Il disturbo d’ansia nei bambini

ansia_bambiniL’infanzia dovrebbe essere l’età della gioia, della spensieratezza, delle coccole e dei giochi. Ma come mai tanti bambini soffrono di ansia?
Cosa scatena in loro questi stati d’animo?
Ne parliamo con la nostra psicologa, la dottoressa Francesca Santarelli:

“Secondo i principali manuali per l’infanzia, quando si parla di disturbo d’ansia nei bambini, si trova scritta  questa definizione: “L’elemento sintomatico che caratterizza questo disturbo è la presenza di ansia eccessiva e di preoccupazione irrealistica. Questa sindrome ha carattere pervasivo e non è possibile collegarla a precise e particolari situazioni ambientali. Spesso si verificano concomitanti manifestazioni somatiche (vari tipi di dolori o malesseri) e una esagerata attenzione verso alcune caratteristiche personali”. Ad esempio il bambino si preoccupa costantemente del proprio comportamento e chiede di essere continuamente rassicurato. Le preoccupazioni del bambino possono riguardare sia eventi futuri (un’interrogazione, una gara) che eventi già accaduti rispetto i quali può essere messa in dubbio l’adeguatezza del proprio comportamento.

In età evolutiva non è semplice distinguere tra le emozioni di ansia e paura in quanto nel mondo interno del bambino non è ancora così facile distinguere il mondo dell’immaginario da quello del reale. Infatti alcune delle più comuni paure infantili appaiono indipendentemente da esperienze “reali” di pericolo. Ad esempio la paura dell’estraneo a partire dal secondo semestre di vita, i terrori notturni tra i 18 e i 20 mesi, le paure diurne dei grandi animali domestici dopo i due anni, la paura dei piccoli animali tra i 4 e i 6 anni, la paura del buio e di creature fantastiche ad esso associate e ad uno sviluppo cognitivo e sociale più avanzato le paure di carattere interpersonale: paura di sbagliare, di essere umiliato ecc. Pertanto per distinguere l’ansia patologica vengono utilizzati criteri cronologico-statistici: cioè il persistere di una determinata paura oltre la sua età “fisiologica” e comportamentali: si considera disfunzionale un’attivazione emotiva eccessiva per frequenza, durata ed intensità.

In fase di diagnosi è bene rilevare l’eventuale presenza di eventi traumatici quali maltrattamenti, abuso sessuale, morte di un genitore, cambiamento di scuola o altro. Nei casi in cui sia possibile verificare una diretta correlazione tra insorgenza dei sintomi ansiosi ed evento traumatico può essere più adeguata una diagnosi di reazione acuta da stress o di disturbo post traumatico da stress.

I sintomi associati all’ansia in età evolutiva sono molto simili a quelli riscontrabili negli adulti.

Possiamo distinguere tra sintomi fisiologici, cognitivi e comportamentali.

Sintomi fisiologici:

  1. Sudorazione
  2. Rossore nel viso
  3. Tensione addominale
  4. Tremori agli arti
  5. Tachicardia
  6. Disturbi gastro intestinali

Sono tutti indici di un aumento dell’attività del sistema nervoso autonomo.

Sintomi cognitivi:

  1. Tende a distorcere, a esagerare l’importanza di certi eventi.
  2. Ingigantisce in modo catastrofico la gravità dei suoi malesseri
  3. Considera ogni minimo errore come un fallimento totale
  4. Ritiene che se fallisce in un’attività scolastica o sportiva non riuscirà mai
  5. Pensa che se sbaglia qualcosa, lo noteranno tutti
  6. Ritiene orribile, insopportabile fare brutta figura

Sintomi comportamentali:

  1. Evita di svolgere compiti ed esercizi per paura di sbagliare
  2. Cancella di frequente o strappa le pagine durante lo svolgimento di esercizi o mentre disegna
  3. Lamenta frequentemente mal di testa o mal di stomaco durante le lezioni
  4. Durante le attività motorie o sportive rimane in disparte o osserva gli altri per paura di non riuscire
  5. Chiede in modo ripetitivo informazioni e chiarimenti su eventi futuri fino a infastidire l’adulto
  6. Evita di farsi notare

La reale prevalenza dei disturbi d’ansia è molto discussa a causa del labile confine tra ansia normale e ansia patologica. Gli studi clinici indicano che i sintomi d’ansia sono frequenti nella popolazione infantile generale, possono interferire con aree significative della vita del bambino, quale ad esempio la scuola senza però rappresentare un rischio per lo sviluppo di un disturbo d’ansia clinicamente significativo.

Relativamente all’evoluzione dei disturbi d’ansia, in particolare riguardo la possibilità di poterli considerare precursori dello sviluppo di disturbi d’ansia in età adulta, studi longitudinali su bambini e adolescenti con disturbi d’ansia mettono in luce che il rischio di sviluppare un disturbo d’ansia in età adulta è tre-quattro volte superiore rispetto ai bambini che non presentano disturbi d’ansia.

Il decorso dei disturbi d’ansia sembra essere correlato all’età d’esordio, alla durata dei sintomi e alla comorbilità con altri disturbi d’ansia, con disturbi depressivi o con disturbi dello sviluppo.

Per tutti questi motivi è importante saper cogliere precocemente i sintomi ansiosi manifestati dal bambino ed attraverso il supporto di uno specialista imparare a riconoscere e distinguere situazioni ansiose normali, tipiche della fase evolutiva, da quelle più specificamente patologiche. Nel primo caso potrebbe essere sufficiente un supporto al genitore di tipo psicoeducativo  ed il suggerimento di strategie comportamentali da attuare con il proprio bambino. Nel secondo caso andrà effettuata un’attenta diagnosi e scelto il trattamento psicoterapeutico più adatto alla situazione specifica.

In ogni caso, come sempre, se preso in tempo, questo genere di problemi si risolve abbastanza in fretta con l’aiuto di uno psicoterapeuta infantile”.

 

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Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena