“Marco, che faresti se in casa scoppiasse un incendio?”

fuocoEravamo in macchina, stavamo tornando a casa dalla Toscana, dove avevamo trascorso le vacanze di Pasqua.

C’era parecchio traffico. Avevo lasciato la guida a mio marito. E così ne ho approfittato per controllare i messaggi sul cellulare e leggere le notizie del giorno.

Sono rimasta subito colpita da questo titolo: “Incendio in casa, un bambino di 10 anni mette in salvo i due fratellini più piccoli”

“Caspita, che bravo questo bambino. Ha avuto il coraggio di affrontare il pericolo e di mettere in salvo anche i fratellini”, ho detto a mio marito, aggiungendo “se dovesse capitare malauguratamente la stessa cosa a noi, non so se Marco reagirebbe nello stesso modo”.

“Figurati, certo che sì!”, ha ribattuto subito e con certezza mio marito.

Così mi sono girata verso i bambini e ho chiesto a Marco: “Se scoppiasse un incendio in casa nostra, tu cosa faresti?”

Marco: “Prenderei  un secchio d’acqua e cercherei di spegnere il fuoco”.

Il papà: “Immagina un fuoco alto e forte e immagina di essere da solo con Luca, che faresti?”

Marco: “Aprirei il rubinetto al massimo e butterei più acqua possibile…”

Il Papà: “Marco, ma se l’incendio è forte, non ti devi preoccupare della casa, devi cercare di metterti in salvo e di aiutare le persone che sono con te. Devi scappare e chiedere aiuto ai più grandi.
Luca, tu invece che cosa faresti?”

E Luca, sorprendendo tutti ha risposto: “Prenderei il telefono e chiamerei l’uno, uno, due”

Mio Marito: “Bravo Luca, il 112. E cosa diresti alla persona che ti risponde?”

Luca: “Gli direi che mi chiamo Luca, che c’è il fuoco in casa e gli direi dove abito”

Il papà: “E poi che faresti?”

Luca: “Scapperei di casa con Marco. Aprirei la porta e andrei via”

Il papà: “E se la porta fosse bloccata dal fuoco?”

Luca: “Aprirei la porta del terrazzo, andrei fuori e griderei aiuto”

Il padre: “E se fosse bloccata pure quella?”

Luca: “Ma io dove sono? Dove mi trovo, in camera? Allora aprirei la finestra e urlerei”

Io: “Luca, ma chi ti ha detto che devi chiamare il 112?”

Luca: “Ti ricordi che la settimana scorsa con la scuola siamo andati a visitare l’ambulanza? Proprio lì ci hanno spiegato che se siamo in pericolo, di qualsiasi pericolo si tratti, dobbiamo chiamare il 112.
Ci hanno detto che non esistono più gli altri numeri come quello dei vigili del fuoco, della polizia, dei carabinieri. Adesso ovunque, in tutta Europa, c’è solo l’uno uno due. Facile no? Uno più uno fa due, quindi uno, uno, due!”

Mi ha lasciata di stucco. Ma mi ha fatto riflettere. Lui, pur essendo il più piccolo, sapeva cosa fare e come agire perché un adulto gli aveva spiegato tutto.
Marco, invece, ha risposto lavorando con la fantasia, credendosi un supereroe in grado di spegnere il fuoco e salvare tutti!

Spesso non ci pensiamo, ma basterebbe ogni tanto ricordare queste nozioni ai nostri figli per evitare terribili tragedie.

Noi lo avevamo già fatto in passato. Avevamo appeso sul frigo un cartoncino con i numeri 118 – 112 -113 con i relativi simboli accanto.

Ma adesso, obiettivamente, basta memorizzare un solo numero, il 112, per chiedere soccorso, ma Marco non lo ricordava già più.

Sono bambini, queste cose vanno ripetute con una certa frequenza, altrimenti dimenticano.

Non sto a dirvi che il papà ha spiegato per filo e per segno ai bambini cosa fare in caso di pericolo e ha passato in rassegna tutte le possibili opzioni e possibilità e alternative, rispondendo anche a tutte le loro (bizzarre) domande.

Mi auguro solo che rimangano utili informazioni e che non debbano mai metterle in pratica. Ma se dovessero aver bisogno… ora sanno del 112. E sarà mia premura ricordargli questo importantissimo numero di tanto in tanto.

Complimenti quindi al bimbo di 10 anni che ha salvato se stesso e i suoi due fratellini. Per me un eroe!