“Operazione Rhino”: il 22 settembre è la giornata mondiale del Rinoceronte

 

Image 1 of 4

Cercare un rinoceronte nel suo habitat naturale è come cercare un ago in un pagliaio!
Ad oggi, infatti, sono rimasti solo 20.500 esemplari di rinoceronte bianco e poco meno di 5.000 rinoceronti neri.

Lo so che alcuni di voi si staranno chiedendo: “Cosa ha a che fare questa notizia con Viva la Mamma?”
E’ vero, non si parla di bambini, ma di cuccioli un po’ più pesanti ( 🙂 )

Ma è pur vero che sono anche questi esseri che hanno bisogno di aiuto, o meglio, di essere difesi da chi li vuole sterminare!
Proprio così: S-T-E-R-M-I-N-A-R-E!!!

Se i tassi di abbattimento continueranno a salire con lo stesso trend dell’ultimo periodo – afferma Daniel Sanchez, Direttore zoologico del Bioparco ZOOM Torino – ossia 1 rinoceronte ucciso ogni 7 ore – in meno di 28 anni i rinoceronti saranno estinti nel loro habitat naturale e si potranno osservare e conoscere esclusivamente nelle strutture zoologiche.

28 anni. Solo 28 anni. In pratica già i nostri figli, ma ancor di più i nostri nipoti penseranno ai rinoceronti come ai dodo.

E perché? Per il loro corno!

“Sapete di che cosa è fatto il corno del rinoceronte?”, ci chiese il veterinario di ZOOM Torino, quando andammo a visitare lo zoo in occasione del compleanno di Luca.

Non mi ero mai posta la domanda prima e sinceramente pensavo fosse un osso.

“Di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte unghie e capelli. E’ come se fossero tante piccole unghie stratificate, incollate per bene” disse l’esperto.

“Secondo voi, bambini, le unghie possono far guarire gli uomini dalle malattie?”, aggiunse.

I ragazzi si misero a ridere. Sembrava una frase buffa.

E invece l’esperto disse seriamente: “Anche a me verrebbe da ridere. No, le unghie non sono delle medicine. Ma in alcuni paesi del Mondo, alcune popolazioni pensano che il corno dei rinoceronti sia curativo. E per questo li cacciano e li uccidono. Solo per il corno”

E aggiunse: “I rinoceronti sono difficili da cacciare in natura.  Sono forti, grossi, corazzati. Loro non si sentono minacciati dagli altri animali. Ed è per questo che si riproducono molto molto lentamente.
Se l’uomo li uccide più velocemente di quanto loro non riescano a riprodursi, fra qualche anno non ci saranno più rinoceronti da cacciare. Non ci saranno più rinoceronti in natura”.

Il bracconaggio è un mercato illegale che, dopo il traffico di armi, di droga e di esseri umani, è il terzo più redditizio del mondo. Il corno del pachiderma, del valore di circa 90mila dollari/kg (contro i 80mila dollari della cocaina), oltre che come sostanza curativa, è usato come status symbol dagli uomini della Upper Class asiatica.

La sopravvivenza della specie è quindi legata alla capacità dei paesi di mantenere adeguati standard di prevenzione, monitorare gli animali e difendere le aree destinate alla fauna selvatica impiegando ingenti risorse nell’addestrare e attrezzare ranger antibracconaggio poiché la sola polizia locale non ha sufficienti mezzi e possibilità per dislocare i propri uomini lungo i confini.

E’ proprio per questo motivo che il progetto “Operazione Rhino”, attivato un anno fa dal Bioparco ZOOM Torino e supportato dall’Associazione AIEA e dall’Ente Nazionale del turismo della Namibia, ha l’obiettivo di raccogliere fondi destinati all’equipaggiamento ed addestramento con tecniche paramilitari ranger antibracconaggio in Namibia, paese che sta diventando il nuovo terreno di caccia dei bracconieri con un incremento di pachidermi cacciati del +400% nell’ultimo anno poiché è qui che si trova una delle più alte concentrazioni di rinoceronti, bianchi e neri, dell’intera Africa. Un progetto che ha avuto molto successo e ha fatto sì che i ranger siano stati presi come “modello” da trasmettere alle altre riserve.

Il compito delle moderne strutture zoologiche – conclude Daniel Sanchez –  oltre all’educazione, è proprio l’attivazione di progetti di conservazione. I risultati più significativi si ottengono proprio attraverso la cooperazione delle associazioni internazionali con strutture zoologiche moderne e incentrate sulla conservazione, governi locali e tour operator promotori di viaggi sostenibili che si svolgono in aree dove i rinoceronti sono visti come risorse economiche.”