Quante volte abbiamo parlato di bambini maschi che amano giocare con la cucina, con le carrozzine e con le bambole?
E quante volte abbiamo detto: “Non c’è nulla di male, lasciamoli fare!”?
Ebbene adesso a darci ragione c’è anche una ricerca condotta da Paola Escudero della University of Western Sydney con la collaborazione della University of California che attesta che i bambini non nascono con preferenze di genere, ma le sviluppano quando crescono.
Anzi a dirla tutta, da piccolissimi e fino ai cinque mesi, i maschietti sono più attratti dalle bambole.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Experimental Child Psychology, ha usato tecnologia di tracking degli occhi per determinare l’oggetto o il giocattolo preferito.
Su uno schermo venivano proiettati due oggetti differenti, misurando la durata e la frequenza degli sguardi per verificare le preferenze. “Le preferenze che si osservano a cinque mesi non hanno a che fare con la biologia”, scrive Escudero. “Sono le pressioni sociali, i genitori, altre persone, che inducono i bambini a preferire cose specifiche al loro sesso”.
Vi sono diverse spiegazioni per lo sviluppo di differenze di genere più tardi nella vita, aggiunge la psicologa. La società può insegnare ai bambini quali oggetti dovrebbero preferire, a seconda del sesso, man mano che maturano. Poi vi è il possibile effetto dello sviluppo cognitivo, in cui i cambiamenti nel cervello creano una preferenza per certe cose piuttosto che altre. Infine, i mutamenti ormonali possono dirigere le scelte dei bambini mentre crescono.
“Il testosterone induce i maschi a impegnarsi in giochi più forti e con oggetti che permettono loro di esporre o sfruttare quella maniera di giocare, mentre l’estrogeno induce all’interazione con l’ambiente sociale”, spiega Escudero.
Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per determinare quali di questi fattori sono determinanti nello sviluppo delle preferenze.
Che dire? Perfettamente d’accordo.
Marco e Luca da piccoli amavano molto giocare con le bambole e anche con pentole e pentoline. Adesso che Luca è un po’ più grandicello giocano molto a fare la lotta (ahimè… ahimè).
Prediligono i giochi molto fisici e i travestimenti.
Supereroi che devono proteggere l’umanità… e intanto si menano!
Non amano invece giocare con auto, moto, aerei e non tifano neppure per nessuna delle squadre di calcio. Forse perché né io né mio marito coltiviamo simili passioni. In questa fase della loro vita forse è più la famiglia ad influenzarli, che la società. Almeno questa è l’impressione che ho osservandoli!