Samantha de Grenet: professione mamma per amore e per passione. L’intervista

Samantha De Grenet

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Si dice che il vero spartiacque della vita di una donna sia la maternità. Perché tutto, da quel momento, diventa un “prima” e un “dopo” durante il quale, quasi sempre, ci si rende conto che quelle giornate così piene di lavoro/casa da gestire/uscite con le amiche erano in realtà vuote. Povere. Il dopo è il momento in cui ti appassiona parlare di marche di pannolini, di pappine, del se fare o meno il vaccino; è quando la tua priorità non è più andare a caccia di pezzi pregiati il primo giorno di saldi, ma sapere se il tuo bambino si è scaricato, ha mangiato tutto all’asilo o ha litigato con qualche compagno di classe.
Anche la vita di Samantha de Grenet è nettamente divisa in due. E lo spartiacque della sua esistenza non è il contratto con l’agenzia di Riccardo Gay, né le prime serate con Celentano o il calendario di Maxim. No: la sua storia è scandita da un “avanti Brando” e un “dopo Brando”, il suo bambino nato otto anni fa dal matrimonio con l’ingegnere Luca Barbato, con il quale è tornato l’amore dopo una lunga distanza.

La sua passione per Brando, nonché per l’universo dell’infanzia, si è tradotta in due iniziative: una cartacea, “Adesso parlo io!” (EdiCart), raccolta di esilaranti frasi proferite dal suo piccolo e da figli di amici e un blog, “I love bimbo” (http://ilovebimbo.com/) in cui racconta la sua vita di mamma, condivide le ricette che piacciono al suo Brando, intervista esperti e mamme famose.

Una scelta in controtendenza quella di aprire un blog dedicato ai bimbi: le tue colleghe aprono siti di moda o fitness. Come mai?
“Sarà che io nasco come modella: per 30 anni ho lavorato per i più grandi stilisti e marchi, eppure quel mondo non mi è mai appartenuto per davvero; tant’è che non sono una persona che segue la moda: mi vesto seguendo il mio gusto e mettendo quel che mi dona. Lo stesso discorso vale per lo sport: faccio un po’ di tutto, ma per stare in compagnia, non perché il fitness sia una mia vera passione. Invece la sola cosa che mi abbia fatto sentire davvero a mio agio è la maternità: mi informo, leggo, mi interesso di tutto quello che accade a figli di amici e parenti e cerco di dare consigli derivati dalla mia esperienza personale. Già da qualche tempo covavo il desiderio di aprire questo blog per condividere pillole e notizie utili con le mamme che hanno meno tempo di informarsi. E così è stato: intervisto sociologi, dentisti, psicologi o parlo del rapporto tra bambini e cani. Per quanto riguarda la psicologa, poi, non ho avuto dubbi: ho chiesto alla “vostra” Francesca Santarelli di collaborare al mio blog, perché trovo che sia una persona molto dolce e ha un approccio che mi piace. Su “I love bimbo” scrivo quello che – da mamma – mi fa piacere leggere e trovo utile. A breve pubblicherò un servizio di moda con protagoniste le figlie di una mia amica e condividerò con le lettrici il mio segreto per fare torte buone quando non ho tempo e scelgo un preparato Pan degli Angeli: tutto questo senza fini commerciali, perché il blog non mi dà un soldo, ma in nome della condivisione e della solidarietà tra mamme”.

La passione per i bambini è nata prima o dopo di diventare mamma?
“Ho sempre avuto una predisposizione naturale nello stare con i bambini, ma con la nascita di Brando c’è stata la vera illuminazione: insieme a lui sono tornata un po’ bimba pure io e mi diverto moltissimo”.

Sei una che, in corrispondenza di momenti delicati – magari la separazione dal papà di Brando – si rivolge allo psicologo o segui solo il tuo buon senso?
“Ho la fortuna di fare un lavoro particolare, che mi permette di andare in tv e conoscere molte persone  preparate: psicologi, pedagoghi, educatrici… e per tutti loro devo essere uno spauracchio, perché ogni santa volta che li incontro, li inondo di domande! Con Brando non ho mai avuto grandi problemi, se non le classiche difficoltà che possono capitare a ogni mamma: ho sempre cercato di trovare da sola le soluzioni, ma spesso ho chiesto un parere a Francesca Santarelli, trovando stimolanti le sue letture, diverse dalle mie e che mi permettevano di affrontare la tal cosa in un’altra ottica. Per quanto riguarda la separazione dal papà di Brando, lui aveva solo un anno e mezzo, quindi non credo l’abbia vissuta in modo traumatico, tanto più che noi ci siamo comportati da genitori intelligenti, senza affrontare battaglie inutili o litigi, ma anzi trascorrendo tutti quanti insieme i compleanni, i Natali e altre ricorrenze. Poi sei mesi fa io e suo padre siamo tornati insieme: anche in quel caso ho chiesto consiglio a Francesca su come reinserire Luca in casa, soprattutto la notte. Si tratta di un tema delicato perché anni fa Brando ebbe qualche problemino di salute e lo iniziai a mettere con me nel letto: da quel momento non se n’è mai più andato. Quindi dovevo insegnargli a dormire nella sua cameretta, così come introdurre gradualmente in camera mia il suo papà. È stato un procedimento lento e anche ora, se capita che Luca vada via per lavoro, Brando non perde occasione per infilarsi nel lettone”.

Per il resto, Brando ti ha mai dato problemi?
“No. Se proprio devo essere pignola, allora dico che è sempre stato un bambino molto attivo, di quelli che ogni due, massimo tre ore voleva essere allattato e che si svegliava di continuo la notte. Ricordo l’allattamento come un momento magico: intimo, non ho mai amato ostentare, tirando fuori il seno davanti agli altri. Altrettanto prodigiosa è stata la maternità: ero innamorata del mio corpo che cambiava e di quei piedini che scalciavano. Non ho mai avuto il terrore – comune a molte colleghe – che la mia silhouette non tornasse ad essere quella di prima. Anzi: non sai quanto mi è mancatala pancia!”.

Una così innamorata dei bambini non ha in progetto di avere un secondo figlio?
“Per come li amo ne avrei dovuti fare quattro! Però mettiamola così: per Luca è un po’ dura l’idea di ricominciare così come, in fondo, lo è anche per me. Ho avuto una tata che mi aiutava nelle faccende domestiche, ma di cambiare pannolini, preparare pappe, fare bagnetti o sterilizzare i ciucci ho sempre voluto occuparmi soltanto io. Al tempo stesso mi rendo conto che non siamo eterni e vorrei regalare a Brando qualcuno che, per lui, ci sia sempre. Sta di fatto che mi devo dare una mossa: ho già 43 anni!”.

Con la nascita di Brando ti sei molto defilata a livello televisivo: anche nello spettacolo avere un figlio “penalizza”?
“Se penso a colleghe come Simona Ventura, Alessia Marcuzzi o Federica Panicucci ti dico che no, non penalizza. Ma nel mio caso un po’ lo è stato, nel senso che io non ero ancora affermata come lo possono essere loro e ho semplicemente pensato “mi prendo una pausa, poi ricomincio”. Però non mi è stato possibile: la tv stava cambiando profondamente, era il momento clou dei reality, con personaggi che nascevano di continuo e dopo sei mesi già erano spariti dalla circolazione. Per ora mi limito ad andare come opinionista in trasmissioni condotte da persone che stimo, come Federica Panicucci e Paola Perego, e resto in attesa di una conduzione”.

Nelle tue vene scorre sangue blu: questo ha influito in qualche modo nell’educazione di Brando?
“Si dice che quel che conta non è la quantità del tempo che trascorri con tuo figlio, quanto la qualità: io sono d’accordo a metà, perché ho seguito da subito Brando – tanto e bene – e quindi è un bambino educato. Ti potrei dire che mia nonna era Principessa di Fondi e che chiunque, a tavola, rimaneva estasiato di fronte alle sue buone maniere, ma io sono più interessata alla sostanza che alla forma e ho applicato lo stesso criterio nel crescere Brando: sarà che ho conosciuto tanti nobili cafoni e persone umili di rara eleganza”.

Nel tuo blog hai raccontato di quando il pediatra ti disse di mettere a dieta Brando: un momento molto delicato per tante mamme, che vivono il monito come se fosse una critica al loro ruolo.
“Mentirei se ti dicessi che Brando è un bambino grasso: semmai è un bambino grosso, nel senso che a 8 anni lo scambiano per uno di 11. Il pediatra mi disse di stare attenta alla sua alimentazione: perché invece di una merendina è meglio offrire uno yogurt o una fetta di pane, le bibite gassate e le caramelle sono da evitare e la pasta va data una volta al giorno. Piccoli accorgimenti per educarlo a mangiare bene, da subito. In questo sono stata rigorosa: se a cena ci sono pollo, fagiolini o un passato di verdura e fa lo schizzinoso, sa che non gli preparerò un panino col prosciutto: si mangia quel che c’è, oppure a letto senza cena”.

Il momento più bello di questi otto anni con Brando?
“Sarà banale, ma è stato il giorno in cui ho partorito: era il 27 ottobre, c’era un sole meraviglioso e, pensa il caso, ogni 27 ottobre a seguire è stato altrettanto soleggiato. Ricordo che mentre Luca mi portava in clinica io piangevo: da un lato ero felice perché finalmente lo avrei visto, ma dall’altro ero malinconica perché Brando non sarebbe più stato soltanto mio. Ed appena è nato piangeva e piangeva: me lo hanno messo accanto e ha smesso. Ecco: è stato magico”

Rossella Martinelli