Quasi un bambino su quattro vive in una famiglia “infelice” dove la relazione tra i genitori non è serena, dove non c’è armonia o vi è la crescente preoccupazione da parte dei coniugi per una possibile separazione e per l’impatto che questa scelta potrebbe avere sui bambini stessi.
Questa la triste notizia, o forse meglio dire la triste realtà riportata dal Telegraph online.
E’ la stima del Department for Work and Pensions britannico ottenuta da un’indagine condotta su milioni di coppie con figli.
E’ emerso che il 24% dei coniugi (quasi una coppia su quattro, quindi) confessa di non avere una relazione soddisfacente con problemi col partner di entità variabile da moderata a grave.
Significa che i figli in questi nuclei familiari dove c’è un conflitto o comunque tensione nella coppia, ‘respirano’ costantemente questa tensione, con possibile influenza sul loro sviluppo.
I figli di coppie serene e in armonia, sostiene il Segretario del dipartimento Iain Duncan Smith, sono sicuramente a loro volta più sereni ed hanno migliori chance nella vita.
Questo accade in Inghilterra. E in Italia?
Non credo che i risultati siano tanto diversi, ahinoi!
E mi chiedo: è meglio far crescere i bambini in famiglie infelici, ma unite, o in famiglie separate, ma felici?
Ovvio che il top sarebbe far crescere i propri figli in realtà stile Mulino Bianco. Chi non lo vorrebbe?
Ma quando la vita ci porta lontani dall’ottimo, bisogna trovare, secondo me, quello che in economia si definisce “il secondo ottimo” o “ottimo paretiano”, ossia bisogna cercare quella soluzione o forse meglio dire quell’equilibrio in famiglia tale per cui non si può migliorare la condizione di una persona senza peggiorare la condizione di un’altra.
Non so se ho reso l’idea. Quello che penso è che la vita è una per tutti: genitori e figli. Non si può pensare di vivere insieme e infelici “per il bene” dei propri figli… se poi bene non è!
Se in una casa non c’è più armonia, ma c’è solo astio, rancore, litigi, strepiti e insulti… forse il bene per i propri figli è cercare una soluzione alternativa. Divisi ma sereni. Meglio che vedano i genitori in case separate ma con il sorriso sulle labbra, che insieme, sotto lo stesso tetto, ma con il coltello tra i denti.
Ovviamente bisogna valutare caso per caso e non si può generalizzare. Ma in linea di principio… la penso così!