Dopo la fiducia, la lealtà, l’inganno, la noia, l’apprezzamento, oggi è la volta della paura.
Quando qualcuno ha paura, in genere, fa con il proprio colpo dei gesti plateali: salta, indietreggia, si rannicchia, trema…
Ma ci sono delle volte in cui una persona cerca di tenere a bada la tensione, la paura.
Per esempio a scuola durante una interrogazione, oppure durante un colloquio di lavoro, o quando si deve parlare il pubblico, eccetera.
In questi casi, pur cercando di tenere a bada le proprie emozioni e i propri timori con un assoluto autocontrollo, inconsciamente il nostro corpo compie dei gesti che fanno capire a chi ci sta di fronte che siamo a disagio. Che abbiamo paura.
Quali sono questi gesti?
Ce li svela, come sempre, la nostra psicologa Candida Livatino.
Ecco cosa ci dice:
“Cari genitori,
allo spavento, alla paura improvvisa si reagisce con gesti molto evidenti, si sobbalza o si trema.
Sono dei gesti che non lasciano dubbi sullo stato d’animo che una persona sta vivendo in quel momento.
Ce ne sono altri che invece rivelano una paura più controllata, che non si vuole far trasparire, ma che è possibile cogliere.
Un inarcamento delle sopracciglia è già da solo un segnale che ci può far pensare che il nostro interlocutore non è tranquillo e prova un senso di paura verso qualcuno o qualcosa.
E’ un movimento poco evidente che può preludere ad un gesto più esplicito, come quello di tenere le due mani sulla bocca.
E’ come se in questo modo volesse bloccare quello che sta provando, impedendogli di uscire.
Anche una mano che nasconde l’altra è un segnale di paura, così come lo sono le mani unite con i polpastrelli l’uno di fronte all’altro.
Ci sono altri piccoli gesti che evidenziano uno stato di non serenità e di timore.
Uno lo si può notare frequentemente nei colloqui di lavoro o nelle prove orali di un esame.
Il candidato è seduto con le caviglie incrociate e le mani strette a pugno aggrappati alla sedia.
In questo modo cerca di controllare la tensione e la paura scaricandole sulla sedia.
Se il colloquio prende una buona piega e il candidato si sente un po’ più tranquillo, cambia anche la sua postura.
Le braccia diventano meno rigide e le mani non hanno più bisogno di aggrapparsi a qualcosa.
Un caro saluto
Candida Livatino”
Se volete conoscere cosa dice la grafologia sulle affinità di coppia, o scoprire se il vostro partner è fedele, o se il vostro collega è invidioso, vi ricordo che Candida Livatino ha scritto il secondo libro proprio su questo tema: “Le sfumature della scrittura” editore: Sperling & Kupfer.
Candida Livatino ha anche un sito Internet in cui racconta tutte le sue esperienze lavorative e tanto altro ancora.
L’indirizzo :
www.livatinocandida.it