Se i compiti sono un incubo, che fare?

Focused boy learning his lessons

Da piccola ho sempre fatto i compiti da sola. Sono sempre stata molto autonoma e sono sempre stata in grado di gestirmi da sola.
E, con un pizzico di presunzione, ho sempre pensato che, se mai fossi diventata mamma, mi sarei comportata allo stesso modo anche con i miei figli.
“Si arrangeranno da soli, se la caveranno da soli….”

Non mi immaginavo di certo seduta accanto a loro a rivedere i compiti, a cercare di capire cosa non va e a cercare le soluzioni per affrontare la cosa.
E invece eccomi qua a rimangiarmi ancora una volta la fantastica frase “Io mai farò…”.
Solo che, ahimè, spesso e volentieri mi sento impotente e inadatta.
Impotente perché non riesco a capire quali siano le difficoltà.
Inadatta perché la pazienza non mi accompagna e spesso perdo le staffe, alzando anche la voce e quindi peggiorando le cose.

La dottoressa Santarelli oggi torna a parlarci di questo argomento per me particolarmente spinoso, ma penso anche per tante altre mamme: i compiti a casa.
Ecco cosa ci consiglia:

“Il tempo e la crescita dei nostri figli sembra perdere ogni cognizione temporale da quando siamo genitori….ed eccoci qui, a ritrovarci già alle prese con i primi compiti a casa!

Santarelli2014_piccolaPer molti genitori questo appuntamento diventa un vero e proprio incubo e il bambino sembra affrontare davvero malvolentieri questo momento, ma non solo…diventa un dramma nel vero senso della parola, per mamma e figlio!

Riflettiamo insieme su alcune cose…

Innanzitutto posso dirvi che i compiti a casa non sono inutili: lavorando a casa, da solo, il bambino fa pratica e mette ordine tra le informazioni che ha accumulato a scuola. Gli è richiesto un po’ di sforzo è ovvio, ma è l’unico modo che ha per organizzare il sapere appreso e appropriarsene.

Per questo, in famiglia i compiti non andrebbero vissuti con una punizione: se l’atteggiamento dei genitori è positivo fin dall’inizio, posso garantirvi che i figli li affronteranno meglio. Non dimentichiamo che i bambini di oggi hanno una soglia di attenzione molto bassa e se non sono costretti a un lavoro di rinforzo a casa, rischiano di perdere tutto quello che hanno fatto in classe.

A volte però, ci sono dei genitori che sono i primi a vivere con fatica e sacrificio i compiti a casa del proprio figlio,  trasformando quel momento utile e ricco di significati in un qualcosa di negativo e insignificante, proprio perché sono loro i primi a ritenere inutili e senza senso il fare delle esercitazioni a casa.

Anche se in alcuni casi fosse davvero così, sarebbe meglio che i genitori ne discutessero lontano dai bambini e che comunque continuino a insegnare e trasmettere loro il senso dell’utilità e dell’importanza di questo momento, cercando di offrirgli tutti gli strumenti possibili per renderlo meno tragico e difficile possibile.

Per aiutarlo fin dall’inizio e insegnargli a studiare bene, è importante che al bambino venga riservato uno spazio tranquillo e silenzioso, possibilmente in cameretta sua, con tutte le cose che gli occorrono a portata di mano.

Fare i compiti su un tavolo disordinato, con la cena da preparare e con la televisione accesa che intanto sta guardando il fratellino, o tantomeno con giochi, cellulare o persone intorno che parlano animatamente di altro, non sono certo elementi che favoriscono la concentrazione e danno valore a ciò che si sta per fare.

Il momento di compiti è un momento necessario per disconnettersi dal resto e per porre la propria attenzione sul compito da fare.

Questo sono spesso quelle situazioni per cui i bambini si ritrovano trascinati per ore anche dopo cena a finire gli ultimi compiti . È importante che si dia un tempo di inizio e uno di fine a questo momento, senza rimandarlo troppo a “spezzoni”.

Una raccomandazione che faccio sempre ai genitori è quello di non sostituirsi mai al bambino in quello che devono fare.

Per quanto a volte ci venga spontaneo farlo, non bisogna correggerli a ogni errore che vediamo perché altrimenti l’insegnante non saprà su cosa occorre lavorare di più e intervenire. Sedersi accanto al il figlio invece è utile , soprattutto quando mostra un atteggiamento ostile e si rifiuta di fare di tutti i compiti assegnati, ma l’idea deve rimanere quella di affrontare i lavori insieme, dargli una spinta e mai sostituirsi a lui.

Gradualmente poi, sarà importante che per lui diventi un’abitudine fare i compiti e che impari piano piano a diventare autonomo nei suoi compiti, assumendosi anche le responsabilità e sapendo che può contare sul nostro aiuto di fronte a qualunque problema.

So bene che questa pratica è difficile da mettere in atto nella routine di tutti i giorni, che ci sono tanti fattori da tener presente, ma riflettete anche solo su alcuni di questi punti e sono sicura che tutto andrà meglio!”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com