare neppure in chiesa da sola. Le dicevo che sarei stata diversa da lei. E infatti lo sono. Tu almeno puoi uscire. Ma non ti basta. E ricordati che anche se tu sarai più permissiva con i tuoi figli, a loro non basterà e sarai comunque criticata”.
Non sono ancora arrivata a questa fase. L’adolescenza delle mie piccole pesti è lontana. Sono solo all’inizio, visto che Luca e Marco hanno solo due e cinque anni, ma già mi pongo le mitiche domande: “Sto facendo bene o sto sbagliando tutto?”, “Dovrei essere più dura con loro?”, “Sono troppo permissiva e per questo non mi ascoltano?”, “Dovrei impormi di più?”.
Io, quando ero piccola, non mi potevo permettere di rispondere male a mio padre, anzi, a dirla tutta, non mi potevo permettere di rispondere e basta. L’educazione prima di tutto, mi sentivo ripetere costantemente. Se solo provavo ad alzare la voce, con uno sguardo mi inceneriva.
E se mio padre era ed è il duro della famiglia, mia madre non era certo più morbida. Le sculacciate me le ricordo ancora.
Io sto provando ad educare i miei figli con un metodo diverso, cercando di spiegare loro gli errori, parlando con loro, ogni tanto alzando la voce e proprio quando oltrepassano ogni limite, con qualche pacca sul sedere.
Ma i risultati non sono proprio gli stessi. Marco cerca già di imporsi, di fare spazio al proprio “Io”.
Ci sono delle volte in cui al rimprovero reagisce fissandomi negli occhi con fare di sfida. E quando provo a sculacciarlo tenta di ricambiare con la stessa moneta (o almeno ci prova). E se lo sgrido alzando la voce mi risponde: “Tanto non mi spaventi”.
E a quel punto mi chiedo se non era più performante il metodo antico delle “mazzate e panelle”.
Mio padre continua a ripetermi: “Turci fierro quando è ancora tenero”. Ossia educa i tuoi figli adesso che sono piccoli, dopo sarà troppo tardi.
E rincara la dose dicendomi: “Se già ora quando li rimproveri ti ascoltano poco, cosa accadrà fra qualche anno?
Insomma a suo avviso dovrei essere più dura e severa. Su certi comportamenti non dovrei transigere.
E se continuo così… il finale è scritto.
Basta guardarsi intorno. I ragazzini di oggi sono tutti viziati e maleducati. Hanno tutto, troppo facilmente e non si guadagnano nulla. Per questo vogliono sempre di più. Sono incontentabili.
Sarà vero? E’ proprio così?
Siamo davvero una generazione di genitori rammolliti? E tutti i nostri figli un esercito di maleducati?